L'Albero della Gnosi
di Filippo Goti
Tu sei l'albero della gnosi,
quello che è nel paradiso,
quello dal quale ha mangiato il primo uomo.
Esso aprì la sua intelligenza,
esso amo la sua co-immagine,
condannò le altre immagini estranee,
e ne ebbe ripugnanza.
( La gnosi e il mondo, edizioni Tea )
La comunicazione
gnostica è ricca
di immagini,
racconti, e
sottili
allegorie. Gli
antichi gnostici
infatti
ritenevano che
la comunicazione
risultasse
essere uno
strumento
imperfetto per
veicolarle non
solo la Gnosis (
che è pratica ),
ma anche il
riflesso di
esso. Quindi
attraverso
descrizioni
ricche di
particolari
immaginifici,
cercano di
stimolare una
sorta di
invocazione,
evocazione nel
confratello
all'ascolto.
Questa premessa
è doverosa ed
essenziale, e la
comprensione
della
modulazione e
trasmissione del
pensiero
gnostico
fondamentale per
superare
l'aspetto
dialettico, ed
immergersi nel
contenuto, della
stilla di luce
che intende
trasmettere. Ne
discende che è
perfettamente
inutile
ricercare
un'omogeneità
discorsiva, una
congruenza
temporale o
fenomenologica
di quanto gli
scritti
gnostici, anche
se attribuiti ad
uno stesso
autore, in
quanto ciò che è
fondamentale
risulta essere
l'effetto
prodotto
nell'intimo del
lettore o
uditore
gnostico: in una
sorta di
"seminazione"
del cervello.
Questa breve
poesia è tratta
dall'Origine del
Mondo ( edizioni
Tea ), e parla
dell'Albero
della Gnosi, che
come l'Albero
della vita è
collocato nel
Paradiso a
settentrione.
Questo luogo è
un piano
spirituale,
determinato
dalla Giustizia
divina e la
lettura del
testo precedente
lascia
comprendere che
è una "realtà"
di passo per le
anime sulla via
del Pleroma.
Dove l'Albero
della Gnosi è
posto prima
dell'Albero
della Vita. La
funzione di
quest'Albero è
quella di
scuotere le
anime dal sonno
dell'Illusione e
dell'Ignoranza
dei Demoni. Dopo
che l'anima ha
riconosciuto,
giudicato, e
ripudiato le
potenze
demoniache essa
è pronta a
nutrirsi
dell'Albero
della Vita
Eterna, e fare
così ritorno al
Padre Occulto.
In questi
semplici versi,
che in breve
andremo ad
analizzare passo
a passo, è
racchiusa
l'escatologia
gnostica, e la
funzione della
Gnosis. Gnosis è
conoscenza
pratica, dove
attraverso una
fenomenologia
dello Spirito in
virtù della
coscienza
ultrasensibile è
possibile trarre
esperienza di
conoscenza
attraverso
accadimenti
sensibili e
ultrasensibili,
ma sempre
inseriti nel
Cosmo dove
l'uomo gnostico
ha dimora
temporanea. La
conoscenza
assume quindi
valore non solo
di veicolo di
redenzione, e
manifestazione
di redenzione,
ma anche forma,
di profondo
mutamento nella
natura
dell'Uomo, che
grazie ad essa
risorge a nuova
vita, cibandosi
del nutrimento,
i frutti
dell'Albero
della Vita,
della vita
Eterna. E' utile
far notare, come
sarà in seguito
evidenziato
anche nell'esame
del testo, che
il verbo
nutrirsi,
cibarsi, implica
non solamente
ingestione di
una realtà posta
all'esterno
dell'uomo, ma
anche una
trasformazione
dello stesso, e
identificazione
della natura
della stessa.
Come in un
processo
alimentare, dove
il nutrimento
viene portato
alla bocca,
ingerito,
assimilato, e
ricollocato
all'interno
dell'organismo,
qui il
procedimento non
muta, se non
nelle
conseguenze
finali: la
comunione con la
Conoscenza. Essa
essendo frutto
della pratica
individuale, è
componente
intrinseca
dell'uomo
gnostico.
Tu sei l'albero
della gnosi,
Abbiamo il
riconoscimento
da parte dello
gnostico della
Conoscenza, e
della sua
manifestazione
(l'Albero). Ciò
avviene a
livello
intuitivo, per
affinità
elettiva, in
quanto l'Albero
della
Conoscenza, è
prodotto dalla
volontà del
Padre, e quindi
in esso vi è una
stilla della sua
natura, come
nell'uomo
gnostico vi è
una stilla del
Padre. Molto
possiamo
scrivere attorno
al
riconoscimento,
ma basti dire
che esso è
frutto della
rimembranza, del
ricordo, seppur
vago di quanto
era
rappresentativo
della Dimora del
Padre, e che in
virtù della
caduta
pneumatica è
andato perduto.
Ma attraverso le
pratiche
gnostiche è
possibile far
nuovamente
emergere chiazze
di memoria. La
figura
dell'Albero è
anch'essa
indicativa della
ricerca
gnostica, che
trova fondamento
in questo mondo,
per traslare le
esperienze in un
piano
conoscenziale
superiore, e
lambire così,
con i rami
protesi al
cielo, il limite
del Pleroma
stesso.
quello che è nel
paradiso,
Apparentemente
una ripetizione
inutile, non
essenziale. Ma
se oltrepassiamo
il livello
dell'apparire,
riflettendo
sulla condizione
che gli gnostici
ritengono
propria
dell'uomo,
troviamo tale
asserzione
fondamentale.
L'uomo psichico
vive
nell'ignoranza
del Padre, e ciò
provoca
illusione. Esso
è come un nomade
che si muove fra
le nebbie che
tutto avvolgono.
I contorni sono
sfumati, le
distanze
incalcolabili,
la direzione
approssimitiva.
E' facile
errare. Così
nella vita
terrena,
transito di
redenzione, è
facile nutrirsi
di alimenti di
Ignoranza,
confondendoli
per buon cibo.
Ciò porta alla
morte
dell'anima, al
prolungare
l'asservimento.
Se l'albero
della Gnosi è in
Paradiso, è
possibile che
via sia un'altro
Albero della
Gnosi ?
Certamente no.
Se nel mondo del
Padre, tutto è
Amore del Padre
e per il Padre,
vi può essere un
Paradiso ?
Certamente no,
in quanto ne fa
difetto la
causa. Solo
oltre il Padre
vi è il mondo
delle
manifestazioni,
via via più
grossolane. Ne
discende che vi
è un altro
albero della
Gnosi, ma che
esso è solo
apparentemente
tale:
ingannevole.
Quest'albero è
l'erudizione
fine a se
stessa, le cose
di questo mondo
vissute senza
volontà di
conoscenza e di
trascendenza. E'
l'essere come un
foglia in un
mulinello.
quello dal quale
ha mangiato il
primo uomo.
Il Cosmo, il
creato, nella
concezione
cosmogonica
gnostica è
frutto
dell'opera di un
Dio Minore,
cieco ed
ignorante: il
Demiurgo. Egli
memore, grazie
alla Madre,
dell'armonia del
Mondo celeste,
posto ai limiti
del Pleroma, lo
ha ricreato a
sua immagine, ma
la natura del
suo agire era
corrotta e
quindi il suo
frutto è
corrotto, in
quanto causato
da false
premesse. Come
esiste un
Paradiso
Celeste, dove si
vive nella
plenitudine di
Dio, esiste un
Paradiso
Terreste, dove
si vive in un
oblio di Dio. Un
Paradiso frutto
non della
Giustizia del
Padre Autentico,
ma
dell'Ignoranza
del Demiurgo.
Che in un gioco
di specchi
diviene una
trappola dove
perpetuare
l'asservimento
dell'Uomo. In
tale ottica
acquista diversa
luce lo stesso
serpente, che da
tentatore,
diviene
istruttore:
causa della
trasgressione da
parte di Adamo
ed Eva ai voleri
del Demiurgo.
Attraverso il
nutrimento di
quel frutto
l'uomo ha
intuito che è
altra verità, ma
non è ancora in
grado di
afferrarla, e
trattenerla.
Essa è come un
lontano richiamo
che giunge sul
dorso del vento,
un sibilo. Ma è
sufficiente ad
innestare, in
coloro che
maggiormente
sono attenti e
sensibili, una
ricerca continua
di essa.
L'Albero della
Gnosi, ha radici
ovunque, anche
nel falso
Paradiso dove
l'uomo conduce
una vita
tranquilla
nell'oblio del
ricordo di Se,
in balia del
Demiurgo. Esso
ha ovunque
radice perché
nel mondo
dell'immagini e
del fare, il
seme originario
deve essere
comunque divino.
Ricordandoci che
la Luce della
Conoscenza, è
posta al centro
di un universo
di dimenticanza.
La tradizione ci
tramanda che
l'ira del
Demiurgo fu
terribile, e
allontanò l'uomo
infedele, dal
Paradiso
condannandolo ad
una vita di
sofferenza e
privazioni.
Questo atto fu
voluto, per
costringere
l'uomo ad
occuparsi di
cose terrene,
per non
impegnarsi nella
ricerca della
Conoscenza, che
lo avrebbe
liberato
inesorabilmente
dal potere del
Demiurgo. Ma
l'Albero della
Gnosi è ovunque.
Esso aprì la sua
intelligenza,
L'effetto del
frutto
dell'Albero
della
Conoscenza, è
quello di
liberare
l'intelligenza (
intesa come
capacità di
riconoscere il
divino ) dallo
stato di
prigionia in cui
si trova prima
di tale atto. In
tale passaggio,
possiamo trovare
identità fra la
natura di questa
Intelligenza, e
la virtù
teologale
dell'Intelletto
inteso come dono
dello Spirito
Santo, che
feconda
l'intelligenza
umana, con il
seme frutto
dell'intelligenza
divina. In modo
tale che l'uomo
abbia una
diversa chiave
di lettura delle
cose di questo
mondo.
esso amo la sua
co-immagine,
Amore e
Conoscenza, sono
due termini
indissolubilmente
legati nella
Tradizione
Gnostica. Senza
Amore non vi è
Conoscenza, la
Conoscenza è un
frutto
dell'Amore. Più
amiamo più
conosciamo, più
conosciamo
maggiore è
l'intensità con
cui amiamo. Fino
a giungere ad
una frenetica
comunione dove
entrambi gli
attori sono
specula l'uno
dell'altra, come
due diapason che
vibrano alla
medesima
intensità.
L'Albero della
Conoscenza,
frutto
dell'amorevole
giustizia
divina, ama
l'uomo che ama
la Conoscenza.
condannò le
altre immagini
estranee,e ne
ebbe ripugnanza.
L'amore della
conoscenza è
esclusivo, esso
è perfetta
comunione
solamente per
identità
ontologica,
oltre la
similitudine
delle immagini.
La Tradizione
gnostica ci
narra che il
Mondo Celeste è
frutto delle
promanazioni del
Padre Occulto.
Gli Eoni stessi,
esseri di Luce
della sostanza
del Padre, non
possono
abbracciare
appieno il Padre
Stesso, e quindi
modulano la
percezione e la
cognizione che
hanno di esso in
immagine. Da qui
l'Adam Celeste,
di cui l'Adam
Terreste è
Immagine. A
maggior ragione
nel Cosmo,
creato
imperfetto di un
Dio imperfetto,
tutto è forma.
Ma come vi sono
forme proiezioni
di luce, vi sono
forme che in
loro alberga
solamente la
tenebra. Ciò che
non è immagine e
sostanza della
Conoscenza, non
può essere amato
dalla
conoscenza, e
quindi riceve
una condanna da
parte di essa.
In quanto lo
riconosce frutto
di Ignoranza e
Illusione.
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