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Sul Tipo di Conoscenza Gnostica
di Filippo Goti

Tu sei l'albero della gnosi,
quello che è nel paradiso,
quello dal quale ha mangiato il primo uomo.
Esso aprì la sua intelligenza,
esso amo la sua co-immagine,
condannò le altre immagini estranee,
e ne ebbe ripugnanza.

( La gnosi e il mondo, edizioni Tea )

 

Gnosi e gnosticismo sono termini spesso oggi usati come sinonimo, niente di più sbagliato. Sicuramente possiamo affermare che ogni comunità spirituale, o scientifica, propugna una propria gnosi, ma non tutta la gnosi è oggetto di interesse dello gnosticismo.

Cercando quindi di dare un senso a cosa era lo gnosticismo, e di riflesso al tipo di gnosi che è pregante per esso, possiamo affermare:

Lo gnosticismo è un movimento, apparentemente eterogeneo, che trova la propria ragion d'essere nella conoscenza (gnosi), apparso (termine non casuale, ma causale ) in seno all'Impero Romano nei primi tre secoli della nuova era. La gnosi gnostica, è la conoscenza dell'uomo, delle sue radici, e della salvezza da questo mondo, che è ritenuto ontologicamente altro e ostile. Questa gnosi è la conoscenza diretta della propria radice divina, senza mediatori, attraverso quella parte delle facoltà intellettuali, chiamate Logos.

Il Logos permette di accedere alla Sophia, che impersona la sapienza divina(1), occultata attivamente e passivamente, dalle cose di questo mondo. Nei sistemi barbelotiani, e alessandrini in genere, la Sophia è rappresentata come un Eone ( spirito puro ) precipitato dal Pleroma ( il mondo divino ), mettendo in moto la creazione, e formando con le sue successive ipostasi questo piano della manifestazione. Nell'immaginario simbolico gnostico la Sophia e il Logos se pur presentano una radice ontologica che attiene la mondo divino, essi si manifestano sia come entità che si insinuano in questo mondo per guidare lo gnostico, sia come elementi qualitativi dello stesso gnostico.

Ritiene lo gnostico di essere portatore del Pneuma, dello spirito del soffio divino, che è sepolto nell'intimo sottraendosi così al potere delle forze di questo mondo (Arconti), e conducendo l'anima dello gnostico al Pleroma.  

 

La salvezza perfetta è la conoscenza stessa dell'Ineffabile grandezza: perchè essendo venuti attraverso l'Ignoranza, Il Difetto, e la Passione, tutto il sistema generato dall'Ignoranza è dissolto dalla conoscenza. Perciò la conoscenza è la salvezza dell'uomo interiore; e non è corporea , perchè il corpo è corruttibile; non è psichica, perchè anche l'anima è un prodotto del difetto ed è come un abitacolo per lo spiritito: spirituale deve essere perciò anche la forma della salvezza. Per mezzo della conoscenza l'uomo interiore, sprituale, è salvato; perciò a noi è sufficiente la conoscenza dell'essere universale: questa è la vera salvezza

 

In base a quanto sopra riportato possiamo proporre due riflessioni.

La prima che lo gnostico ricerca una propria via individuale, non trasmissibile e non universale, al perchè della propria condizione, attraverso il rifiuto delle convenzioni psicologiche, religiose, e sociali in quanto corrotte e corruttrici.

La seconda è che il tipo di conoscenza gnostica (Gnosi) non è tanto un apporto, una conquista, una proprietà o un possesso, da conseguire o conseguito, ma una vera e propria forza, che dissolve l'uomo duale, frutto della materia e della mente, che come fango ricopre e opprime l'uomo interiore promanazione diretta della radice ontologica di ogni manifestazione.

Nel Vangelo di Maria:

(7)...la materia sarà distrutta, oppure no? Il Salvatore disse: “ Tutte le nature, tutte le formazioni, tutte le creazioni sussistono l’una nell’altra e l’una con l’altra, e saranno nuovamente dissolte nelle proprie radici. Poiché la natura della materia si dissolve soltanto nelle (radici) della sua natura. Chi ha orecchie da intendere, intenda ”.

Si apre adesso un quesito dovuto alla coincidenza fra lo gnosticismo e il cristianesimo, attorno all'utilizzo di identici simboli, e simili miti, che assumono però valenza diversa.

Apparentemente quale differenza può ascriversi al credere dell’uomo di religione, in simboli, liturgia, riti, e gerarchia, dal credere dell’uomo gnostico in un immaginario che spesso si traveste degli identici segni religiosi ?

Vi è coincidenza, siamo in presenza in una sofisticazione intellettuale o dialettica, oppure innanzi ad uno schermo che rivela, e quindi vela due volte, qualcosa di Altro ?

 Anche se la forma del simbolo può essere simile, sono diversi sia il contenuto, che l'approccio al medesimo da parte dello gnostico, rispetto al fedele. Va ricordato che il cristianesimo delle origini ancora non era stato infranto, nella sua spiritualità, dalla sgorbia dell'ortodossia, una varietà di riflessioni ed inflessione cristiane convivevano, o si tolleravano a vicenda, nella ragione in cui il messaggio portato dagli apostoli e dai discepoli, si era implementato con la cultura locale. Assumendo tratti peculiari, a guisa del luogo dove trovava il giusto humus per svilupparsi.

Se quanto sopra risulta essere una logica e storica spiegazione, che considera la varietà cristiana come condizione primitiva della forma spirituale, poi crudelmente repressa dalla forma religiosa, non possiamo esimerci da un ulteriore approfondimento sul credere gnostico.

Il credere ( avente per oggetto il fenomeno divino ) può essere doveroso presupposto, al conoscere ( avente per oggetto la radice divina ), e il conoscere ( avente per oggetto l'indagine del fenomeno divino ), è necessaria condizione al credere ( in un ente divino ).

La differenza fra questo tipo ( nel senso di categoria ) di credere e il fiedismo, si estrinseca nel non essere riconducibile e riducibile al dogmatismo, e quindi alla non dissoluzione della fede né nell’ intelletto, né nell’esperienziale e neppure nell'intuibile.


La gnosi, propria dello gnostico cristiano, riduce l'essere cristiano a mero punto di inizio, o strumento, per una comunione con un divino si extramondano, ma non extraumano, si altro rispetto alla Natura, ma non altro rispetto alla natura dello gnostico.

E' attraverso la gnosi, questa qualità superiore del pensiero, che lo gnostico attraverso il fenomeno e le fenomenologie del divino, si ricongiunge all'ente divino stesso. (3)

Con la conoscenza che si trova quindi ad essere grande strumento, per il compimento della comunione Dio-Uomo Gnostico - Uomo Dio. Una  conoscenza che influenza e determina  non solo l'attore della stessa, ma anche l'oggetto della stessa, in quanto coincidenti e coesistente seppur su due piani ontologici diversi. Risulta quindi che l'attuale condizione umana, transitoria e caduca, altro non è che l'effetto di una privazione di conoscenza, e quindi di coscienza- consapevolezza, e solo attraverso la reintegrazione della medesima si potrà nuovamente assurgere allo stato originario perduto, determinando al contempo un collassamento di questo manifestazione, che si regge sull'occultamento della gnosi. (2)

 

(1)   Ma è anche la sostanza divina, puro Logos, intelletto superiore senza necessità di forma.

 

(2)   Hans Jonas LO GNOSTICISMO: " l'evento umano individuale della conoscenza pneumatica è l'in­verso equivalente dell'evento precosmico universale dell'ignoranza di­vina, e nel suo effetto redentivo è dello stesso ordine ontologico. L'attualizzazione della conoscenza nella persona è nello stesso tempo un atto che si ripercuote nel fondamento generale dell'essere."

 

(3)   E’ attraverso il Logos, che il fenomeno divino viene percepito e reso parte integrante dello gnostico, e la gnosi è quindi sia la comprensione ed implementazione del fenomeno divino, sia l’inflessione con cui lo gnostico si avvicina al fenomeno stesso.

 

 


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