In molti sistemi
gnostici (barbelotiani,
alessandrini,
ecc..) compare
il concetto di
eone. Brevemente
possiamo notare
come il termine
eone deriva dal
greco aion, il
cui significato
è da ricercarsi
in eternità e
durata. Essendo
gli eoni le
emanazioni della
radice divina
che compongono
il Pleroma (da
Plenitudine-Pienezza,
la sfera celeste
contigua e
avviluppante la
radice
spirituale, e
formata da tutti
gli eoni),
possiamo
affermare che
essi perdurano
nell'eternità
eguali a se
stessi. E'
ancora
interessante
notare come il
nome di Aion lo
troviamo in
alcuni sistemi
mitologici, come
divinità legata
al Tempo e
all'Eternità,
oppure nello
stesso mito
della Caverna di
Platone.
Soffermandoci
proprio sulla
filosofia
dell'Antica
Grecia possiamo
accostare gli
Eoni, sia alle
divinità
iperuraniche,
che nella
filosofica
platonica erano
custodi del
mondo delle Idee
(per divinità
iperuranica
dobbiamo
intendere una
potenza celeste,
estranea al
mondo del
sensibile),
oppure alle
ipostasi nella
filosofia
neoplatonica e
in particolare a
Plotino. Le
ipostasi
(termine
composto di
origine greca:
hypostasis,
da hypo,
«sotto», e
stasis,
«stare») è la
generazione di
immagini, o
espressioni
divine che sono
sott’ordinate
all'Uno, e che
danno sostanza
ai vari piani
ontologici.
Valentino, forse
il più fine
pensatore
gnostico di
scuola
alessandrina,
nel suo sistema
aveva postulato
l'esistenza di
30 eoni diversi.
Il primo Eone è
Bythos (Abisso),
diretta
emanazione della
radice
spirituale
suprema, esso ha
in se, o emana,
un altro eone di
nome Sige
(Silenzio), a
seguire ogni
coppia di eoni
emana un'altra
coppia e così a
costuire la
gerarchia
spirituale
valentinana:
Kaen (Potere) e
Akhana (Amore)
Nous (Mente) e
Aletheia
(Verità)
Sermo (Parola) e
Vita
Anthropos (Uomo
Primogenio) ed
Ecclesia
(Chiesa)
Bythios
(Profondo) e
Mixis
(Miscuglio)
Ageratos (Mai
vecchio) ed
Henosis (Unione)
Autophyes
(Natura
essenziale) ed
Hedone (Piacere)
Acinetos
(Inamovibile) e
Syncrasis
(Unione)
Monogenes
(Unico-generato)
e Macaria
(Felicità)
Paracletus
(Consolatore) e
Pistis (Fede)
Patricas
(Paterno) ed
Elpis (Speranza)
Metricos
(Materno) ed
Agape (Amore
Fraterno)
Ainos
(Preghiera) e
Synesis
(Intelligenza)
Ecclesiasticus
(Figlio ella
Ecclesia) e
Macariotes
(Beatitudine)
Theletus
(Perfetto) e
Sophia
(Saggezza)
A prescindere
dal numero e
dalla
definizione
degli eoni che
compongono il
Pleroma, è utile
comprendere
l'essenzialità
filosofica che
essi
rappresentano.
Non siamo alla
presenza di un
sistema
creazionistico o
generativo; non
abbiamo
un'esistenza
degli eoni ex
nihilo (dal
niente), ma un
processo
emanazionistico,
dove la radice
prima, l'essere
perfetto eguale
a se stesso ed
immutabile,
proietta da se
stesso, fuori se
stesso (e quindi
ritraendosi)
delle potenze a
lui inferiori, e
di sostanza
diversa.
Da ciò ne
consegue una
"frattura
ontologica" che
avviene
all'interno del
mondo divino,
fra gli emanati
e l'ente
emanatore. Nei
sistemi
barbelotiani (in
cui è centrale
nell’architettura
cosmogonica una
o più figure
"femminili" del
divino) è la
sola Barbelo che
può volgere il
proprio orante
sguardo verso la
fonte spirituale
suprema, e
nessun altro; ed
è proprio in
cagione di
questa
separazione che
l'ultimo fra gli
eoni detto
Sophia, preso
dal desiderio
della comunione
con la fonte
causa la
cosiddetta
"caduta
pneumatica"
(pneuma-spirito).
Non è questo il
luogo per
affrontare
filosoficamente
la differenza
che divide il
desiderio dalla
volontà, anche
se entrambi sono
produttivi di
atti, che
mitologicamente
descriveranno la
formazione dei
vari piani della
creazione. Altra
annotazione
degna di nota
riguarda il
concetto di
Sigizia, che
concerne la
natura binaria
degli Eoni. Esso
sottintende ad
una distinta e
distinguibile
natura maschile
e femminile, ma
profondamente
complementare;
teorizzazione
questa cara
anche a sistemi
filosofici
orientali. E'
bene ricordare,
molti hanno a
dimenticarsene,
che il maschile
e il femminile
umani, sono
pallidi riflessi
del maschile e
femminile che
gli antichi
gnostici
narravano
riferendosi al
divino. In
assenza di
gerarchizzazione,
ma avendo a
riguardo della
complementarità
insita in loro,
gli gnostici si
riferivano alla
capacità
ricettiva del
femminile, e
alla capacità
trasmissiva del
maschile. Basti
pensare come la
Sophia riceve
nel Pleroma,
come del resto
ogni altro eone,
è formativa del
mondo inferiore,
ma vi trasmette
anche
involontariamente
il Pneuma
(quindi
maschile).
Uno degli errori
maggiormente
frequenti è
l'accostamento
degli eoni agli
angeli; niente
di più errato.
La cosmogonia
gnostica
distingue un
mondo
pneumatico/spirituale,
spesso chiamato
mondo di luce, e
un mondo di
tenebra. Il
primo
espressione
immediata della
Radice Prima, il
secondo
conseguenza
della caduta.
Gli angeli, così
come i demoni,
così come gli
arconti di cui
sono entrambi
creazione,
afferiscono a
questo secondo
mondo. Nella
lettura di testi
barbelotiani si
incontra la
creazione di
Adam da parte
degli Arconti;
che lasciano a
365 angeli il
compito di
formare il corpo
dell'uomo,
composto
dall'impasto di
acqua, terra,
fuoco, e vento,
e soggiogato da
passioni e
desideri.
Successivamente
Adam viene posto
all'interno
dell'Eden, che
assume
significato di
prigione per il
Pneuma.
Per identico
motivo non
possiamo
certamente
accomunare gli
Eoni alle
Sephiroth, in
quanto
tradizionalmente
esse sono agenti
della fase del
dispiegamento
polare della
manifestazione,
e nello
gnosticismo essa
è ingannevole,
in quanto
contiene in se
potenze e forze
atte a sviare
l'uomo dal
ritorno al Mondo
di Luce: la
creazione è
arcontica o
demiurgica.
Rimanendo in
ambito di
cabala, e
volendo creare
un parallelismo
per quanto
arduo, possiamo
suggerire come
il Pleroma
rappresenti
Atzilut, e cioè
il mondo
prossimo al
divino, popolato
da realtà
chiamate
Partzufim.
La caduta della
Sophia la
possiamo
accomunare a
Briah,
“Creazione”.
Questo è il
primo mondo a
trovarsi “al di
fuori”, come
dice
l’etimologia di
Briah, che viene
da BAR =
“esterno”. Si
tratta della
creazione “yesh
mi Ain”, “un
qualcosa dal
nulla”, o
ex-nihilo
La Creazione del
Demiurgo e degli
Arconti a
Yetzirah, o
Formazione.
Mentre il mondo
di Adamo a
Assiah, il mondo
del Fare. La
parte più bassa
di tale universo
è quella fisica
e materiale.
Infine
concludiamo
questo breve
lavoro alcuni
passi di Ireneo
e Tertulliano
sugli Eoni.
“Pertanto
tutti (gli Eoni)
sono posti sullo
stesso piano per
quel che
riguarda la loro
forma e la loro
conoscenza,
ridotti tutti ad
essere quello
che è ciascuno.
Nessuno è altro
poiché tutti
sono gli altri”
(Tertulliano,
Contro i
Valentiniani,
12, 1).
“Tutti
quanti (gli
Eoni) sono
oramai uguali
anche per la
forma, a maggior
ragione per il
pensiero […] e
pongono in
comune tutto
quello di più
buono e più
bello in cui
ciascuno
eccelleva” (Tertulliano,
Contro i
Valentiniani,
12, 3).
“Tutti
quanti (gli
Eoni) mettevano
insieme un unico
bene, cioè
quello che erano
tutti quanti” (Tertulliano,
Contro i
Valentiniani,
12, 4).
“Gli
Eoni risultano
tutti della
stessa natura
del Padre, solo
quanto alla
grandezza e non
quanto alla
natura
differendo gli
uni dagli altri
poiché
completano la
grandezza del
Padre come le
dita completano
la mano” (Ireneo
di Lione, Contro
le Eresie, II,
17, 6).