Possiamo
distinguere le
iniziazioni in
ambito esoterico
in iniziazioni
di tipo
Sacerdotale o
contemplativo,
in uso
specialmente
nelle tradizioni
orientali, ed
iniziazioni di
tipo Reale, o
guerriero o
attivo, tipiche
delle tradizioni
occidentali.
Dobbiamo
sottolineare che
la Conoscenza è
sempre superiore
all'Azione,
perché il
dominio
'metafisico' è
sempre superiore
al dominio
'fisico', come
il principio è
sempre superiore
a ciò che ne
deriva. Da ciò
proviene la
distinzione fra
i ''grandi
misteri''
costituenti
propriamente
l'iniziazione di
tipo
contemplativo o
sacerdotale, ed
i ''piccoli
misteri''
costituenti
propriamente
l'iniziazione di
tipo Reale.
Stando le
cose in tale
maniera, ogni
Tradizione, per
essere regolare
e completa deve
comportare
ugualmente, nel
suo aspetto
esoterico, le 2
iniziazioni, o
più esattamente
le due parti
dell'iniziazione,
vale a dire i
Grandi Misteri
ed i Piccoli
Misteri.
Comunque ciò
che non bisogna
mai perdere di
vista, e che è
alla base stessa
di ogni
insegnamento
veramente
iniziatico, è
che ogni
realizzazione
degna di questo
nome è di ordine
essenzialmente
interiore, anche
se è
suscettibile di
avere
all'esterno
ripercussioni di
qualsiasi
genere. L'uomo
può trovare i
principi
soltanto in se
stesso e lo può
perché porta in
se la
corrispondenza
di tutto ciò che
esiste; infatti
non bisogna
dimenticare che,
secondo una
formula
dell'esoterismo
islamico,
'l'uomo è il
simbolo
dell'Esistenza
Universale' ; e
se arriva a
penetrare fino
al centro del
suo proprio
essere, egli
raggiunge la
Conoscenza
Totale, con
tutto ciò che
implica per
sovrappiù:
''Colui che
conosce il suo
SE' conosce il
suo Signore'',
ed allora
conosce tutte le
cose nella
suprema unità
del Principio
stesso in cui
ogni realtà è
''eminentemente''
contenuta.
L'iniziazíone,
nella la sua
prima parte,
quella che
riguarda
propriamente le
possibilità
dello stato
umano e
costituisce
quelli che
vengono chiamati
i " piccoli
misteri ", ha
appunto come
scopo la
'restaurazione
dello " stato
primordiale ";
in altre parole,
grazie a questa
iniziazione, se
effettivamente
realizzata,
l'uomo è
ricondotto,
dalla condizione
" decentrata "
che
presentemente è
la sua, alla
posizione
centrale che
normalmente gli
compete, e
reintegrato in
tutte le
prerogative
inerenti a
questa posizione
centrale. L'"
uomo vero " è
perciò quello
pervenuto
effettivamente
al termine dei "
piccoli misteri
", ossia alla
perfezione dello
stato umano; in
virtù di ciò,
egli è ormai
definitivamente
insediato nell'"
Invariabile
Mezzo " (Tchoung-young)
e sfugge così
alle
vìcissitudini
della " ruota
cosmica ",
perché il centro
non partecipa al
movimento della
ruota, ma è il
punto fisso e
immutabile
intorno al quale
si effettua il
movimento. L'"
uomo vero ",
essendo passato
dalla
circonferenza al
centro, dall'"
esterno " all'"
interno ",
svolge
realmente,
rispetto a
questo mondo che
è il suo," la
funzione del "
motore immobile
", la cui
"azione di
presenza "
imita, nel
proprio àmbito,
l'attività -
"non agente "
del Cielo.
Il fatto è
che l'unico
punto dell'asse
che si situi
nell'àmbito
dello stato
umano è il
centro di tale
stato, sicché
per chi non sia
giunto al centro
l'asse non è
percettibile
direttamente, ma
solo attraverso
questo punto che
è la sua
"traccia " sul
piano
rappresentativo
di tale àmbito;
ciò equivale, in
altri termini, a
quanto abbiamo
già detto, e
cioè che una
comunicazione
diretta con gli
stati superiori
dell'essere,
effettuandosi
lungo l'asse, è
possibile
unicamente dal
centro; per il
resto dell'àmbito
umano, può
esserci soltanto
una
comunicazione
indiretta,
mediante una
specie di
rifrazione a
partire da tale
centro. Così, da
un lato,
l'essere che si
trova al centro,
senza essersi
identificato con
l'asse, può
svolgere
realmente nei
confronti dello
stato umano quel
ruolo di
"mediatore " che
l'" Uomo
Universale "
svolge per la
totalità degli
stati; e,
dall'altra,
colui che ha
superato lo
stato umano,
innalzandosi
lungo l'asse
agli stati
superiori, è
ormai "perduto
di vista ", se
possiamo
esprimerci così,
per tutti coloro
che si trovano
in tale stato e
non sono ancora
pervenuti al suo
centro, compresi
quelli che
possiedono gradi
iniziatici
effettivi, ma
inferiori al
grado di " uomo
vero " cioè di
uomo pervenuto
alla conoscenza
dei "piccoli
misteri".
Costoro non
hanno perciò
alcun mezzo per
distinguere l'"
uomo
trascendente "
dall'" uomo vero
", in quanto
dallo stato
umano l'" uomo
trascendente "
può essere
scorto solo
attraverso la
sua " traccia ",
e questa
"traccia " si
identifica con
la figura dell'"
uomo vero" ; da
tale punto di
vista, dunque,
l'uno è
realmente
indiscernibile
dall'altro.