Gesù e il
Cristianesimo
di Filippo Goti
Non di rado
capita di
ascoltare, sia
in consensi
formali o a lato
di riunioni
conviviali,
disquisizioni
attorno al
cristianesimo
delle origini, e
alla sua
diversità
rispetto alle
varie forme
religiose
attuali. Seppur
questo lavoro
non intenda
analizzare i
movimenti d’idee
e persone che
hanno
determinato la
strutturazione
del
cristianesimo
così come oggi
lo conosciamo,
mi preme
solamente
ricordare ai più
che sussiste una
profonda
differenza fra
la forma
spirituale di
una tradizione e
la forma
religiosa.
Con la seconda
intendiamo
quell’insieme
formato
dall’organizzazione,
dai riti, dal
deposito orante
e scritto, che
permette il
proseguimento
nel corso dei
secoli di una
particolare
celebrazione del
divino e del
rapporto che
sussiste fra
esso e i suoi
fedeli.
Per forma
spirituale
dobbiamo
intendere ciò
che è intuito,
da parte di
alcuni saggi o
mistici, del
mondo del
divino, o da una
manifestazione
dello stesso. Il
termine
spirituale
affonda il
proprio etimo
anche nella
parola carpito,
rimandando
l’immagine di
un’azione rapida
e furtiva,
comunque
individuale.
L’etimo di
religione
rimanda a
riunire assieme,
a un legame che
unisce più
uomini. Quindi
mentre la parola
“spirituale”
afferisce a
un’esperienza di
volontà e di
azione, rivolta
al mondo divino,
la religione
sodalizio fra
uomini attorno
ad espressioni
sensibili. Ecco
quindi come la
forma religiosa
abbia il compito
di traghettare,
come un’arca,
nel corso dei
secoli quanto
della forma
spirituale ha
tradotto nei
propri riti e
nel perimetro
della propria
organizzazione.
Terminato questo
breve preambolo,
utile per non
genere né
confusione né
false attese,
andiamo a
introdurre il
tema di questo
presente lavoro,
e cioè il porre
una serie di
riflessioni
attorno ai primi
passi del
cristianesimo, e
se questo fin
dalle sue
origini si è
presentato come
una realtà unica
o piuttosto come
un mosaico di
espressioni,
persone e
movimenti.
Senza accedere
ai vari testi
gnostici, ma
utilizzando
solamente come
fonte quanto
raccolto nel
nuovo
testamento,
comprendiamo
facilmente come
quando ancora
Gesù calpestasse
le vie della
giudea
esistevano vari
gruppi che
professassero
insegnamenti
similari, se non
addirittura
identici.
Ponendo una
serie
d’interrogativi
attorno alle
origini di ciò
che oggi è
conosciuto come
cristianesimo.
Giovanni il
Battista.
Uomo di spicco
dei vangeli
Giovanni il
Battista, o
Giovanni il
precursore, è
stato innalzato
al culto dei
Santi e venerato
nelle Chiese
come il più
grande dei
profeti chi
predica la
venuta del
Messia. Esistono
numerose
similitudini fra
Giovanni il
Battista e Gesù,
entrambi sono
frutto di una
nascita
miracolosa, ed
entrambi sono
annunciati da un
angelo. Giovanni
è figlio di
Zaccaria ed
Elisabetta,
cugina di Maria,
entrambi
diventano
genitori in
tarda età.
Zaccaria era un
sacerdote della
classe di Abia,
l'ottava delle
24 classi in cui
i sacerdoti
ebrei erano
ripartiti. Il
vangelo di Luca
ci narra
l’annunciazione:
Luca 1:6
Or amendue eran
giusti nel
cospetto di Dio,
camminando in
tutti i
comandamenti e
leggi del
Signore, senza
biasimo.
Luca 1:7
E non aveano
figliuoli,
perciocchè
Elisabetta era
sterile; ed
amendue eran già
avanzati in età.
Luca 1:8
Or avvenne che
esercitando
Zaccaria il
sacerdozio,
davanti a Dio,
nell'ordine
della sua muta;
Luca 1:9
secondo l'usanza
del sacerdozio,
gli toccò a
sorte d'entrar
nel tempio del
Signore, per
fare il profumo.
Luca 1:10
E tutta la
moltitudine del
popolo era di
fuori, orando,
nell'ora del
profumo.
Luca 1:11
Ed un angelo del
Signore gli
apparve, stando
in piè dal lato
destro
dell'altar de'
profumi.
Luca 1:12
E Zaccaria,
vedutolo, fu
turbato, e
timore cadde
sopra lui.
Luca 1:13
Ma l'angelo gli
disse: Non
temere,
Zaccaria,
perciocchè la
tua orazione è
stata esaudita,
ed Elisabetta,
tua moglie, ti
partorirà un
figliuolo, al
quale porrai
nome Giovanni.
L’insegnamento
di Giovanni era
a profondo
carattere
morale,
ricordava senza
sosta la
decadenza dei
costumi,
l’allontanamento
dalle leggi di
Dio, la
necessità di
mondarsi dai
peccati e
abbracciare una
vita di
preghiera e
frugalità. Così
come più tardi
Gesù egli riceve
la sua
illuminazione
nel deserto,
dove si ritira
prima di
predicare.
"Giovanni
portava un
vestito di peli
di cammello e
una cintura di
pelle attorno ai
fianchi; il suo
cibo erano locuste e miele selvatico"
(Vangelo
secondo Marco 1,
6)
Possiamo
individuare
nella vita e
nell’opera di
Giovanni il
Battista non
solo una serie
di similitudini
con Gesù, ma
quasi una
sovrapposizione
del secondo
rispetto al
primo, infatti
ancora oggi
esiste una
comunità
religiosa che in
Giovanni trova
il proprio
fondamento
spirituale, fino
a negare la
continuità di
Gesù nei suoi
confronti
(Mandei).
Così come Gesù,
Giovanni incorre
nelle dispute
con i
rappresentati
del potere
politico e
religioso del
tempo, e come
Gesù egli
subisce le
tentazioni,
tratto in
arresto,
sottoposto a
privazioni, e
infine
terribilmente
giustiziato
dall’autorità
politica.
Sicuramente
l’aspetto
maggiormente
interessante
nell’opera di
Giovanni è
l’istituzione
del battesimo
con l’acqua, cui
lo stesso Gesù
parteciperà.
Vediamo come
questo episodio
è riportato nei
vangeli:
C.E.I.:
Matteo 3,13-17
13 In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. 14 Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.16 Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è ilFiglio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».
|
Nuova Riveduta:
Matteo 3,13-17
Battesimo di Gesù
=(Mr 1:9-11; Lu 3:21-22) Gv 1:32-34; At 10:38
13 Allora Gesù dalla Galilea si recò al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. 14 Ma questi vi si opponeva dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» 15 Ma Gesù gli rispose: «Sia così ora, poiché conviene che noi adempiamo in questo modo ogni giustizia». Allora Giovanni lo lasciò fare. 16 Gesù, appena fu battezzato, salì fuori dall'acqua; ed ecco i cieli si aprirono ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. 17 Ed ecco una voce dai cieli che disse: «Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
|
Nuova Diodati:
Matteo 3,13-17
Il battesimo di Gesù
13 Allora Gesù venne dalla Galilea al Giordano da Giovanni per essere da lui battezzato. 14 Ma Giovanni gli si opponeva fortemente dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». 15 E Gesù, rispondendo, gli disse: «Lascia fare per ora, perché così ci conviene adempiere ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16 E Gesù, appena fu battezzato, uscì fuori dall'acqua; ed ecco i cieli gli si aprirono, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui; 17 ed ecco una voce dal cielo, che disse: «Questi è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto».
|
C.E.I.:
Marco 1,9-11
9 In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. 11 E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
|
Nuova Riveduta:
Marco 1,9-11
Battesimo e tentazione di Gesù Cristo
=(Mt 3:13-17; 4:1-11; Lu 3:21-23; 4:1-13) Gv 1:31-34
9 In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano. 10 A un tratto, come egli usciva dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui come una colomba.11 Una voce venne dai cieli: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto».
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Nuova Diodati:
Marco 1,9-11
Battesimo e tentazione di Gesù
9 E avvenne in quei giorni, che Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano. 10 E subito, come usciva dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito scendere su di lui come una colomba. 11 E venne dal cielo una voce: «Tu sei il mio amato Figlio nel quale mi sono compiaciuto».
|
C.E.I.:
Luca 3,21-22
21 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì 22 e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto».
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Nuova Riveduta:
Luca 3,21-22
Battesimo di Gesù Cristo
=(Mt 3:13-17; Mr 1:9-11) Gv 1:32-34
21 Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e, mentre pregava, si aprì il cielo, 22 e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto».
|
Nuova Diodati:
Luca 3,21-22
Battesimo di Gesù
21 Ora, come tutto il popolo era battezzato, anche Gesù fu battezzato; e mentre stava pregando, il cielo si aprì 22 e lo Spirito Santo scese sopra di lui, in forma corporea come di colomba; e dal cielo venne una voce, che diceva: «Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto!».
|
C.E.I.:
Giovanni 1,32-34
32 Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. 34 E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».
|
Nuova Riveduta:
Giovanni 1,32-34
32 Giovanni rese testimonianza, dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare in acqua, mi ha detto: "Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo". 34 E io ho veduto e ho attestato che questi è il Figlio di Dio».
|
Nuova Diodati:
Giovanni 1,32-34
32 E Giovanni testimoniò, dicendo: «Io ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma colui che mi mandò a battezzare con acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai scendere lo Spirito e fermarsi su di lui, è quello che battezza con lo Spirito Santo". 34 Ed io ho visto ed ho attestato che questi è il Figlio di Dio».
|
Il momento del
battesimo
rappresenta
l’accettazione
da parte di Gesù
del potere di
Giovanni e della
sua funzione di
remissore
dei
peccati.
Possiamo
osservare com’è
proprio a
seguito del
battesimo che
Gesù inizi a
predicare e
raccogliere
attorno a se i
primi discepoli.
Infatti Marco
pone il
battesimo quasi
all’inizio del
proprio vangelo.
Marco 1:14
ORA, dopo che
Giovanni fu
messo in
prigione, Gesù
venne in
Galilea,
predicando
l'evangelo del
regno di Dio; e
dicendo:
Marco 1:15
Il tempo è
compiuto, e il
regno di Dio è
vicino;
ravvedetevi, e
credete
all'evangelo.
Marco 1:16
Ora,
passeggiando
lungo il mar
della Galilea,
egli vide
Simone, e
Andrea, fratello
d'esso Simone,
che gettavano la
lor rete in
mare; perciocchè
erano pescatori.
Tale cronologia
lascia
immaginare che
il legame fra
Giovanni e Gesù,
non fosse
solamente di
parentela e di
annunciazione
del primo nei
confronti del
secondo, ma di
un vero rapporto
fra iniziatore e
iniziato, oppure
di
riconoscimento e
di lascito da
parte del primo
nei confronti
del secondo. E’
solamente dopo
la morte di un
Maestro, o la
sua
impossibilità
nel proseguire
l’opera, il
testimone passi
ad altro che ne
è stato
riconosciuto
degno.
2. Colui che
scacciava i
demoni
Altro passo
sicuramente
interessante è
quello che
andiamo a
proporre, e che
entra nell’opera
più
significativa di
Gesù: il potere
sui demoni.
Nuova Riveduta:
Marco 9:38
Condanna dello spirito settario
=(Mt 18:5-9; Lu 9:49-50)
Giovanni gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato perché non ci seguiva».
|
C.E.I.:
Marco 9:38
Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri».
|
Nuova Diodati:
Marco 9:38
Chi non è contro di noi è per noi
Allora Giovanni, prendendo la parola, gli disse: «Maestro, noi abbiamo visto un tale che non ci segue scacciare demoni nel tuo nome e glielo abbiamo proibito, perché non ci segue».
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Riveduta:
Marco 9:38
Giovanni gli disse: Maestro, noi abbiam veduto uno che cacciava i demonî nel nome tuo, il quale non ci seguita; e glielo abbiamo vietato perché non ci seguitava.
|
Diodati:
Marco 9:38
ALLORA Giovanni gli fece motto, dicendo: Maestro, noi abbiam veduto uno che cacciava i demoni nel nome tuo, il qual non ci seguita; e perciocchè egli non ci seguita, glielo abbiam divietato.
|
Le riflessioni
attorno a questo
passo dei
vangeli, che
sembra affiorare
inaspettato nel
contesto della
narrazione, sono
almeno due.
La prima, e
sicuramente più
rilevante ai
fini di questo
lavoro, è il
costatare come
mentre era
ancora in atto
l’opera
divulgativa di
Gesù, ci fossero
persone che pur
non appartenendo
al suo seguito,
avevano a
disposizione sia
gli strumenti,
che la tecnica,
facenti parte
del perimetro
del cerchio più
ristretto dei
discepoli.
La seconda
riflessione
riguarda
l’estrinsecazione
del potere di
scacciare i
demoni
attraverso un
Nome, o parola
di potere:”
Scacciava i
demoni nel tuo
nome”. Quale
nome era
utilizzato?
Quello di Gesù?
Quello di
Cristo? E in che
modo? E come mai
poteva essere
utilizzato
questo nome da
parte di persone
che non
appartenevano al
gruppo di Gesù,
in virtù di
quale
trasmissione, di
quale potere
personale o
permutato?
Giovanni non
riferisce che
questa persona
provava a
scacciare i
demoni, ma che
effettivamente
gli scacciava in
virtù
dell’impiego del
Nome, era quindi
quest’ unica
parola
condizione unica
ed
indispensabile
al fine della
liberazione
dell’indemoniato
?
L’esistenza di
questo potere, e
dello strumento
attraverso cui
si dispiega, in
seno a persone
non fra loro
collegate, fa
ritenere
l’esistenza di
un’origine
comune
precedente a
entrambi, una
fonte materiale
o spirituale cui
hanno attinto.
E’ una questione
di logica se A e
B sono fra loro
diversi, ma
eguali significa
che entrambi
sono il prodotto
di una potenza
precedente.
Simone di
Samaria
Troviamo
menzione di
Simone di
Samaria (Simon
Mago) negli atti
degli apostoli:
Atti 8:9
V'era da tempo
in città un tale
di nome Simone,
dedito alla
magia, il quale
mandava in
visibilio la
popolazione di
Samaria,
spacciandosi per
un gran
personaggio.
Atti 8:10
A lui aderivano
tutti, piccoli e
grandi,
esclamando:
«Questi è la
potenza di Dio,
quella che è
chiamata
Grande».
Atti 8:11
Gli davano
ascolto, perché
per molto tempo
li aveva fatti
strabiliare con
le sue magie.
Con queste righe
si narra di
Simon Mago, uno
dei capiscuola
di quel fenomeno
magico-religioso-spirituale
che tanto ha
influenzato non
solo la stessa
Chiesa, ma ogni
aspetto del
pensiero
filosofico ed
iniziatico
occidentale, e
che è passato
alla storia con
il nome di
Gnosticismo. La
presenza
di Simone
negli
Atti degli
Apostoli ci
indica la sua
contemporaneità
a Gesù e agli
apostoli, e come
questi Simon
Mago predicava
un Regno che non
era di questo
mondo, scacciava
i demoni, e
curava gli
infermi. Sempre
come Gesù aveva
un seguito di
discepoli, e fra
loro vi era una
donna, che
portava il nome
di Elena ed era
la sua
prediletta.
Rimando ad altri
lavori
l’indicazione
specifica del
messaggio di
Simon Mago,
salvo rilevare
come questo
fosse un sistema
non solo
contemporaneo di
quello di Gesù,
ma compiuto
nella sua
cosmogonia, nei
riti e simboli,
tanto da essere
considerato
forse il primo
“avversario”
della nascente
Chiesa.
La Chiesa ha
indicato in
Simone chi ha
cercato di
corrompere uno
dei discepoli di
Gesù per averne
il potere di
scacciare i
demoni, ma
quello che
risulta non solo
dal Nuovo
Testamento, ma
anche da altri
testi, fu come
questo
personaggio
avesse un gran
seguito non solo
nella Samaria,
ma fino nella
stessa Roma,
dove fu
perseguitato da
Pietro e Paolo.
La sua
importanza fu
tale da dover
essere incluso
nel testo
canonico, onde
rilevare e
denigrare in
perpetuo la sua
opera, così
simile a quella
di Gesù e degli
Apostoli.
Riflessioni
Prima di
proporre alcune
riflessioni, che
come nostra
abitudine
rimarranno
aperte poiché
vogliamo
solamente
offrire elementi
di analisi a
disposizione di
tutti i
ricercatori,
dobbiamo
ricordarci come
i vangeli
canonici e gli
atti degli
apostoli
rappresentano
una parte
fondamentale
dell’impianto
cattolico, e di
buona parte
delle Chiese e
delle
organizzazioni
religiose
cristiane.
Giacché narrano
la vita e le
opere di chi è
ritenuto il
fondatore del
cristianesimo, e
ne riportano la
storia, il
simbolo e la
narrazione
cristiana.
In Nuovo
Testamento si
apre con i
vangeli,
prosegue con gli
atti degli
apostoli e si
termina con
l’Apocalisse,
che annuncia la
seconda venuta
di Gesù e la
fine del tempo
degli uomini.
Quanto è
riportato nei
vangeli, frutto
di minuziosa
cernita e
revisione da
parte della
Chiesa, non è
accidentale, ma
essenziale alla
stessa
testimonianza di
fede e di credo.
E’ elemento
quindi sui cui
si compone
l’identità
religiosa
cristiana.
Quanto è
riportato nei
Vangeli, deve
essere
adeguatamente
letto, prima, e
interpretato,
poi, e
profondamente
meditato, in
seguito, onde
comprendere non
solo la genesi
del
cristianesimo
religioso, ma le
sue deviazioni
successive, ed
eventuali
pretese di
ridurre e
ricondurre
questo fenomeno
verso una sorta
di monopolio
religioso da
parte delle
Chiese, oppure
verso una
sufficienza
intellettuale da
parte di molti.
Senza introdurre
altri scritti,
quali ad esempio
i testi di Nag
Hammadi o il
recente Vangelo
di Giuda,
abbiamo
intravisto come
già al tempo in
cui Gesù era in
vita, si
aggiravano per
le polverose vie
di Israele,
singoli e gruppi
che erano
depositari
d’insegnamenti e
pratiche simili
a quelle
professate dal
Maestro e dai
suoi discepoli.
Sorvoleremo
ancora, poiché
non rientra in
questo lavoro,
l’opera e la
vita di
personaggi come
Marcione,
Basilide e
Valentino, i
quali a pochi
decenni dalla
morte di Gesù
hanno offerto
sistemi
cristiani
sicuramente
originali e
compiuti, che
difficilmente
possiamo ridurre
a una loro
estrapolazione o
sofisticazione.
Ricordiamo
inoltre che i
primi a salutare
l’avvento del
Messia furono i
Magi, i
sacerdoti
dell’antica
religione del
Fuoco,
provenienti
dalle lontane
regioni della
Persia. La
predizione della
nascita di Gesù
fu predetta dai
movimenti degli
astri, e il loro
cammino fu
guidato dalla
Stella Cometa, e
dalla sua coda
fiammeggiante.
Il loro giungere
alla capanna,
alla mangiatoia,
il loro
inchinarsi, il
loro portare
dono sacerdotale
e regale, non
sta forse ad
indicare che nel
Messia degli
Ebrei, essi
vedevano
l’incarnazione
vivente del loro
credo
sapienziale e
spirituale,
precedente e non
susseguente alla
nascita stessa
di Gesù ?!
Quando Giovanni
dice:”
Giovanni 1:17
Perché la
legge fu
data per mezzo
di Mosè,
la grazia e la
verità vennero
per mezzo di
Gesù Cristo.”
Sicuramente
questa Verità
era già
presente,
sebbene sotto
altra forma, per
le vie del Mondo
Antico. I Magi,
i gruppi che
praticavano la
remissione dei
peccati e dei
mali, lo stesso
Giovanni, e
Simon Mago ne
sono una
testimonianza,
riportata
proprio nei
vangeli. Come
una
testimonianza
indiretta, della
presenza di tali
insegnamenti, è
la nascita a
mosaico di
comunità
cristiane, in
luoghi ben
lontani
dall’azione di
apostolato dei
discepoli di
Gesù. Un
fermento già
esistente, così
come provato
dalle comunità
di Antiochia, e
che sono state
associate e
inglobate nel
cristianesimo.
Cosa fattiva e
possibile in
quanto
all’inizio il
cristianesimo
degli apostoli
era un movimento
eterodosso, e
non ortodosso,
che si
riconosceva
nella figura di
Gesù, e non in
una serie di
vincoli rituali
e di potere così
come poi divenne
in seguito.
Causando scismi,
rotture e
frizioni,
proprio con
quella
molteplicità di
espressioni già
nel suo seno,
arrivando fino
all'assurdo che
chi era
ortodosso in un
concilio,
diveniva eretico
nel successivo o
viceversa.
Possiamo
sicuramente
proporre le
seguenti
affermazioni,
ognuna di esse
meritevole di
essere
sviluppate in
modo
approfondito in
successivi
interventi.
1.
Il cristianesimo
è un fenomeno
spirituale e
rituale la cui
origine è
avvolta nel
mistero, e in
tradizioni già
esistenti.
2.
Il cristianesimo
alle origini si
presenta come un
movimento
spirituale e
rituale
eterodosso,
vario non solo
in virtù dei
soggetti che
condividevano
identico
deposito, ma
anche per come
questo era
amministrato.
3. L’ultima, e forse più sottile, riflessione la lascerò in forma di domanda. Poiché il cristianesimo, o meglio i suoi elementi formali e sostanziali, ha origine ben prima della nascita di Gesù, quest’ultimo ne ha incarnato l’espressione più nobile, oppure per motivi divulgativi gli sono stati attribuiti i tratti che noi oggi conosciamo
|