La sconfitta
dell'Uomo
Primordiale.
«Anche
l'Arcidiavolo
prese i suoi
cinque generi,
cioè il fumo, il
fuoco
consumatore, la
tenebra, il
vento bruciante
e la nebbia, si
armò di questi e
venne incontro
all'Uomo
Primordiale.
Appena il Re
della Tenebra
vide la luce
dell'Uomo
Primordiale
divenne
pensieroso e
disse: 'Quello
che cercavo
lontano, lo
trovo qui
vicino'. Dopo
che ebbero
lottato a lungo
l'uno con
l'altro,
l'Arcidiavolo
vinse l'Uomo
Primordiale.
Perciò l'Uomo
Primordiale
diede sé e i
suoi cinque
Figli come cibo
ai cinque Figli
della Tenebra,
come un uomo,
che ha un
nemico, mescola
un veleno
mortale ad una
torta e gliela
offre.
L'Arcidiavolo
divorò parte
della sua luce
[cioè i suoi
cinque figli] e
nello stesso
tempo lo
circondò con i
suoi generi ed
elementi. Appena
i Figli della
Tenebra li
ebbero divorati,
i cinque dèi
luminosi furono
privati di
intelligenza e
mediante il
veleno dei Figli
della Tenebra
divennero come
un uomo morso da
un cane
arrabbiato o da
un serpente. E
le cinque parti
della Luce
furono mescolate
alle cinque
parti della
Tenebra» (20).
Da ora in poi
l'interesse
metafisico si
sposta ai
«Cinque Dei»,
armatura e
scorta dell'Uomo
Primordiale,
come vittime
maggiormente
coinvolte nella
sua sconfitta, e
a proposito di
essi si parla
ovunque si
tratti
dell'aspetto più
importante dal
punto di vista
religioso del
fato divino:
«quella
luminosità degli
Dei che
dall'inizio di
tutte le cose fu
vinta da Ahriman,
dai Demoni
[eccetera], ed è
tuttora
trattenuta
prigioniera»
(21); «dai
cinque elementi
di Luce,
l'armatura di
Ormuzd, essa
formò [?]
l'anima buona e
la incatenò nel
corpo. La fece
come cieca e
sorda, inconscia
e confusa,
cosicché al
principio non
conoscesse la
sua vera origine
e parentela» (Saleman:
confronta cap.
2, nota 23).
Ecco la ragione
dell'importanza
del destino
dell'«armatura»:
dalla sua
sostanza
derivano le
nostre anime, e
la nostra
condizione è una
conseguenza di
ciò che è
accaduto ad
essa. Così è
affermato molto
semplicemente in
Egemonio: «Gli
Arconti della
Tenebra
mangiarono della
sua armatura,
"ossia
l'anima"».
Questa
equivalenza è
uno dei punti
cardinali del
sistema.