Discorso
Introduttivo
sullo
Gnosticismo
di Filippo Goti
“Non siamo qui
per proporre una
morale gnostica
in sostituzione
di una morale
laica o
religiosa. Siamo
qui per andare
oltre ogni
morale.”
Amo spesso
ripetere, a chi
ha la sventura
di interrogarmi
attorno allo
gnosticismo,
come la materia
del mio amore
sia perniciosa
per i più,
poiché essa pare
adattarsi a ogni
desiderio,
frustrazione, o
disturbo
dell'animo
umano.
Così chi è
depresso o
paranoico
troverà della
propria
condizione
spiegazione
nell'agire di
potenze
terribili, gli
arconti. Potenze
tese a vessarlo,
a mortificarlo,
a ostacolarlo,
giacché anima
caduta dal Regno
del Padre in
questo mondo di
tenebra.
Così chi è
libertino
troverà negli
Ofiti, nei
Naaseni, nei
Carpocraziani,
nelle pratiche e
nei misteri da
essi proclamati,
la cagione del
proprio agire.
Così chi segue
la via
dell'astinenza
vedrà nei
perfetti catari
un modello per
mondare la
corruttibile
carne dalle
passioni della
vita.
Così il
paranoico, il
visionario
sostenitore di
complotti, vedrà
nei tormenti
politici ed
economici di
questo mondo
l'agire
visibile,
dell'invisibile
Demiurgo e dei
suoi burattini
umani.
Così potrei
continuare per
pagine, per ore,
a narrare degli
uomini e dello
gnosticismo.
Vi è un però: Lo
Gnosticismo è
prima di questi
uomini e delle
loro debolezze,
poiché esso non
parla delle cose
di questo mondo,
ma offre un
dialogo
interiore ai
pochi che
avranno la
capacità di
udire quanto
sommessamente
sussurrato fra
le chimere
gnostiche dei
Barbelotiani,
quanto celato
negli arabeschi
poetici di Mani,
o sfiorato nella
metafisica di
Valentino e
Basilide.
Lo gnosticismo
non si rivolge
ai deboli
sconfitti dalla
vita, ai perduti
nelle cose di
questo mondo,
agli inebriati
dalle pulsioni
che la natura
offre. Giacché
esso non parla
di natura, esso
non esalta
l'oblio, esso
non offre
pulsioni che
portano fuori di
noi. Al
contrario lo
gnosticismo è
quel faro
sapienziale che
illumina e guida
chi volge le
spalle alle cose
di questo mondo,
che mostra la
via a chi
desidera il
ritorno alla
Dimora Celeste,
che dona il
nettare di luce
a chi non si
stordisce.
Comprendiamo
bene il sottile
diaframma che
separa l'animo
sofferente
bisognoso di
conforto e
spiegazione per
il male che lo
divora,
dall’uomo che
incarna un'etica
gnostica. Il
primo è come un
albero divelto
dalle proprie
radici che si
chiede del
perché del
vento, il
secondo è come
quell'albero
saldo nelle
proprie radici
che irride il
vento.
So bene che
quanto sopra
espresso
potrebbe
sembrare ai più
capzioso,
ermetico,
indecifrabile,
ma se questi si
soffermassero a
riflettere che
non dobbiamo
cercare
spiegazione alle
cose di questo
mondo, poiché
esso è illusorio
e caduco
(illusorio
giacché mai
eguale a se
stesso, caduco
in quanto
destinato alla
consunzione),
converrebbero
che è inutile
cercar conforto
per
l'ineluttabile.
Ed è altrettanto
inutile e
pernicioso il
piegare una
tradizione, alle
cose e ai
bisogni di
questo mondo,
poiché così
facendo non si
compie nessun
passo, per
uscire dalla
propria
condizione di
sofferenza.
L'unica via è la
costante
negazione delle
cose tutte,
negando la loro
fisicità, e la
loro inferenza
emotiva.
10.) La luce e
le tenebre, la
vita e la morte,
ciò che è a
destra e ciò che
è a sinistra,
sono fratelli
fra di loro: non
è possibile
separarli. Per
questo motivo né
i buoni sono
buoni, né i
cattivi sono
cattivi, né la
vita è vita, né
la morte è
morte. Perciò
ciascuna cosa
sarà distinta
secondo
l'origine del
suo essere. Ma
quelli che sono
innalzati sopra
il mondo sono
indissolubili ed
eterni. (Vangelo
di Filippo)
Questo è
l'insegnamento
dello
gnosticismo, o
almeno una parte
di quanto gli
antichi e saggi
maestri hanno
testimoniato, e
chiedo se possa
seppur
lontanamente
adattarsi a
veste di chi
soffre
costantemente.
Chi sempre
soffre, è colui
che sempre è
impiegato ed
impegnato dalle
cose di questo
mondo, e il suo
parlar di
spirito, e solo
un rimosso, un
occultamento,
del suo
desiderare le
cose di questo
mondo.
Lo gnosticismo
scrive e dispone
a priori
dell'uomo e
delle sue
relazioni, e non
è misura di
lettura
dell'uomo e
delle sue
relazioni.
Poiché esso
recidendo ogni
rapporto fra la
Creazione, ivi
compresa la
Creatura Umana,
e la Radice
Spirituale
toglie all'uomo
gnostico ogni
destino, lo
libera dal
destino stesso.
Consacrando così
l'uomo a
sacerdote di se
stesso, eroe
solare per
eccellenza: un
eroe sacerdote.
Quando ti viene
detto che non vi
sarà intervento
divino a
liberarti alla
fine del tuo
transito
terreno, e
neppure
accoglienza
nell'utero della
natura, allora
dove volgerai lo
sguardo se non
in te stesso ?
Comprendo fin
troppo bene la
brutalità
essenziale di
quanto sopra
esposto, e le
devastanti
implicazioni che
essa offre. Così
come prendere un
passerotto
appena nato, e
gettarlo oltre
il bordo del
nido affinchè
possa volare al
più presto. E'
crudeltà ?! E'
forse dato di
sapere quando il
falco si
precipiterà su
di lui ? Così la
condizione umana
è ignava
rispetto a
quando i giorni
saranno
consunti, le ore
disperse, e i
minuti ridotti
in polvere. Così
lo gnosticismo
non è l'arte del
volo, e neppure
la necessità del
volo, ma la
consapevolezza
che alla fine il
falco giungerà a
gremire poiché
questo è nella
logica delle
cose tutte.
7.) Coloro che
seminano
d'inverno
raccolgono
d'estate:
l'inverno è il
mondo, l'estate
è l'altro eone.
Seminiamo nel
mondo per poter
poi raccogliere
in estate. Per
questo motivo
non conviene che
durante
l'inverno noi
preghiamo:
subito dopo
l'inverno viene
l'estate, e chi
raccoglierà
d'inverno non
raccoglierà, ma
racimolerà.
(Vangelo di
Filippo)
Cosa suggerisce
lo gnosticismo
?! Che questo
mondo oltre ad
essere caduco e
illusorio, come
negare ciò, è
anche vorace
delle cose
caduche e
illusorie che
esso creare in
continuazione.
Perché
attraverso di
esso si alimenta
e si perpetua,
poiché non vi è
ragione altra
che la
perpetuazione
attraverso una
logica
autoportante,
tesa al
sostentamento
inerziale di
quegli stessi
meccanismi che
stanno alla base
del mondo: La
Creazione e la
Cannibalizzazione
delle forme fra
le forme.
...la materia
sarà distrutta,
oppure no? Il
Salvatore disse:
"Tutte le
nature, tutte le
formazioni,
tutte le
creazioni
sussistono l'una
nell'altra e
l'una con
l'altra, e
saranno
nuovamente
dissolte nelle
proprie radici.
Poiché la natura
della materia si
dissolve
soltanto nelle
radici della sua
natura".
(Vangelo di
Maria)
Osserviamo come
la Natura in
continuazione,
per eoni
interminabili e
innumerevoli, ha
forgiato forme,
contenitori di
stolta argilla,
impastando così
come creta,
sangue, sperma,
carne, nervi e
ossa: forme
alcune più
resistenti,
altre più
longeve, altre
più
intelligenti,
altre ancora
deboli, effimere
o stupide. Per
amore tutto ciò
? E' per amore
che un infante
nasce deforme,
che un insetto
vive pochi
istanti, che un
predatore
dilania la
propria vittima,
che un uomo
ferisce un altro
uomo in mille e
mille modi
diversi ? Non è
amore è semplice
calcolo, poiché
la vita preserva
se stessa,
incarnandosi e
animando ciò che
prima era
soltanto materia
inerte. Giacché
se dobbiamo
preservare un
olio prezioso,
lo porremo tutto
in un'unica
anfora, oppure
lo suddivideremo
in una
moltitudine di
esse, dalle
varie forme e
ceselli ? Così
la Natura agisce
e dispone.
"La materia
diede origine a
una passione
senza uguali,
che procedette
da qualcosa che
è contro natura.
Ne venne allora
un disordine in
tutto il corpo.
Per questo
motivo vi dissi:
Fatevi coraggio!
Se siete
afflitti, fatevi
coraggio, in
presenza delle
molteplici forme
della natura".
(Vangelo di
Maria)
Lo gnosticismo
non ha odio
verso le cose di
questo mondo, e
non ha neppure
trasporto verso
di esse, poiché
lo gnosticismo
non parla della
vita, ma della
Conoscenza
intesa come
forma e veicolo
di salvezza dal
ciclo naturale.
La Conoscenza di
tipo gnostico
non è rifiuto
delle cose di
questo mondo, ma
del potere che
le cose di
questo mondo
esercitano
sull'uomo: essa
si traduce così
in una forma
spirituale e
mentale che non
può essere
appresa, o
imitata, ma
solamente
espressa da
colui che già è.
Verrebbe quindi
da chiedere se
lo gnostico è
tale per
nascita, ammesso
e non concesso
che esista una
nascita e non
piuttosto una
prosecuzione, a
quale fine le
scuole, i testi,
lo stesso
gnosticismo
inteso come
tradizione
disvelata ? E'
bene precisare
che gli aspetti
esteriori dello
gnosticismo, i
simboli, i
testi, i maestri
altro non
rappresentano
che affioramenti
carsici.
Necessari
non solo
affinché coloro
che sono
immemori trovino
la memoria, ma
anche affinché
coloro che in
questo
momentaneo
transito abbiano
la possibilità
di farsi
fecondare da
quegli elementi
che potrebbero
contribuire ad
un futuro
risveglio nei
prossimi
transiti.
Avevo
dimenticato il
suo splendore,
avendolo
lasciato da
bambino nella
casa di mio
Padre. Mentre
ora osservavo il
vestito, mi
sembrò che
diventasse
improvvisamente
uno
specchio-immagine
di me stesso: mi
vidi tutto
intero in esso
ed esso tutto
vidi in me,
cosicché eravamo
due separati
eppure ancora
uno per
l'eguaglianza
della forma.
(Inno della
Perla)
Questo breve
contributo, non
ha altro scopo
che introdurre
una serie di
lavori, che
hanno come
volontà quella
di enucleare e
sviluppare i
seguenti punti:
1. Antropologia
Gnostica
2. Etica
Gnostica
3. Lo Gnostico e
il Tempo
4. Lo
Gnosticismo e
l'Ermetismo
5. Attorno ai
capisaldi della
Tradizione
Gnostica
6. Le varie
forme dello
Gnosticismo.
7. La Tradizione
Gnostica.
8. Gnosticismo e
neognosticismo
Alcuni di questi
punti sono già
stati
sviluppati,
seppur in modo
embrionale, in
precedenti
lavori, altri
devono ancora
essere esposti.
In entrambi i
casi obiettivo è
quello di
fornire un
lavoro organico
attorno a quella
che è la
prospettiva
gnostica.
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