04 Gennaio 2009,
questo mio
scritto
rettifica,
integra, e
ammenda ogni mio
scritto
precedente.
Ponendoci come
domanda quale
legame
tradizionale,
quale forma e
quale corpo
docetico
dovrebbero
comporre una
realtà quanto
più prossima
allo spirito
dello
gnosticismo, non
possiamo
esimerci di
affrontare
queste questioni
metodologiche,
senza prima
interrogarci
appieno
soll'opportunità
di tale
iniziativa. La
quale, come
tutte le opere
di risveglio e
svelamento al
mondo profano
non è certo
priva di quei
rischi legati
alla sfera
psicologica,
sociale e
sottile. Fra i
primi, cioè
quelli legati
alla sfera
psicologica,
annoveriamo
quell'umana
tendenza di
considerare ciò
che è
alternativo come
avverso, in una
logica di
detenzione della
verità esclusiva
privativa della
verità incarnata
altrove. Del
resto non
possiamo che
biasimare coloro
che intendono
vivere la
spiritualità, in
genere, e lo
gnosticismo in
particolare come
una forma di
auto
legittimazione
per il loro
disprezzo verso
forme religiose.
E’ doppiamente
errata questa
posizione in
quanto lo
gnosticismo
essendo fenomeno
spirituale non
può e non deve
essere posto a
confronto con
una qualsiasi
realtà
religiosa,
essendo due
espressioni
diverse. Legata
la religione ad
una sfera
mesoterica,
mediana fra il
mondo sociale e
il mondo del
sacro, e lo
gnosticismo
sfera esoterica,
quindi
pienamente
distolta da ogni
influenza e
medianità
sociale. Ancor
più errata
questa tesi poi
se andiamo a
considerare come
lo gnostico
persegue un fine
di liberazione
assoluto, ed è
quindi veramente
assurdo provare
qualsiasi
velleità verso
elementi e
strutture per
loro natura
psichici o
ilici; se ciò
sussiste allora
dobbiamo
considerare che
colui che
pretende di
essere in realtà
non è. Inoltre
mi si permetta
di ricordare
come le grandi
religioni, a
prescindere
della posizione
di ognuno di noi
verso le stesse,
rappresentano
delle vere e
proprie arche
che traghettano
nel mare dei
secoli e dei
millenni un
patrimonio
simbolico e
rituale a loro
precedente.
Risulta quindi
indice di miopia
ed
autolesionismo
l'avversarle,
quando piuttosto
sarebbe
maggiormente
consigliabile
una sorta di
pragmatismo
spirituale ed
operativo nei
loro confronti.
Unitamente
rivolgo
un'ulteriore
riflessione:
nostro compito
non è tanto
quello di
contendere,
quanto piuttosto
quello di
cogliere ciò che
è offerto, e
strumentalmente
impegnarlo per
acquisire altro
di più profondo
ed immutabile.
Così come il
contadino non
raccoglie semi
per farne
tesoro, ma
raccoglie semi
per poi
coltivarli e
avere un
raccolto di
abbondanza. Solo
morendo il seme
da frutto, ma
per avere frutti
dobbiamo avere
il seme.
Attorno ai
rischi connessi
alla sfera
sociale dobbiamo
notare che le
nostre
iniziative tese
alla
divulgazione e
alla formazione,
fino ad oggi non
hanno incontrato
eccessivi
ostacoli se non
quelli mossi da
qualche isolata
squilibrata, o
dal fazioso di
turno. Non
possiamo però
non tenere nel
debito conto che
l'emersione di
una realtà che
autenticamente
si richiama al
messaggio
gnostico
storico, e con
fierezza e
cognizione di
causa reclama il
diritto di
annunciare che
il cristianesimo
non nasce il
fatidico anno
zero, e che non
può essere
ricondotto e
ridotto alla
novella
cattolica o alle
radici
giudaiche, non
possa attirare
qualche
reazione.
Attenzioni
malevoli specie
se consideriamo
che essa
non nasce già
screditata in
partenza,
essendo monda da
venature
massoniche, new
age e
teosofiche, le
quali sembrano
oramai
influenzare,
quando non
determinare, nei
loro aspetti
degeneri, la
quasi totalità
del panorama
esoterico
occidentale.
Venendo poi alla
questione legata
alla sfera
sottile, in
se sicuramente
più
significativa
per i
ricercatori
della conoscenza
senza
mediazioni,
dobbiamo
ascrivere ad
esse due
categorie di
flussi di cui
essa è composta.
Chi ha ben
compreso
l'articolazione
d'Opera
Laboriosa che
intendiamo, in
raccordo con
l'autentica
tradizione
gnostica, avrà
notato che essa
non dispone di
mediazione
alcuna, e che
tende come un
dardo alla
catarsi
interiore.
L'impresa
titanica che
presuppone può
infrangere i
vasi di coccio
in modo
irreparabile, e
questo è uno dei
rischi sottili
che possiamo
ascrivere alla
sfera
individuale.
L'altra specie
di rischio è
quella relativa
al risveglio di
una corrente
magica ed
operativa pura,
e quindi non
omologabile, non
ricomponibile, e
autenticamente
diversa rispetto
a quando oggi
proposto.
Inoltre dobbiamo
considerare la
concreta
possibilità, in
ragione del
carico
iniziatico e per
la natura di
essenziale
trasversalità
dello
gnosticismo di
subordinare ad
essa ogni altra
corrente magica
ed operativa che
per propria
natura, o
pavidità ed
inadeguatezza
dei suoi
magister ha
rinunciato o si
è scollata
rispetto alla
radice
metafisica in
cui trova
sussistenza.
Se questi
sommariamente
sono i rischi,
il cui
approfondimento
è inutile per
chi ha compreso
ed è eccessivo
per lo
svolgimento del
presente lavoro,
adesso andremo a
trattare
dell'opportunità
di tale
risveglio e
svelamento.
In realtà il
termine risveglio è
in se falso e al
contempo
veritiero.
Falso in quanto
lo gnosticismo
ha vivificato
occultamente
tutto
l'esoterismo
occidentale,
fino ad
includersi anche
in ambiti
religiosi
influenzandoli
profondamente.
Non
dimentichiamo
che la lettura
allegorica, la
cristologia, la
questione del
divino
nell'uomo, si
devono ai primi
maestri gnostici
che hanno saputo
leggere su di un
altro piano, o
meglio che hanno
saputo
preservare sul
piano legittimo,
una novella di
rinascita. La
quale se
lasciata
altrimenti in
mani profane, o
a disposizioni
di volontà non
rivolte al
sacro, si
sarebbe tradotta
in semplici
precetti morali
e sociali.
Elementi
gnostici sono
presenti in
molteplici
scuole
esoteriche e
strutture
iniziatiche,
quasi a voler da
un lato
ricordare donde
tutto è partito,
e dall'altro la
pochezza
propositiva e la
limitatezza
originale di
queste
organizzazioni,
o la loro
incompiuta
trasformazione.
Risveglio assume
senso di verità
se consideriamo
che
integralmente
oggi è assente
una umana
fratellanza, che
senza
ondeggiamenti di
sorta, incarni
lo spirito
gnostico: che in
altri termini
essa sia congrua
forma, ad
autentico
contenuto.
Inoltre dobbiamo
intendere
risveglio anche,
e sopratutto,
sotto il profilo
magico
operativo; ove
fratelli,
struttura,
docetica,
operatività e
radice
spirituale siano
cosa unica,
integra e pura.
Attorno allo svelamento dobbiamo
considerare che
se è vero il
detto Omnia
munda mundis ,
è altrettanto
vero che si
necessita di
raccogliere i
fratelli attorno
ad una casa
comune, che ne
sia specchio e
scrigno. In modo
da unire ciò che
fino ad oggi è
andato disperso.
E' inoltre da
considerare non
secondaria
l'utilità di un
centro di
divulgazione e
ricerca, non
solo dialettica
ma anche frutto
di una lettura
profonda e
tradotta in
chiave d'opera,
di quel
patrimonio
filosofico e
immaginifico che
lo gnosticismo
ha lasciato
all'uomo, e che
è stato
precursore di
tante scienze
umanistiche oggi
degenerate in
quanto recise
dalle radici
vitali.
Ecco quindi una
visione
integrale dello
sviluppo umano,
incentrata su di
una realtà che
in se sia
completa ed
originale,
capace di
investire il
centro
intellettuale
così come quello
spirituale
dell'adepto;
senza avere
necessità alcuna
di inclusioni
esterne ed
estranee onde
comporsi. Ovvio
che ciò non
esclude lo
studio di altro,
ma ciò avviene
esternamente e
giammai
internamente a
questa realtà
così come è
pensata, onde
evitare che alla
lunga sia
nuovamente
mischiato ciò
che è intento
dividere per
rispetto
dell'uno e
dell'altro.
Dopo aver
sviscerato le
questioni legate
ai rischi e
all'opportunità,
andiamo adesso
ad analizzare i
punti nodali del
rapporto
tradizionale,
della forma, e
del corpo
docetico di
questa
struttura, e
proporre così un
impianto di
studio e di
opera congruo.
L'impegno
personale in
strutture
iniziatiche e
scuole
esoteriche, così
come lo studio e
l'osservazione,
mi hanno portato
a ritenere che la Tradizione ha
più sembianze di
un fiume
carsico,
piuttosto che di
una catena di
anelli. Non
pongo
assolutamente in
dubbio, in
quanto essendo
parte di tale
catena, della
legittimità di
tale visione
della tradizione
e
dell'iniziazione,
ma per buona
coscienza
dobbiamo anche
affermare che
trattasi di
regolarità intra
specula, che
hanno cioè
valore interno
in quanto
permettono
all'iniziato di
operare con
strumenti
all'uopo
preposti e con
specifiche
correnti
energetiche più
o meno
finalizzate al
perseguimento di
un obiettivo
proposto e
preposto. Del
resto non
crediamo, a
differenza di
altri, che un
rito mantenga
efficacia
solamente perchè
interrottamente
riproposto e
sommariamente
inalterato, a
prescindere
della saldezza e
delle qualità
della catena
umana che lo
vivifica e che
da esso viene
vivificata.
Anche strutture
tradizionali
possono essere
dei gusci vuoti,
e ricettacoli di
influenze
psichiche; la
verità di queste
parole sta
nell'osservazione
di mali che
hanno colpito
proprio alcune
di esse.
La realtà o
virtualità di
un'iniziazione
oltre al diverso
contesto in cui
è conseguita, è
frutto non per
ultimo delle
qualità e delle
attitudini in
parte
dell'iniziatore,
e in somma parte
dell'iniziato.
In caso
contrario
dobbiamo
concludere che
un manico di
scopa iniziato
in tempio,
divenga albero
di vita e
conoscenza; la
prova dei fatti
ci dimostra
spesso l'esatto
contrario.
La Tradizione essendo
realtà
metafisica,
intuibile
attraverso quel
tipo di pensiero
superiore come
il lampo è
visibile per chi
alza gli occhi
al cielo, tende
ad incarnarsi in
quegli uomini e
donne meritevoli
di saperla
raccogliere in
guisa di una
coppa che
solamente quando
è vuota è capace
di essere
colmata. Ed è
questo singolo
individuo in
virtù del
proprio essere
pneumatico che
può sanare o
risvegliare un
rito, e
governare una
corrente magica,
o aggiungere
anello reale ad
una catena
iniziatica.
Orbene si potrà
obiettare
attorno a questa
posizione, ma
sappiamo fin
troppo bene che
tutto è
opinabile. Del
resto mi si
permetta
un'osservazione,
non è abbastanza
ambigua la
genesi delle
cosidette Chiese
Gnostiche che in
affannosa
ricerca di
legittimazione
iniziatica sono
andate a
ricercarla o in
rami cadetti
della grande
chiesa di Roma o
di Bisanzio, o
in vescovi
erranti della
stessa (spesso
giungendo a veri
e proprio
mercimoni) ?!
Ovviamente tutto
ciò è retaggio
di quella
tendenza
massonica a
patenti di
regolarità, onde
essere in virtù
di ciò che è
attestato fino a
corrompere
l'essenza delle
cose nella loro
forma, e ridurre
il simbolo a
simulacro.
Orbene se così
è, ricordo che
qui in occidente
ognuno di noi ha
ricevuto,
volente o
nolente,
un'iniziazione
in progressione
che attende
solamente di
essere tramutata
in adeptato
tramite lo
studio e
l'opera. Anche
qui si potrebbe,
stoltamente
obiettare, che
non trattasi di
iniziazione; ma
se essa non è
valida, perchè
ricercare il
plauso e il
potere
apostolico di
vescovi erranti
che proprio tale
iniziazione
impartiscono ?
Se è fasulla
essa, è fasullo
il loro potere
che su essa si
basa. Se un
albero non da
frutto è sterile
l'albero, e se
manca il frutto
mancherà il
futuro albero.
Questa è logica.
Ribadiamo che
l'unica
iniziazione di
cui io vado
parlando è
quella che
permette di
operare con
precisi
strumenti,
inseriti
saldamente in un
determinato
campo magico, e
capaci di
utilizzare una
specifica
corrente
energetica. Ciò
non deve essere
esperito come
imposizione da
parte
dell'iniziato,
ma bensì come
governo degli
elementi
costituenti ed
utilità di
progressione.
Sfruttare una
corrente magica,
per poi
spingersi oltre
in cagione delle
proprie forze e
capacità.. Una
via in se e per
se è inerte, ma
fonte di utilità
per chi sa
percorrerla. ll
senso delle
iniziazioni di
Opera è quello
di fornire gli
strumenti, e
l'arte di
utilizzo degli
stessi, ma in
assenza di
maestria e di
genio tutto
rimarrà lettera
morta e lo
spirito
continuerà ad
essere
prigioniero
della pietra.
La docetica
attraveso la
quale si
provvederà a
fornire gli
adeguati
strumenti e
l'arte di
utilizzo degli
stessi, non
potrà che
articolarsi
attraverso un
recupero dei
testi gnostici e
del
cristianesimo
primitivo, che
per la loro
ricchezza
simbolica ed
operativa
potranno
svolgere
funzione sia
formativa che
informativa.
Indichiamo ad
esempio: La
biblioteca di
Nag Hammadi -
Pistis Sophia -
I Vangeli
Apocrifi - Nuovo
Testamento -
Filocalia - la
Mistica
Cristiana -
Elementi di
Teologia. Sarà
posta la dovuta
attenzione allo
studio della
mitologia greca,
egizia, delle
loro religioni,
e dei culti
misterici che
animavano il
cuore occulto di
queste correnti
magiche-operative.
Onde evidenziare
così quella
radice
spirituale che
anima queste
forme. Il piano
di studio e di
lavoro sarà in
seguito
debitamente
composto ed
articolato, in
modo tale da
pervenire ad una
comprensione
intellettuale e
psicologica
dello spirito
che ha animato
gli antichi
gnostici, e
potere quindi
utilizzare nel
modo
maggiormente
opportuno tutte
le potenzialità
del mito e del
simbolo.
L'operatività si
concretizzerà
nei seguenti
strumenti
rituali ed
introiettivi, di
gruppo ed
individuali:
Cerimonia di
ingresso nella
fraternitas,
cenacolo della
fraternitas,
rituale
giornaliero,
purificazioni,
meditazione,
preghiera
esoterica,
lavoro
simbolico,
pratiche di
trasmutazione
interiore,
lavoro onirico,
pratica di
guarigione.
Tale pratiche
saranno in
seguito
accuratamente
indicate e
siglate.
Non vi saranno
nessuna forma di
distinzione fra
i fratelli e le
sorelle in
cagione del
sesso, non vi
sarà altra
distinzione
interna alla
fraternitas che
per gli oneri di
cui ognuno si
farà carico a
favore degli
altri. La
fraternitas si
articolerà in
gruppi locali
che assumeranno
il nome di
cenacolo
gnostico,
accompagnato da
altra
indicazione
scelta dai
fratelli e dalle
sorelle
medesime. Non vi
sarà nessun
rapporto si
subordinazione
fra il centro e
la periferia, in
quanto non
esisterà nessun
centro, salvo la
concessione di
una bolla
costitutiva che
sancirà la
nascita del
cenacolo. Tale
bolla sarà
rilasciata da
quei fratelli
che si
assumeranno
l'incarico, agli
occhi della
comunità, di
vigilare
affinchè lo
spirito che
tendiamo a far
rinascere non
sia corrotto.
L'unico
strumento che
dispone la
fraternitas è
quello della
revoca della
bolla, e
dell'allontanamento
del fratello e
della sorella
che infrange lo
spirito della
fraternitas
stessa, o pone
altri membri
della stessa in
pericolo.
Il tipo di uomo
e di donna che
andiamo a
ricercare, in un
mondo di
eccessive
sicumere, è
colui che si
riconosca nel
motto "Dubium
sapientiae
initium." Che
deve quindi
rispecchiare l'intierezza
della nostra
azione di
svelamento
interiore, di
discesa nelle
profondità
dell'essere,
coinvolti in
quell'impresa
titanica di
lotta senza
tregua contro il
velo
dell'ignoranza.
Opera da
compiersi
attraverso gli
strumenti della
fraternitas, in
perfetta
immersione nella
corrente
spirituale
cristica,
congrui allo
spirito
essenziale di
questa
tradizione che
certo non trova
i propri natali
in Giudea.
Non potrà
pertanto
accedere alla
fraternitas chi
non avrà
ricevuto
un'iniziazione
cristiana, e
rifiutato ogni
precedente
vincolo che sia
ostativo o abbia
segno e
significato
demiurgico.
Concludiamo
professando che
non vi è nessun
anelito o
bisogno
religioso che
anima
quest'opera, ma
esclusivamente
di ricerca
interiore
utilizzando
senza ipocrisie
quelle correnti
magiche ed
operative, quel
patrimonio
simbolico e
mitologico, che
è a parte viva
della nostra
costituzione
psicologica e
spirituale.
Neghiamo
l'esistenza di
maestri e figure
avatariche
essendo il
nostro un
richiamo alla
pura tradizione
del Se,
consideriamo
ente, potenze,
ed eoni come
elementi
interiori
dell'uomo e ad
esso separati,
infine
intendiamo la
cristificazione
come processo
individuale di
risveglio e
rimembranza
interiore di ciò
che siamo, di
ciò che eravamo,
e di ciò che
saremo.
Saranno prese
opportune
iniziative che
periodicamente
porteranno al
disvelamento in
ambito profano
di questa nostra
istituzione, per
poi tornare ad
immergersi nelle
profondità del
nostro lavoro.