Una delle figure
maggiormente
avvolte nelle
nebbie della
leggenda
gnostica, ma
quantunque
fondamentale per
la rilevanza
storica ad essa
attribuita,
risulta essere
quella di
Dositeo (Dusis,
Dousis o Dosthai).
Le rare voci
giunte fino a
noi lo dipingono
come un seguace
di Giovanni
Battista,
fondatore di
molteplici
comunità
mistiche
precristiane o
contemporanee al
Cristo fattosi
uomo, e
iniziatore di
Simon Mago.
Niente di certo
è possibile
assicurare su
questo uomo,
come del resto
del suo illustre
allievo, e il
poco in nostro
possesso è
frutto degli
scritti dei
primi
eresiologhi (
Cronaca
Samaritana e
Cronaca di
Aboulfatah), che
lo dipingono
come ostile e
avversario
all'insegnamento
di Gesù. E' a
mio avviso
rilevante che la
contemporaneità
delle due
figure, quella
di Dositeo e
quella del
Cristo, non è
tanto indice di
conflittualità,
quanto piuttosto
dell'estrema
fecondità
misterica e
mistica della
Samaria, terra
di profeti,
mistici, sette,
e strada di
passo fra
Egitto, Roma e
Siria. Così da
avvalere
l'ipotesi
dell'origine
precristiana
dello
gnosticismo
stesso.
Alcuni
testimonianze
portano a
credere che
Dositeo fosse
originario
dell'Arabia,
terra fertile di
sette mistiche,
portatore quindi
di tradizioni
esoteriche e
astrologiche
fenice e
zoroastriane (
precursori
quindi della
gnosi iranica ),
che coniugò con
il ribollente
panorama
religioso
ebraico di
frangia così
connaturato alla
terra di Samaria.
Ancora una
leggenda lo
vuole fondatore
della setta dei
Sadducei, altra
appartenente al
gruppo dei
trenta
discepoli.
Qualunque sia la
verità, è
innegabile la
rilevanza che
questa figura ha
rivestito al
tempo in cui il
cristianesimo
vide la luce.
Dositeo fondò
molteplici
comunità, che
per struttura
ricordano quelle
Essene
(comunione,
frugalità, testi
segreti,
trasmissione da
maestro a
discepoli ), e
che sono
sopravvissute
fino al sesto
secolo dell'era
cristiana.
Autoproclamatosi
profeta perfetto
simile a Mosè, e
quindi sacerdote
e mago,
rivendicava
automaticamente
una veste
messianica alla
sua venuta, e
cioè di
intermediario
fra uomo e
divino, in grado
di mutare
l'avvenire
dell'umanità
stessa. Quindi
non un semplice
profeta, un
mistico, un
Maestro, ma
autentica
incarnazione del
logos divino
portatore di
mutamento
individuale e
storico.
Poche sono le
testimonianze, e
tutte indirette,
sulla dottrina
di questo
profeta. Il
sistema trova
fondamento su
base lunare,
composto da
ventinove
discepoli maschi
e un discepolo
femmina, dal
nome Elena, sua
compagna.
Dositeo al
centro
rappresenta
l'Uno
Immutabile, che
trasmette la
conoscenza
attraverso la
compagna e
prediletta Elena
( Selene in
Greco, uno dei
nomi della Luna,
due annotazioni
in proposito. La
prima concernete
la coincidenza
nominale, e ciò
lascia supporre
anche
sostanziale e
dottrinale, con
la compagna di
Simon Mago, e
l'altra storica
Elena di Sparta
sposa ad un
principe di
Troia città
legata al culto
di Apollo ).
E' possibile
riscontrare nel
pensiero di
Dositeo il
precursore della
linea
Barbelotiana, e
della cosmogonia
dei trenta eoni
di Valentino,
dove Elena, così
come Sophia, è
l'elemento di
congiunzione fra
il mondo
immutabile del
divino, e il
mondo mutabile
dell'uomo, fra
il superiore e
l'inferiore,
eterno elemento
di caduta e di
ritorno.