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Il Sacrificio e l'Adulterazione dell'Anima

Hans Jonas

 

 

Il divorare ha anche effetto sul divoratore. Non soltanto fa deviare la Tenebra dal suo obiettivo iniziale, il mondo della Luce, ma all'interno di essa la sostanza divorata agisce come un veleno sedativo, e sia che il suo desiderio sia stato soddisfatto o assopito, l'attacco viene in tal modo arrestato. Le due sostanze agiscono come un veleno l'una sull'altra, tanto che alcune versioni riferiscono che l'Uomo Primordiale non è stato sconfitto ma si è fatto volontariamente divorare dalla Tenebra prevedendone l'effetto. In ogni modo, la resa dell'Anima alla Tenebra non soltanto svia la minaccia immediata dal mondo della Luce esposto al pericolo, ma nello stesso tempo fornisce il mezzo con cui alla fine la Tenebra è conquistata. Il primo scopo, a breve scadenza, è espresso dall'idea di «allettamento» e «veleno sedativo»; lo scopo a lunga scadenza dell'astuzia (perché il sacrificio è un'astuzia, anche se imposto dalla divinità) si trova nell'idea che un'eventuale nuova separazione significa la «morte» della Tenebra, ossia la sua finale riduzione all'impotenza.

Nelle fonti che concentrano il loro interesse sull'Anima, trascurando l'Uomo Primordiale, si dice: «Egli inviò contro la Materia una forza che noi chiamiamo Anima, particella della sua luce e della sua sostanza, per proteggere i confini, ma in realtà come un'esca (22), così da assopire la Materia contro sua volontà e mescolarsi interamente con essa; perché se in un secondo tempo tale potere si fosse separato di nuovo dalla Materia, sarebbe stata la morte di quest'ultima. E così avvenne: appena la Materia ebbe la sensazione del potere che era stato mandato, fu trascinata verso di esso da un desiderio appassionato e in un assalto più violento lo prese e lo divorò, e rimase legata come una bestia selvaggia o (come essi dicono anche) cadde addormentata come per un incantesimo. Così per la provvidenza di Dio l'Anima si mescolò alla Materia, dissimile con dissimile. A causa della mescolanza, tuttavia, l'Anima fu soggetta alle affezioni della Materia e contro la sua vera natura fu degradata partecipando al male» (23).

La descrizione più impressionante di questa fase della lotta, che riunisce l'Uomo Primordiale, il guerriero, e l'Anima, l'arma e la vittima, si trova in quattro stanze del Salmo duecentoventitreesimo del Libro dei Salmo manicheo, che sebbene sia un po' un duplicato di quanto abbiamo riferito non deve essere sottratto al lettore.


«Come un pastore che vede un leone entrare a distruggere il suo ovile: poiché egli adopera astuzia e prende un agnello e lo colloca come una trappola per poter prendere il leone; difatti con un solo agnello egli salva l'ovile; e dopo questi avvenimenti egli risana l'agnello che è stato ferito dal leone.


Questa è anche la via del Padre, il quale ha mandato il suo forte figlio; ed egli [il figlio] ha prodotto da se stesso una Vergine fornita di cinque poteri, per poter combattere contro i cinque abissi della Tenebra.


Quando il Guardiano [?] stette nei confini della Luce, mostrò ad essi la sua Vergine che è la sua anima, quelli si agitarono nei loro abissi per il desiderio di esaltarsi al di sopra di lei, essi aprirono la loro bocca nel desiderio di inghiottirla.


Egli ne trattenne saldamente il potere, la distese sopra di loro, come rete sopra i pesci, la fece piovere su di loro come nuvole purificate di acqua, essa si gettò dentro di loro come un lampo penetrante. Si insinuò nelle loro parti più interne, li legò tutti, senza che lo notassero» (9,31- 10,19).


Il lettore noterà nella mutevole immaginativa di questo passo che l'«armatura» della maggior parte dei testi è sostituita dalla «vergine» come simbolo dell'anima (certamente un'immagine più conforme al nostro gusto), e che quest'ultima viene deliberatamente, e più efficacemente, adoperata dall'Uomo Primordiale come mezzo di guerra offensiva: non vi è cenno di disfatta. Un esempio della libertà con cui il pensiero manicheo maneggiava il simbolismo. Tuttavia anche qui l'Uomo Primordiale, apparentemente così vittorioso, deve essere in seguito «aiutato a uscire dall'abisso» da «suo fratello» (lo Spirito Vivente: v. sotto), il che ci conduce di nuovo al tema dominante della dottrina. Per riprendere la narrazione, l'emissario della Luce - l'Uomo Primordiale con l'Anima e il suo quintuplo armamento - nonostante il successo nel fermare il nemico, è afferrato dalla Tenebra, «stretto», intorpidito e fuori dei sensi, «perciò Dio fu costretto a creare il mondo» per separare ciò che era stato mescolato.

 

Tratto da LO GNOSTICISMO edizioni Sei







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