Tu sei l'albero
della gnosi,
quello che è nel
paradiso,
quello dal quale
ha mangiato il
primo uomo.
Esso aprì la sua
intelligenza,
esso amo la sua
co-immagine,
condannò le
altre immagini
estranee,
e ne ebbe
ripugnanza.
( La gnosi e il
mondo, edizioni
Tea )
Gnosi e
gnosticismo sono
termini spesso
oggi usati come
sinonimo, niente
di più
sbagliato.
Sicuramente
possiamo
affermare che
ogni comunità
spirituale, o
scientifica,
propugna una
propria gnosi,
ma non tutta la
gnosi è oggetto
di
interesse dello
gnosticismo.
Cercando quindi
di dare un
senso a
cosa era lo
gnosticismo, e
di riflesso al
tipo di gnosi
che è pregante
per esso,
possiamo
affermare:
Lo gnosticismo è
un movimento,
apparentemente
eterogeneo, che
trova la propria
ragion d'essere
nella conoscenza
(gnosi), apparso
(termine non
casuale, ma
causale ) in
seno all'Impero
Romano nei primi
tre secoli della
nuova era. La
gnosi gnostica,
è la conoscenza
dell'uomo, delle
sue radici, e
della salvezza
da questo mondo,
che è ritenuto
ontologicamente
altro e ostile.
Questa gnosi è
la conoscenza
diretta della
propria radice
divina, senza
mediatori,
attraverso
quella parte
delle facoltà
intellettuali,
chiamate Logos.
Il Logos
permette di
accedere
alla
Sophia,
che
impersona la
sapienza
divina(1),
occultata
attivamente e
passivamente,
dalle cose di
questo mondo.
Nei sistemi
barbelotiani,
e alessandrini
in genere, la
Sophia è
rappresentata
come un
Eone (
spirito puro )
precipitato dal
Pleroma (
il mondo divino
), mettendo in
moto la
creazione, e
formando con
le sue
successive
ipostasi
questo piano
della
manifestazione.
Nell'immaginario
simbolico
gnostico la
Sophia e
il Logos se pur
presentano una
radice
ontologica che
attiene la mondo
divino, essi si
manifestano sia
come entità che
si
insinuano in
questo mondo per
guidare lo
gnostico, sia
come elementi
qualitativi
dello stesso
gnostico.
Ritiene lo
gnostico
di essere
portatore del
Pneuma,
dello spirito
del soffio
divino, che è
sepolto
nell'intimo
sottraendosi
così al potere
delle forze di
questo mondo
(Arconti), e
conducendo
l'anima dello
gnostico al
Pleroma.
La salvezza
perfetta è la
conoscenza
stessa
dell'Ineffabile
grandezza:
perchè
essendo venuti
attraverso
l'Ignoranza, Il
Difetto, e la
Passione, tutto
il sistema
generato
dall'Ignoranza
è
dissolto dalla
conoscenza.
Perciò la
conoscenza è la
salvezza
dell'uomo
interiore; e non
è corporea
,
perchè il
corpo è
corruttibile;
non è psichica,
perchè
anche l'anima è
un prodotto del
difetto ed è
come un
abitacolo per lo
spiritito:
spirituale deve
essere perciò
anche la forma
della salvezza.
Per mezzo della
conoscenza
l'uomo
interiore,
sprituale,
è salvato;
perciò a noi è
sufficiente la
conoscenza
dell'essere
universale:
questa è la vera
salvezza
In base a
quanto sopra
riportato
possiamo
proporre due
riflessioni.
La prima che lo
gnostico ricerca
una propria via
individuale, non
trasmissibile e
non universale,
al
perchè
della propria
condizione,
attraverso il
rifiuto delle
convenzioni
psicologiche,
religiose, e
sociali in
quanto corrotte
e corruttrici.
La seconda è che
il tipo di
conoscenza
gnostica (Gnosi)
non è tanto un
apporto, una
conquista, una
proprietà o un
possesso, da
conseguire o
conseguito, ma
una vera e
propria forza,
che dissolve
l'uomo duale,
frutto della
materia e della
mente, che come
fango ricopre e
opprime l'uomo
interiore
promanazione
diretta della
radice
ontologica
di ogni
manifestazione.
Nel Vangelo di
Maria:
(7)...la
materia sarà
distrutta,
oppure no? Il
Salvatore disse:
“ Tutte le
nature,
tutte le
formazioni,
tutte le
creazioni
sussistono l’una
nell’altra e
l’una con
l’altra, e
saranno
nuovamente
dissolte nelle
proprie radici.
Poiché la natura
della materia si
dissolve
soltanto nelle
(radici) della
sua natura.
Chi ha orecchie
da intendere,
intenda
”.
Si apre adesso
un quesito
dovuto alla
coincidenza fra
lo gnosticismo e
il
cristianesimo,
attorno
all'utilizzo
di
identici
simboli, e
simili miti, che
assumono però
valenza diversa.
Apparentemente
quale differenza
può ascriversi
al credere
dell’uomo di
religione, in
simboli,
liturgia, riti,
e gerarchia, dal
credere
dell’uomo
gnostico in un
immaginario che
spesso si
traveste degli
identici segni
religiosi
?
Vi è
coincidenza,
siamo in
presenza in una
sofisticazione
intellettuale o
dialettica,
oppure innanzi
ad uno schermo
che rivela, e
quindi vela due
volte, qualcosa
di Altro
?
Anche
se la forma del
simbolo può
essere simile,
sono diversi sia
il contenuto,
che l'approccio
al medesimo da
parte dello
gnostico,
rispetto al
fedele. Va
ricordato che il
cristianesimo
delle origini
ancora non era
stato infranto,
nella sua
spiritualità,
dalla sgorbia
dell'ortodossia,
una varietà di
riflessioni ed
inflessione
cristiane
convivevano, o
si
tolleravano
a vicenda, nella
ragione in cui
il messaggio
portato dagli
apostoli e dai
discepoli, si
era implementato
con la cultura
locale.
Assumendo tratti
peculiari, a
guisa del luogo
dove trovava il
giusto humus per
svilupparsi.
Se quanto sopra
risulta essere
una logica e
storica
spiegazione, che
considera la
varietà
cristiana come
condizione
primitiva della
forma
spirituale, poi
crudelmente
repressa dalla
forma religiosa,
non
possiamo
esimerci da un
ulteriore
approfondimento
sul credere
gnostico.
Il credere (
avente per
oggetto il
fenomeno divino
)
può essere
doveroso
presupposto, al
conoscere (
avente per
oggetto la
radice divina ),
e il conoscere (
avente per
oggetto
l'indagine del
fenomeno divino
), è
necessaria
condizione al
credere ( in un
ente divino ).
La differenza
fra questo tipo
( nel senso di
categoria ) di
credere e il
fiedismo,
si
estrinseca
nel non essere
riconducibile e
riducibile al
dogmatismo, e
quindi alla non
dissoluzione
della fede né
nell’
intelletto, né
nell’esperienziale
e neppure
nell'intuibile.
La gnosi,
propria dello
gnostico
cristiano,
riduce l'essere
cristiano a mero
punto
di
inizio, o
strumento, per
una comunione
con un divino si
extramondano, ma
non extraumano,
si altro
rispetto alla
Natura, ma non
altro rispetto
alla natura
dello gnostico.
E' attraverso la
gnosi, questa
qualità
superiore del
pensiero, che lo
gnostico
attraverso il
fenomeno e le
fenomenologie
del divino, si
ricongiunge
all'ente divino
stesso. (3)
Con la
conoscenza che
si trova quindi
ad essere grande
strumento, per
il compimento
della comunione
Dio-Uomo
Gnostico - Uomo
Dio.
Una
conoscenza che
influenza e
determina
non solo
l'attore della
stessa, ma anche
l'oggetto della
stessa, in
quanto
coincidenti e
coesistente
seppur su due
piani ontologici
diversi.
Risulta
quindi che
l'attuale
condizione
umana,
transitoria e
caduca, altro
non è che
l'effetto di una
privazione di
conoscenza, e
quindi di
coscienza-
consapevolezza,
e solo
attraverso la
reintegrazione
della medesima
si potrà
nuovamente
assurgere allo
stato originario
perduto,
determinando al
contempo un
collassamento
di questo
manifestazione,
che si regge
sull'occultamento
della gnosi. (2)
(1)
Ma
è anche la
sostanza divina,
puro Logos,
intelletto
superiore senza
necessità di
forma.
(2)
Hans
Jonas LO
GNOSTICISMO: "
l'evento umano
individuale
della conoscenza
pneumatica è
l'inverso
equivalente
dell'evento
precosmico
universale
dell'ignoranza
divina,
e nel suo
effetto
redentivo
è dello stesso
ordine
ontologico. L'attualizzazione
della conoscenza
nella persona è
nello stesso
tempo un atto
che si
ripercuote nel
fondamento
generale
dell'essere."
(3)
E’ attraverso il
Logos, che il
fenomeno divino
viene
percepito e reso
parte integrante
dello gnostico,
e la gnosi è
quindi sia la
comprensione ed
implementazione
del fenomeno
divino, sia
l’inflessione
con cui lo
gnostico si
avvicina al
fenomeno stesso.