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Fraternitas Gnostica
di Filippo Goti



04 Gennaio 2009, questo mio scritto rettifica, integra, e ammenda ogni mio scritto precedente.

 

Ponendoci come domanda quale legame tradizionale, quale forma e quale corpo docetico dovrebbero comporre una realtà quanto più prossima allo spirito dello gnosticismo, non possiamo esimerci di affrontare queste questioni metodologiche, senza prima interrogarci appieno soll'opportunità di tale iniziativa. La quale, come tutte le opere di risveglio e svelamento al mondo profano non è certo priva di quei rischi legati alla sfera psicologica, sociale e sottile. Fra i primi, cioè quelli legati alla sfera psicologica, annoveriamo quell'umana tendenza di considerare ciò che è alternativo come avverso, in una logica di detenzione della verità esclusiva privativa della verità incarnata altrove. Del resto non possiamo che biasimare coloro che intendono vivere la spiritualità, in genere, e lo gnosticismo in particolare come una forma di auto legittimazione per il loro disprezzo verso forme religiose. E’ doppiamente errata questa posizione in quanto lo gnosticismo essendo fenomeno spirituale non può e non deve essere posto a confronto con una qualsiasi realtà religiosa, essendo due espressioni diverse. Legata la religione ad una sfera mesoterica, mediana fra il mondo sociale e il mondo del sacro, e lo gnosticismo sfera esoterica, quindi pienamente distolta da ogni influenza e medianità sociale. Ancor più errata questa tesi  poi se andiamo a considerare come lo gnostico persegue un fine di liberazione assoluto, ed è quindi veramente assurdo provare qualsiasi velleità verso elementi e strutture per loro natura psichici o ilici; se ciò sussiste allora dobbiamo considerare che colui che pretende di essere in realtà non è. Inoltre mi si permetta di ricordare come le grandi religioni, a prescindere della posizione di ognuno di noi verso le stesse, rappresentano delle vere e proprie arche che traghettano nel mare dei secoli e dei millenni un patrimonio simbolico e rituale a loro precedente. Risulta quindi indice di miopia ed autolesionismo l'avversarle, quando piuttosto sarebbe maggiormente consigliabile una sorta di pragmatismo spirituale ed operativo nei loro confronti. Unitamente rivolgo un'ulteriore riflessione: nostro compito non è tanto quello di contendere, quanto piuttosto quello di cogliere ciò che è offerto, e strumentalmente impegnarlo per acquisire altro di più profondo ed immutabile. Così come il contadino non raccoglie semi per farne tesoro, ma raccoglie semi per poi coltivarli e avere un raccolto di abbondanza. Solo morendo il seme da frutto, ma per avere frutti dobbiamo avere il seme.

Attorno ai rischi connessi alla sfera sociale dobbiamo notare che le nostre iniziative tese alla divulgazione e alla formazione, fino ad oggi non hanno incontrato eccessivi ostacoli se non quelli mossi da qualche isolata squilibrata, o dal fazioso di turno. Non possiamo però non tenere nel debito conto che l'emersione di una realtà che autenticamente si richiama al messaggio gnostico storico, e con fierezza e cognizione di causa reclama il diritto di annunciare che il cristianesimo non nasce il fatidico anno zero, e che non può essere ricondotto e ridotto alla novella cattolica o alle radici giudaiche, non possa attirare qualche reazione. Attenzioni malevoli specie se consideriamo che  essa non nasce già screditata in partenza, essendo monda da venature massoniche, new age e teosofiche, le quali sembrano oramai influenzare, quando non determinare, nei loro aspetti degeneri, la quasi totalità del panorama esoterico occidentale. 

Venendo poi alla questione legata alla sfera sottile, in se sicuramente più significativa per i ricercatori della conoscenza senza mediazioni, dobbiamo ascrivere ad esse due categorie di flussi di cui essa è composta. Chi ha ben compreso l'articolazione d'Opera Laboriosa che intendiamo, in raccordo con l'autentica tradizione gnostica, avrà notato che essa non dispone di mediazione alcuna, e che tende come un dardo alla catarsi interiore. L'impresa titanica che presuppone può infrangere i vasi di coccio in modo irreparabile, e questo è uno dei rischi sottili che possiamo ascrivere alla sfera individuale. L'altra specie di rischio è quella relativa al risveglio di una corrente magica ed operativa pura, e quindi non omologabile, non ricomponibile, e autenticamente diversa rispetto a quando oggi proposto. Inoltre dobbiamo considerare la concreta possibilità, in ragione del carico iniziatico e per la natura di essenziale trasversalità dello gnosticismo di subordinare ad essa ogni altra corrente magica ed operativa che per propria natura, o pavidità ed inadeguatezza dei suoi magister ha rinunciato o si è scollata rispetto alla radice metafisica in cui trova sussistenza.

 

Se questi sommariamente sono i rischi, il cui approfondimento è inutile per chi ha compreso ed è eccessivo per lo svolgimento del presente lavoro, adesso andremo a trattare dell'opportunità di tale risveglio e svelamento.

 

In realtà il termine risveglio è in se falso e al contempo veritiero.

Falso in quanto lo gnosticismo ha vivificato occultamente tutto l'esoterismo occidentale, fino ad includersi anche in ambiti religiosi influenzandoli profondamente. Non dimentichiamo che la lettura allegorica, la cristologia, la questione del divino nell'uomo, si devono ai primi maestri gnostici che hanno saputo leggere su di un altro piano, o meglio che hanno saputo preservare sul piano legittimo, una novella di rinascita. La quale se lasciata altrimenti in mani profane, o a disposizioni di volontà non rivolte al sacro, si sarebbe tradotta in semplici precetti morali e sociali. Elementi gnostici sono presenti in molteplici scuole esoteriche e strutture iniziatiche, quasi a voler da un lato ricordare donde tutto è partito, e dall'altro la pochezza propositiva e la limitatezza originale di queste organizzazioni, o la loro incompiuta trasformazione.

Risveglio assume senso di verità se consideriamo che integralmente oggi è assente una umana fratellanza, che senza ondeggiamenti di sorta, incarni lo spirito gnostico: che in altri termini essa sia congrua forma, ad autentico contenuto. Inoltre dobbiamo intendere risveglio anche, e sopratutto, sotto il profilo magico operativo; ove fratelli, struttura, docetica, operatività e radice spirituale siano cosa unica, integra e pura.

Attorno allo svelamento dobbiamo considerare che se è vero il detto Omnia munda mundis , è altrettanto vero che si necessita di raccogliere i fratelli attorno ad una casa comune, che ne sia specchio e scrigno. In modo da unire ciò che fino ad oggi è andato disperso. E' inoltre da considerare non secondaria l'utilità di un centro di divulgazione e ricerca, non solo dialettica ma anche frutto di una lettura profonda e tradotta in chiave d'opera, di quel patrimonio filosofico e immaginifico che lo gnosticismo ha lasciato all'uomo, e che è stato precursore di tante scienze umanistiche oggi degenerate in quanto recise dalle radici vitali.

Ecco quindi una visione integrale dello sviluppo umano, incentrata su di una realtà che in se sia completa ed originale, capace di investire il centro intellettuale così come quello spirituale dell'adepto; senza avere necessità alcuna di inclusioni esterne ed estranee onde comporsi. Ovvio che ciò non esclude lo studio di altro, ma ciò avviene esternamente e giammai internamente a questa realtà così come è pensata, onde evitare che alla lunga sia nuovamente mischiato ciò che è intento dividere per rispetto dell'uno e dell'altro.

 

Dopo aver sviscerato le questioni legate ai rischi e all'opportunità, andiamo adesso ad analizzare i punti nodali del rapporto tradizionale, della forma, e del corpo docetico di questa struttura, e proporre così un impianto di studio e di opera congruo.

 

L'impegno personale in strutture iniziatiche e scuole esoteriche, così come lo studio e l'osservazione, mi hanno portato a ritenere che la Tradizione ha più sembianze di un fiume carsico, piuttosto che di una catena di anelli. Non pongo assolutamente in dubbio, in quanto essendo parte di tale catena, della legittimità di tale visione della tradizione e dell'iniziazione, ma per buona coscienza dobbiamo anche affermare che trattasi di regolarità intra specula, che hanno cioè valore interno in quanto permettono all'iniziato di operare con strumenti all'uopo preposti e con specifiche correnti energetiche più o meno finalizzate al perseguimento di un obiettivo proposto e preposto.  Del resto non crediamo, a differenza di altri, che un rito mantenga efficacia solamente perchè interrottamente riproposto e sommariamente inalterato, a prescindere della saldezza e delle qualità della catena umana che lo vivifica e che da esso viene vivificata. Anche strutture tradizionali possono essere dei gusci vuoti, e ricettacoli di influenze psichiche; la verità di queste parole sta nell'osservazione di mali che hanno colpito proprio alcune di esse.

La realtà o virtualità di un'iniziazione oltre al diverso contesto in cui è conseguita, è frutto non per ultimo delle qualità e delle attitudini in parte dell'iniziatore, e in somma parte dell'iniziato. In caso contrario dobbiamo concludere che un manico di scopa iniziato in tempio, divenga albero di vita e conoscenza; la prova dei fatti ci dimostra spesso l'esatto contrario.

La Tradizione essendo realtà metafisica, intuibile attraverso quel tipo di pensiero superiore come il lampo è visibile per chi alza gli occhi al cielo, tende ad incarnarsi in quegli uomini e donne meritevoli di saperla raccogliere in guisa di una coppa che solamente quando è vuota è capace di essere colmata. Ed è questo singolo individuo in virtù del proprio essere pneumatico che può sanare o risvegliare un rito, e governare una corrente magica, o aggiungere anello reale ad una catena iniziatica.

Orbene si potrà obiettare attorno a questa posizione, ma sappiamo fin troppo bene che tutto è opinabile. Del resto mi si permetta un'osservazione, non è abbastanza ambigua la genesi delle cosidette Chiese Gnostiche che in affannosa ricerca di legittimazione iniziatica sono andate a ricercarla o in rami cadetti della grande chiesa di Roma o di Bisanzio, o in vescovi erranti della stessa (spesso giungendo a veri e proprio mercimoni) ?! Ovviamente tutto ciò è retaggio di quella tendenza massonica a patenti di regolarità, onde essere in virtù di ciò che è attestato fino a corrompere l'essenza delle cose nella loro forma, e ridurre il simbolo a simulacro. Orbene se così è, ricordo che qui in occidente ognuno di noi ha ricevuto, volente o nolente, un'iniziazione in progressione che attende solamente di essere tramutata in adeptato tramite lo studio e l'opera. Anche qui si potrebbe, stoltamente obiettare, che non trattasi di iniziazione; ma se essa non è valida, perchè ricercare il plauso e il potere apostolico di vescovi erranti che proprio tale iniziazione impartiscono ? Se è fasulla essa, è fasullo il loro potere che su essa si basa. Se un albero non da frutto è sterile l'albero, e se manca il frutto mancherà il futuro albero. Questa è logica.

 

Ribadiamo che l'unica iniziazione di cui io vado parlando è quella che permette di operare con precisi strumenti, inseriti saldamente in un determinato campo magico, e capaci di utilizzare una specifica corrente energetica. Ciò non deve essere esperito come imposizione da parte dell'iniziato, ma bensì come governo degli elementi costituenti ed utilità di progressione. Sfruttare una corrente magica, per poi spingersi oltre in cagione delle proprie forze e capacità.. Una via in se e per se è inerte, ma fonte di utilità per chi sa percorrerla. ll senso delle iniziazioni di Opera è quello di fornire gli strumenti, e l'arte di utilizzo degli stessi, ma in assenza di maestria e di genio tutto rimarrà lettera morta e lo spirito continuerà ad essere prigioniero della pietra.

 

La docetica attraveso la quale si provvederà a fornire gli adeguati strumenti e l'arte di utilizzo degli stessi, non potrà che articolarsi attraverso un recupero dei testi gnostici e del cristianesimo primitivo, che per la loro ricchezza simbolica ed operativa potranno svolgere funzione sia formativa che informativa. Indichiamo ad esempio: La biblioteca di Nag Hammadi - Pistis Sophia - I Vangeli Apocrifi - Nuovo Testamento - Filocalia - la Mistica Cristiana - Elementi di Teologia. Sarà posta la dovuta attenzione allo studio della mitologia greca, egizia, delle loro religioni, e dei culti misterici che animavano il cuore occulto di queste correnti magiche-operative. Onde evidenziare così quella radice spirituale che anima queste forme. Il piano di studio e di lavoro sarà in seguito debitamente composto ed articolato, in modo tale da pervenire ad una comprensione intellettuale e psicologica dello spirito che ha animato gli antichi gnostici, e potere quindi utilizzare nel modo maggiormente opportuno tutte le potenzialità del mito e del simbolo.

L'operatività si concretizzerà nei seguenti strumenti rituali ed introiettivi, di gruppo ed individuali:

Cerimonia di ingresso nella fraternitas, cenacolo della fraternitas, rituale giornaliero, purificazioni, meditazione, preghiera esoterica, lavoro simbolico, pratiche di trasmutazione interiore, lavoro onirico, pratica di guarigione.

Tale pratiche saranno in seguito accuratamente indicate e siglate.

Non vi saranno nessuna forma di distinzione fra i fratelli e le sorelle in cagione del sesso, non vi sarà altra distinzione interna alla fraternitas che per gli oneri di cui ognuno si farà carico a favore degli altri. La fraternitas si articolerà in gruppi locali che assumeranno il nome di cenacolo gnostico, accompagnato da altra indicazione scelta dai fratelli e dalle sorelle medesime. Non vi sarà nessun rapporto si subordinazione fra il centro e la periferia, in quanto non esisterà nessun centro, salvo la concessione di una bolla costitutiva che sancirà la nascita del cenacolo. Tale bolla sarà rilasciata da quei fratelli che si assumeranno l'incarico, agli occhi della comunità, di vigilare affinchè lo spirito che tendiamo a far rinascere non sia corrotto. L'unico strumento che dispone la fraternitas è quello della revoca della bolla, e dell'allontanamento del fratello e della sorella che infrange lo spirito della fraternitas stessa, o pone altri membri della stessa in pericolo.

 

Il tipo di uomo e di donna che andiamo a ricercare, in un mondo di eccessive sicumere, è colui che si riconosca nel motto "Dubium sapientiae initium." Che deve quindi rispecchiare l'intierezza della nostra azione di svelamento interiore, di discesa nelle profondità dell'essere, coinvolti in quell'impresa titanica di lotta senza tregua contro il velo dell'ignoranza. Opera da compiersi attraverso gli strumenti della fraternitas, in perfetta immersione nella corrente spirituale cristica, congrui allo spirito essenziale di questa tradizione che certo non trova i propri natali in Giudea.

 

Non potrà pertanto accedere alla fraternitas chi non avrà ricevuto un'iniziazione cristiana, e rifiutato ogni precedente vincolo che sia ostativo o abbia segno e significato demiurgico.

 

Concludiamo professando che non vi è nessun anelito o bisogno religioso che anima quest'opera, ma esclusivamente di ricerca interiore utilizzando senza ipocrisie quelle correnti magiche ed operative, quel patrimonio simbolico e mitologico, che è a parte viva della nostra costituzione psicologica e spirituale. Neghiamo l'esistenza di maestri e figure avatariche essendo il nostro un richiamo alla pura tradizione del Se, consideriamo ente, potenze, ed eoni come elementi interiori dell'uomo e ad esso separati, infine intendiamo la cristificazione come processo individuale di risveglio e rimembranza interiore di ciò che siamo, di ciò che eravamo, e di ciò che saremo.

 

Saranno prese opportune iniziative che periodicamente porteranno al disvelamento in ambito profano di questa nostra istituzione, per poi tornare ad immergersi nelle profondità del nostro lavoro.

 

 


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