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Origine della Materia (scuola valentiniana)

Hans Jonas

 

 

- Origine della Materia.


Dopo che la Madre ebbe provato tutte le passioni e, appena emersa, si fu rivolta in giro supplichevole cercando la luce scomparsa di Cristo, gli Eoni ebbero pietà di lei, e poiché Cristo stesso non avrebbe abbandonato di nuovo il Pleroma, essi mandarono il «frutto comune» del Pleroma, Gesù, come consorte della Sophia esteriore (essendo egli il solo Eone prodotto senza sposa) per curarla dalle passioni per le quali soffriva nella ricerca del Cristo. Con lui c'erano gli angeli che erano stati emanati con lui come sua scorta. Uscendo dal Pleroma, egli trovò la Sophia nelle quattro primitive passioni: timore, angoscia, confusione e supplica, e la curò da esse impartendole in quel momento la «formazione» di conoscenza (essendo stata la sua precedente «formazione» da parte del Cristo soltanto di sostanza). Egli separò da lei quelle passioni, ma non le abbandonò a loro stesse come era stato fatto con quelle della Sophia superiore; d'altra parte egli non poteva semplicemente annullarle, essendo già diventate «stati abituali ed effettivi», a loro modo eterne e specifiche della Sophia. Perciò egli le distaccò soltanto dalla Sophia, cioè le rese esterne e le solidificò in sostanze indipendenti. Così, mediante l'apparizione del Salvatore, da una parte la Sophia è liberata dalle sue passioni e dall'altra le cose esterne hanno avuto il loro fondamento (20); e con ciò il Salvatore produce (rende possibile) «in potenza» la susseguente creazione demiurgica. Da affezioni incorporee e accidenti egli trasformò le passioni in materia, che era ancora non corporea; ma poi impartì loro la capacità e la tendenza naturale di entrare in composizione e formare corpi, cosicché ebbero origine due tipi di sostanze: quella cattiva delle passioni, quella suscettibile (di bene) dalla conversione. E Achamoth, liberata dalle sue affezioni, con gioia «ricevette» la visione delle luci attorno al Salvatore, ossia dei suoi angeli di scorta, e da tale concezione generò un frutto pneumatico a loro immagine. Questa è l'origine dell'elemento pneumatico nel mondo inferiore. (Riassunto da Ireneo, "Exc. Theod." e Ippolito.)


- Derivazione degli elementi singoli.


Come abbiamo già notato, la correlazione rispettiva degli elementi con le passioni varia grandemente nelle molteplici versioni di questa parte della dottrina. In genere vi è accordo sul fatto che dalla conversione o supplica è risultata l'«anima» del mondo e del Demiurgo e tutto ciò che è psichico, e dal rimanente delle passioni gli elementi materiali: ossia, dalle lacrime la sostanza umida, dal riso quella luminosa, dall'angoscia e sgomento gli elementi più solidi del cosmo; oppure, «dallo sgomento (terrore) e dalla perplessità come condizione più confusa, gli elementi corporei del cosmo: precisamente, la "terra" in conformità con l'irrigidimento (21) del terrore; quindi l'"acqua", in conformità col movimento del timore; l'"aria" in conformità con la mobilità dell'angoscia; il "fuoco", però, è inerente a tutti questi come morte e corruzione, allo stesso modo che l'ignoranza è nascosta nelle tre passioni» (Iren. I, 5, 4) (22).

In conclusione, tre essenze ebbero origine dalle esperienze della Sophia: dalla sua passione, la materia; dalla sua conversione, l'anima; dalla sua ricezione della luce del Salvatore dopo la purificazione, il pneuma. Quest'ultima essenza non può essere soggetta ad alcuna formazione da parte sua, essendo identica alla propria. Perciò essa si volse a formare l'essenza psichica che era stata prodotta dalla sua conversione.

 

Tratto da LO GNOSTICISMO edizioni Sei







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