Il Dio Geloso e
L'Antinomia
Gnostica
di Filippo Goti
Naum 1:2
Un Dio geloso
e vendicatore è
il Signore,
vendicatore è il
Signore, pieno
di sdegno.
Il Signore si
vendica degli
avversari
e serba rancore
verso i nemici.
Lo
gnosticismo in
entrambe le
correnti, quella
iranica
ontologicamente
dualista e
quella
alessandrina
dove la rottura
fra mondo
superiore e
mondo inferiore
attiene ad un
dinamismo
interno al
pleroma, si
caratterizza per
una forte
avversione al
mondo terreno,
che viene visto
come un luogo di
separazione dal
mondo
pneumatico,
quando non un
luogo di una
feroce e sadica
prigionia degli
spiriti
gnostici.
Ovviamente
queste posizioni
sono fra loro
sfumate,
graduate, nei
vari sistemi e
scuole
gnostiche,
andando da
espressioni
sottilmente
filosofiche
quali quelle di
Valentino e
Basilide, fino
all’attiva
contrapposizione
degli ofiti e
naaseni.
Decretando nei
primi un
opposizione
intellettuale e
spirituale, e
nei secondi un
agire
concretamente
contro la natura
e i simboli
della cultura e
della morale
dominante.
Indubbiamente lo
gnostico, di
ieri e di oggi,
ha facili e
varie
possibilità di
confutare,
tramite la
semplice
osservazione
delle cose
tutte, la
pretesa di
monoteisti ed
ermetisti che
vogliono il
mondo
espressione di
un Dio benevolo
e di una Natura
feconda e
benigna. Fame,
guerre, morti,
avversità,
cataclismi, il
semplice ciclo
di vita e morte,
stanno ad
indicare
l’esistenza se
non del male
visto in chiave
morale, di una
profonda ed
evidente
malvagità che
assume il nome
di Destino e che
colpisce il
giusto come
l’ingiusto. Alla
domanda del
perché del male,
e del perché di
tutti i mali la
morte, schiere
di teologi,
filosofi, e
spiritualisti si
sono affannati e
cimentati in
varie risposte.
Parlando di
volta in volta
di casualità, di
karma, di prova
a cui gli uomini
sono sottoposti,
o degli effetti
nefasti di un
male intenso
libero arbitrio.
La risposta
gnostica è
sempre stato la
medesima innanzi
a queste
posizioni
dialettiche:” il
male esiste, sia
che esso sia
frutto
dell’uomo, o
delle azioni
dell’uomo, o del
Creatore stesso,
perché esso è
insito nella
creazione. Ed
essendo insito
nella creazione
è direttamente o
indirettamente
parto di chi si
è arrogato il
diritto di
creare.”
In
virtù
dell’asserzione
che la creazione
è frutto
dell’azione
divina, e che
l’uomo è una
creatura divina,
ne discende che
il male stesso è
incluso
nell’opera
divina. Nel
momento stesso
in cui viene
postulato un Dio
onnipotente,
onnisciente,
ed unico, ad
esso
inevitabilmente
si riconduce
ogni umano
patema, ogni
tribolazione,
ogni disgrazia.
In quanto se
onnipotente
poteva e può
evitare, se
onnisciente
poteva e può
prevedere, e se
unico a lui
tutto il bene e
il male si
riconduce. Fino
a giungere a
posizioni
radicali di
certe comunità
gnostiche che
sostenevano come
il vero ed unico
inferno è la
creazione
stessa.
Lo gnostico
risponde a
questo stato
delle cose
attraverso sia
una posizione di
contrapposizione
all’azione della
creazione e alle
leggi morali e
spirituali che
la governano,
sia reclamando
l’esistenza di
una Dio occulto
e trascendente.
Un Dio prima del
dio creatore,
sconosciuto a
questi e
all’uomo, in
quanto non
partecipe della
manifestazione
ne in forma di
artefice, ne di
attore, ne di
convenuto. Ecco
quindi il mondo
come immagine
del Pleroma, e
il Dio creatore
come immagine
del Dio
trascendente ed
occulto.
Immagine
ingannevole ed
estraniante, in
quanto caduco ed
effimero
riflesso di un
ordine superiore
ad essa
estraneo. Lo
gnostico in
virtù del suo
anelito del
ritorno al
Pleroma, e della
Gnosi che è sia
veicolo, che
forma di
salvezza, legge
la realtà a lui
circostante come
estranea a se
stesso, e se
stesso estraneo
ad essa. Nella
misura che il
proprio Essere
Spirituale non è
partorito dalle
forze e dalle
azioni di questo
mondo, ma
particola
dispersa di un
altro piano
dell’esistere.
E’ questo, come
ebbe a dire
Marcione, il
« Dio straniero
e buono, il
Padre di Gesù
Cristo, che
conduce alla
vita eterna la
miserabile
umanità
liberandola da
pesanti catene,
umanità ancora
"del tutto
estranea a
lui"».
Espressioni
similari si
riscontrano
anche nell’opera
di Basilide dove
questo Ente è il
Dio Occulto che
mosso a pietà
invia sulla
terra, di
manifestazione
in
manifestazione,
l’eone Cristo.
Oppure il Dio
inconoscibile di
Valentino, la
cui conoscenza
appartiene solo
a Gesù e che è
posto oltre il
silenzio e
l’abisso. Lo
gnosticismo pone
quindi sul piano
della disputa
spirituale una
verità
trascendentale,
di cui è
portatore ogni
gnostico. Questa
è la gnosi
peculiare allo
gnosticismo, che
assume forma e
veicolo di
salvezza:
Esistenza di un
Dio sconosciuto,
di un Dio
benevolo ed
estraneo al
dolore
dell’uomo, che
attivamente si
impegna alla sua
redenzione,
liberandolo dal
potere della
creazione, e del
Demiurgo: il Dio
dell’Antico
testamento.
E’ questo il
«Dio
che non è»
(Hippol.,
"Refut." VII,
20) di Basilide
e Valentino. Il
Dio che non è
creatore, il Dio
che non è
celebrato nei
rituali
religiosi, il
Dio che non ha
partorito la
materia, il Dio
che non è causa
del Male. Il Dio
che è occulto,
in quanto
nessuna immagine
di cui è
costituita la
creazione lo
raffigura, in
quanto non ne è
espressione.
La dialettica
gnostica alle
citazioni dei
Padri della
Chiesa e dei
Rabbini, si
oppone
attraverso le
stesse armi da
loro impiegate:
le sacre
scritture.
Profondi
conoscitori
dell’Antico e
del Nuovo
testamento i
maestri
gnostici, a loro
volta ne
impiegano i
passi
maggiormente
contraddittori
per dimostrare
l’esistenza di
questo Dio
Occulto.
E’ sicuramente
nei passi
sottostanti che
la teologia
gnostica ha
trovato
supporto,
terreno fertile
nella sua
battaglia contro
i Padri della
Chiesa. Così
come questi nei
secoli
successivi hanno
dedotto dogmi
dalle sacre
scritture, così
attraverso
indizi e
deduzioni gli
gnostici hanno
postulato
l’esistenza di
un Dio Altro
rispetto a
quello
dell’Antico
Testamento.
Vediamo a
seguire i passi
contesi:
Esodo 20:5
Non ti
prostrerai
davanti a loro e
non li servirai.
Perché io, il
Signore, sono il
tuo Dio, un Dio
geloso,
che punisce la
colpa dei padri
nei figli fino
alla terza e
alla quarta
generazione, per
coloro che mi
odiano,
Esodo 34:14
Tu non devi
prostrarti ad
altro Dio,
perché il
Signore si
chiama Geloso:
egli è un Dio
geloso.
Questi passi
dell’Esodo si
riferiscono al
divieto di
servire, fare
effigi, e
venerare altre
divinità. Il
Dio, attraverso
i profeti, si
dichiara essere
geloso e
vendicativo
contro coloro
che
infrangeranno
questa legge.
Possiamo notare
come l’essere
gelosi e
vendicativi sono
qualità umane
certamente non
fra le più
apprezzate sotto
il profilo
morale.
Indicative di un
animo
travagliato e
possessivo, che
considera gli
oggetti della
propria
attenzione
appunto oggetti
privi di ogni
volontà propria,
che non sia
quella di essere
a lui
sottomessi,
soggiogati ad un
potere ritorsivo
e punitivo.
Dall’altro lato
notiamo che se è
geloso, lo è
appunto di
qualcuno che
vede come
competitore
nell’ambito dei
suoi affetti e
possessi. Un
competitore in
grado di
esercitare un
potere
attrattivo a lui
superiore e
sconosciuto,
oppure che non
rientra nelle
sue
potenzialità.
Che senso
avrebbe essere
gelosi di chi
non esiste ?
Oppure vogliamo
postulare che il
Dio Geloso è una
divina paranoica
e schizofrenica?
La gelosia è
quel sentimento
morbosa, che
porta chi ne è
affetto a
tramare
nell’ombra, a
leggere in modo
distorto e
doloroso
comportamenti e
pensieri sia
espressi che non
espressi. E’
questo il Dio
della Creazione,
a cui tutta
l’umanità si
deve
inginocchiare e
venerare ?
Sicuramente è
anche attraverso
questi passi,
oltre
all’evidente
incongruenza fra
nuovo ed antico
testamento, che
gli gnostici
hanno maturato
che nelle pieghe
della Bibbia si
nascondessero i
semi di una
verità altra e
trascendente.
Deuteronomio
4:24
Poiché il
Signore tuo Dio
è fuoco
divoratore, un
Dio geloso.
Deuteronomio 5:9
Non ti
prostrerai
davanti a quelle
cose e non le
servirai. Perché
io il Signore
tuo Dio sono un
Dio geloso,
che punisce la
colpa dei padri
nei figli fino
alla terza e
alla quarta
generazione per
quanti mi
odiano,
Non solo questo
Dio è Geloso, ma
egli traduce
automaticamente
l’amore per ciò
che è diverso da
lui, con odio
nei suoi
confronti.
Dimostrando così
elementi
ossessivi, che
inevitabilmente
si ripercuotono
in tutti i suoi
fedeli. Questo
suo odio
colpisce non
solo coloro che
amano ciò che è
a lui diverso,
ma anche la
progenie di
queste persone.
Un monito
terribile.
Deuteronomio
6:15
perché il
Signore tuo Dio
che sta in mezzo
a te, è un Dio
geloso;
l'ira del
Signore tuo Dio
si accenderebbe
contro di te e
ti
distruggerebbe
dalla terra.
Giosuè 24:19
Giosuè disse al
popolo: «Voi non
potrete servire
il Signore,
perché è un Dio
santo, è un Dio
geloso;
Egli non
perdonerà le
vostre
trasgressioni e
i vostri
peccati.
Salmi 77:58
Lo provocarono
con le loro
alture e con i
loro idoli lo
resero geloso.
Vari
sono i passi
dell’Antico
Testamento che
esprimono questa
viscerale e
perniciosa
gelosia del Dio
Creatore nei
confronti del
suo popolo.
Sicuramente
questo deve
essere anche
contestualizzato
nel fatto che
l’ebraismo
primitivo era
una religione
monoteista, ma
che non
escludeva
l’esistenza di
divinità legate
agli altri
popoli.
Connaturandosi
quindi si in una
forma di
religione
monoteistica, ma
a struttura
profondamente
totemica. Il
passo successivo
è stato quello
di portare
questa divinità
intollerante nei
confronti degli
altri dei e a
loro
sovraordinata,
ad essere
l’unica divinità
postulata ed
estesa a tutta
l’umanità.
Altrettanto
sicuramente
gnostici dal
calibro di
Marcione,
Basilide e
Valentino, non
hanno potuto non
considerare le
discrepanze fra
il Dio del
sacrificio del
nuovo testamento
e del dio
sacrificatore
del vecchio
testamento.
Una dualità che
male si accorda,
e che il legame
paolino del Dio
Buono e Giusto
si dimostra fin
troppo debole,
in quanto
giustizia e
bontà debbono
essere
necessariamente
presenti in ogni
istante, e non
distribuite in
modo sommario.
La teologia
gnostica giunge
quindi a
postulare
l’esistenza di
un Dio che è
puro intelletto,
lontano da
queste umane
passioni, e
sconosciuto agli
uomini in quanto
questi essendo
espressione di
una creazione
inferiore ed
imperfetta, ad
esso estranea,
non hanno in
natura la sua
conoscenza. Da
qui la missione
del Cristo,
quella di
annunciare a
tramandare una
verità
trascendente.
«Come appoggio
alla loro tesi
essi adducono il
seguente passo:
'Ti ringrazio,
Padre, Signore
del cielo e
della terra, che
hai nascosto
queste cose ai
sapienti e ai
prudenti e le
hai rivelate ai
piccoli...
nessuno conosce
il Padre se non
il Figlio, né il
Figlio se non il
Padre e colui al
quale il Figlio
rivelerà [ciò]'
[citato così con
leggera
deviazione dal
nostro N. T.].
Con tali parole,
essi dicono,
egli ha
esplicitamente
insegnato che il
'Padre di
Verità'
inventato da
loro non era mai
stato conosciuto
da alcuno prima
della sua
apparizione [di
Cristo]; e
vogliono
stabilire che il
creatore e
facitore del
mondo è sempre
stato conosciuto
da tutti: quelle
parole perciò -
essi dicono – il
Signore le ha
pronunziate
riguardo al
Padre
Sconosciuto a
tutti che essi
proclamano»
(Adv. haer. I,
20, 3).
Gesù il Cristo è
quindi un Eone
giunto fra gli
uomini per
divulgare una
verità
trascendente,
una GNOSI
portatrice della
verità che il
Dio Vero non è
di questo mondo,
ed è sconosciuto
agli uomini
prima
dell’arrivo del
Cristo in quanto
esso non si è
mai manifestato.
Il Cristo quindi
non solo
portatore della
verità, ma di
una verità che è
essa stessa
forma di
salvezza, in
quanto permette
di liberare gli
uomini dai
vincoli di
questo mondo.
«Egli ha
assegnato loro
parte del suo
fuoco, che è il
suo attributo, e
parte del suo
potere; ma non
ha dato ad essi
niente della
pura Luce del
potere che ha
ereditato da sua
Madre. Per tal
motivo ha
dominio sopra di
loro, a causa
della gloria che
era in lui dal
potere della
Luce della
Madre. Perciò ha
permesso che
fosse chiamato
'il dio',
ripudiando la
sostanza dalla
quale era
provenuto... E
contemplò la
creazione sotto
di lui e la
moltitudine
degli angeli al
di sotto di lui
che erano
scaturiti da
lui, e disse
loro: 'Sono un
dio geloso, non
vi è nessuno
all'infuori di
me', con ciò
indicando già
agli angeli al
di sotto di lui
che vi è un
altro Dio;
perché se non vi
fosse nessuno,
di chi sarebbe
geloso?» (42, 13
s.s.; 44, 9
s.s., Till).
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