Gnosticismo, fra
Spirito e
Psicopatologia
Contemporanea
di Filippo Goti
"Era qui, il
Divino, qui,
nella sfera
della natura
umana e delle
cose. Io non
domando più dove
sia; era nel
mondo e può nel
mondo tornare.
Ora è soltanto
più nascosto in
esso. Io non
domando più cosa
sia: io l'ho
veduto, l'ho
conosciuto."
(Johann
Christian
Friedrich
Hölderlin, "Iperione")
La coscienza è
più terribile di
qualunque
inconscio.
(M. Bachtin)
. Avevo
dimenticato il
suo splendore,
avendolo
lasciato da
bambino nella
casa di mio
Padre. Mentre
ora osservavo il
vestito, mi
sembrò che
diventasse
improvvisamente
uno
specchio-immagine
di me stesso: mi
vidi tutto
intero in esso
ed esso tutto
vidi in me,
cosicché eravamo
due separati
eppure ancora
uno per
l'eguaglianza
della forma.
(Inno della
Perla)
Introduzione
E' difficile non
notare come
termini,
immagini, e
narrazioni,
presenti
nell'universo
gnostico sono
oggi elementi
portanti di
quelle scuole
legate ad una
visione moderna,
e già in questo
sospetta, della
spiritualità.
Dove gli
Arconti, il
Demiurgo e la
Sophia, sono
spesso usati per
nobilitare
indigesti
sincretismi nati
dall'egopatia di
qualche novello
maestro
illuminato, e
fornire agli
sventurati
discepoli
l'illusione di
essere
introdotti
all'interno di
un camminino
sapienziale che
si snoda da
millenni.
Purtroppo
neppure la
ricchezza
odierna delle
fonti
informative
aiuta i più a
liberarsi da
questa malsana
infatuazione.
Ciò sicuramente
va ricondotto ad
un deficit
culturale di
molti che
impedisce loro
di orientarsi
all'interno dei
meandri dello
scibile
tradizionale, ma
anche dalla
facile
constatazione
che per molte
anime inquiete
ed ansiose, è
gran sollievo
affidarsi a
"maestri" che
spiegano loro il
senso della
vita, indicando
dov'è il bene e
dov'è il male,
attraverso
giochetti
associativi che
invariabilmente
si riconducono
sempre ad
identici
meccanismi.
Una persona con
problemi
esistenziali,
spesso collegati
alla sfera
relazionale, ha
la sventura di
incontrare una
personalità che
raccoglie in sè
un disturbo
della
personalità che
assume tratti di
megalomania, a
cui in seguito
si associa un
comportamento
paranoide.
Personalità che
si incarna nella
figura di un
"maestro", di un
"istruttore", di
un "testimone di
verità", e che
le spiega come
agire,
attraverso
pratiche e
credenze, per
rimuovere questa
sofferenza
esistenziale,
questo mal di
vivere, che
altro non è che
il sintomo della
sua natura
divina
ingiustamente
detenuta in
questo mondo
d'ombra e
privazione
spirituale.
Avviene così la
trasformazione.
L'anima
sofferente non è
più tale a causa
di un disturbo
percettivo, di
una cattiva
volontà di
comprensione
delle dinamiche
relazionali, o
di un complesso
di inferiorità o
di carenza
affettiva, ma
tutta la
narrazione della
vita è un
susseguirsi di
attacchi
perpetrati da
enti e potenze
psicologiche,
quando non da
vere e proprie
influenze
esterne. Tese a
far permanere la
persona in uno
stato di
sottomissione
energetica, e di
sonno
psicologico. Il
soggetto viene
così
progressivamente
allontanato e
divelto dal
proprio ambiente
sociale e
relazione. Che
seppur
conflittuale
rappresenta
elemento di
misura e di
confronto fra il
proprio ego e il
mondo
circostante.
Tale
allontanamento
dal "reale
relazione" è
accompagnato da
una progressiva
introduzione
verso misteri e
pratiche tese a
rafforzare
istanze
paranoidi nella
persona, che la
porteranno sia
ad un rifiuto
sostanziale di
ciò che prima le
sembrava
normale, sia un
affidamento
progressivo e
totale verso
colui che l'ha
aperta a questa
nuova visione
delle cose.
3. La Deriva
dell'Animo
Moderno
Lo gnosticismo è
materia
perniciosa per i
più, sprovvisti
come sono dei
necessari
requisiti
spirituali e
della giusta
formazione
culturale,
poiché essa pare
adattarsi a ogni
desiderio,
frustrazione, o
disturbo
dell'animo
umano. Anche se
in realtà è
l'anima umana
dolorante che
associa allo
gnosticismo la
spiegazione del
proprio disagio.
Inoltre la
struttura stessa
del mondo
moderno che da
un lato sradica
l'uomo da ogni
legame
tradizionale, e
dall'altro offre
un ibrido
informativo e
culturale atto a
renderlo materia
manipolabile e
acritica verso
la società dei
consumi,
impedisce un
giusto
rapportarsi dei
più verso
modelli di
realizzazione
spirituale che
giungono da un
passato. Lontano
non tanto in
guisa dei
millenni
trascorsi,
quanto piuttosto
dello
scollamento fra
l'uomo moderno e
la propria
anima. Una
società, quella
moderna che
instilla ansia e
solitudine
nell'uomo:
alcuni
accetteranno
supinamente lo
stato delle
cose, altre
criticheranno il
sistema, ed
altri ancora
cercheranno
sfogo
nell'esoterismo
o nella neo
spiritualità.
Purtroppo questi
anime infelici,
incapaci di un
giusto rapporto
con la
tradizione
gnostica,
precipiteranno
da illusione in
illusione.
Così il
megalomane avrà
modo di
impiegare la
propria
esistenza
ritenendosi un
Cristo Gnostico
portatore della
conoscenza agli
uomini.
Così lo
schizoide,
troverà alimento
ed esaltazione
della propria
patologia negli
angeli che si
opposero al
Demiurgo.
Così chi è
libertino
troverà negli
Ofiti, nei
Naaseni, nei
Carpocraziani,
nelle pratiche e
nei misteri da
essi proclamati,
la cagione del
proprio agire.
Così chi segue
la via
dell'astinenza
vedrà nei
perfetti catari
un modello per
mondare la
corruttibile
carne dalle
passioni della
vita.
Così chi è
depresso troverà
della propria
condizione
spiegazione
nell'agire di
potenze
terribili, gli
arconti. Potenze
tese a vessarlo,
a mortificarlo,
a ostacolarlo,
giacché anima
caduta dal Regno
del Padre in
questo mondo di
tenebra.
Così il
paranoico, il
visionario
sostenitore di
complotti, vedrà
nei tormenti
politici ed
economici di
questo mondo
l'agire del
Demiurgo e dei
suoi burattini
umani.
Così lo
schizofrenico
troverà
giustificazione
al dolore che
arreca a se
stesso e gli
altri nella
sovversione di
valori di questo
mondo materiale,
rispetto al
mondo
spirituale.
E' bene
sottolineare
come gli esempi
sopra riportati,
certamente non
esauriscono la
moltitudine di
bisogni e
frustrazioni
umani, che
trovano
rispondenza in
una lettura
approssimativa
delle singole
espressioni
dello
gnosticismo. Non
di rado ho avuto
modo di
osservare come
la semplice
lettura di un
manuale che
indica
sommariamente la
varie scuole
gnostiche, abbia
potuto dare
nuova
prospettiva,
alimento, e
sfogo, ad una
personalità
disturbata.
Purtroppo per
loro lo
Gnosticismo è
prima di questi
uomini e delle
loro debolezze,
poiché esso non
narra delle
contingenze di
questo mondo che
travagliano
l'uomo, ma è un
dialogo
interiore ai
coloro che hanno
capacità e
volontà di
udire, quanto
sommessamente
sfiorato fra le
chimere
gnostiche dei
Barbelotiani,
esaltato nei
"blasfemi"
rituali ofiti,
sussurrato negli
arabeschi
poetici di Mani,
e disvelato
nella ragnatela
metafisica di
Valentino e
Basilide.
Lo gnosticismo è
quel faro
sapienziale che
illumina e guida
chi volge le
spalle alle cose
di questo mondo,
che mostra la
via a chi
desidera il
ritorno alla
Dimora Celeste,
che dona il
nettare di luce
a chi non si
lascia stordire
dalla propria
anima dolorante.
E' bene
ricordare come i
Padri dello
Gnosticismo
erano fini
teologhi,
eruditi, persone
che avevano
raggiunto un
equilibrio e una
centratura nella
società in cui
vivevano.
Malgrado ciò, e
non a causa di
ciò che non
avevano,
volgevano il
loro sguardo
altrove.
3. Lo
Gnosticismo
Sommariamente
possiamo
affermare come
lo gnosticismo
storico non è
tanto un insieme
di credenze, ma
una prospettiva
che si incarna
in una
molteplicità di
scuole,
fratellanze, a
sfondo
filosofico o
misterico. Tale
asserzione
iniziale è
importante onde
non lasciarsi
confondere dalla
profonda
varianza di
pratiche e
rituali, che
caratterizzavano
le varie
comunità
gnostiche.
Coloro che in
tempi moderni
hanno cercato di
incarnare lo
gnosticismo
attraverso i
suoi rituali,
non ne hanno mai
compreso
l'essenza, ma
anzi si sono
allontanati da
esso lasciandosi
suggestionare da
un "fare"
feticistico. Non
di rado capita
di ascoltare in
certi ambienti
neospirituali,
in queste scuole
dell'ego
concetti come
"vi erano
gnostici e
gnostici",
oppure "non
tutti gli
gnostici erano
bianchi" ecc...
Ciò indica non
tanto la loro
conoscenza dello
gnosticismo, ma
bensì la loro
ignoranza
estrema. Visto
che lo
gnosticismo era
ed è essenza che
si incarna in
una pluralità di
espressioni
devozionali,
ritualistiche,
invocative ed
evocative, ma
queste sono vie
espressione che
lo gnostico pone
in essere per
unire nel
matrimonio sacro
la propria anima
con lo spirito
divino.
All'interno di
questo grande
affresco non vi
è posto per il
bene e per il
male intensi in
chiave morale, o
legati alle
contingenze
psicologiche
dell'individuo.
Bensì il binomio
attorno cui lo
gnosticismo
organizza la
propria
prospettiva è
Conoscenza-Ignoranza,
dove la seconda
altro non è che
deprivazione
della prima dal
mondo manifesto.
Bene e Male
costringono la
persona
all'interno di
un paradigma
religioso/morale,
dove ogni
singola azione
viene valuta non
in quanto tale,
ma all'interno
di un gigantesco
conflitto
spirituale dove
il premio è la
dannazione o la
redenzione
dell'anima. Ma
se tale
meccanismo nelle
grandi religioni
è stemprato
dalla loro
secolarizzazione,
o adeguato e
calmierato dalla
morale laica. Si
rivela
devastante
individualmente,
in coloro che
sofferenti
psicologicamente,
disturbati a
livello
relazionale, si
affidano agli
improvvisati
maestri o
istruttori nati
dal niente e
portatori del
niente. Che
giocando,
consapevolmente
o meno, su tali
debolezze le
utilizzano per
ancorare ad un
percorso, ma in
ultima misura
per legare alla
propria egopatia
gli sventurati.
Salvo poi
allontanare,
prima che si
allontanino da
soli, coloro che
mostrano quelle
sane resistenze,
tacciandoli di
essere deboli o
tiepidi rispetto
all'insegnamento
loro impartito.
Colui che è
saldo
nell'insegnamento
tradizionale,
non è qui per
fornire una
morale gnostica
in sostituzione
di una morale
laica o
religiosa, ma
per andare oltre
ogni morale
inculcata
dall'esterno. In
quanto la GNOSI
assumendo forma
e veicolo di
salvezza/redenzione,
determina la
piena
rimembranza di
ciò che eravamo,
siamo e saremo;
determinando
così
l'implosione del
prolasso spazio
temporale.
10.) La luce e
le tenebre, la
vita e la morte,
ciò che è a
destra e ciò che
è a sinistra,
sono fratelli
fra di loro: non
è possibile
separarli. Per
questo motivo né
i buoni sono
buoni, né i
cattivi sono
cattivi, né la
vita è vita, né
la morte è
morte. Perciò
ciascuna cosa
sarà distinta
secondo
l'origine del
suo essere. Ma
quelli che sono
innalzati sopra
il mondo sono
indissolubili ed
eterni. (Vangelo
di Filippo)
Questo è
l'insegnamento
dello
gnosticismo, o
almeno una parte
di quanto gli
antichi e saggi
maestri hanno
testimoniato, e
chiedo se possa
seppur
lontanamente
adattarsi a
veste di chi
soffre
costantemente.
Chi sempre
soffre, è colui
che sempre è
impiegato ed
impegnato dalle
cose di questo
mondo, e il suo
parlar di
spirito, e solo
un rimosso, un
occultamento,
del suo
desiderare le
cose di questo
mondo.
7.) Coloro che
seminano
d'inverno
raccolgono
d'estate:
l'inverno è il
mondo, l'estate
è l'altro eone.
Seminiamo nel
mondo per poter
poi raccogliere
in estate. Per
questo motivo
non conviene che
durante
l'inverno noi
preghiamo:
subito dopo
l'inverno viene
l'estate, e chi
raccoglierà
d'inverno non
raccoglierà, ma
racimolerà.
(Vangelo di
Filippo)
Lo gnosticismo
scrive e dispone
a priori
dell'uomo e
delle sue
relazioni, e non
è misura di
lettura
dell'uomo e
delle sue
relazioni.
Poiché esso
recidendo ogni
rapporto fra la
Creazione, ivi
compresa la
Creatura Umana,
e la Radice
Spirituale
toglie all'uomo
gnostico ogni
legame,
liberandolo dal
destino stesso.
Lo gnosticismo è
un affresco
metafisico, in
cui non vi è
spazio per anime
doloranti e
sconfitte dalla
vita.
4.
Conclusione
Comprendiamo
bene il sottile
diaframma che
separa l'animo
sofferente
bisognoso di
conforto e
spiegazione per
il male che lo
divora,
dall’uomo che
incarna un'etica
gnostica. Il
primo è come un
albero divelto
dalle proprie
radici che si
chiede del
perché del
vento, il
secondo è come
quell'albero
saldo nelle
proprie radici
che non si cura
del vento in
quanto sa che
tutto comunque
passa. Pensare
che lo
gnosticismo si
possa tradurre
in un lessico o
in un complesso
di rituali a cui
attingere per
colmare lacune
intellettuali o
operative,
all'interno di
queste scuole di
neospiritualità
è ingenuità,
quando non è una
vera e propria
mistificazione.
Ingenuità in
quanto non
comprende la
differenza che
sussiste fra
forma e
sostanza,
confondendo la
prima con la
seconda, e
credendo senza
una reale
iniziazione e
continuità
ideale di poter
operare
attraverso
strumenti e
narrativi
immaginifici. I
quali nel
migliore dei
casi
risulteranno
inerti, e nel
peggiore saranno
veicolo di
influenze che
porteranno
squilibrio in
menti già
destabilizzate.
"Si diventa ciò
che accade nel
mezzo". (C.G.Jung,
in una lettera
datata 2
febbraio 1956 a
Eugen Bohler)
Mistificazione
in quanto
volutamente si
trasmette, a
persone incapaci
di scorgere il
vero e la
giustizia, ciò
che è falso al
solo scopo di
legare queste
persone ad
un'idea che non
apre verso il
cielo, ma
confina in uno
stagno
ributtante e
maleodorante.
E' doveroso
comprendere
quanto sia
inutile e
pernicioso
piegare una
tradizione, alle
cose e ai
bisogni di
questo mondo,
poiché così
facendo non si
compie nessun
passo, per
uscire dalla
propria
condizione di
sofferenza, ma
anzi essa viene
alimentata, e da
illusione
evidente si
sprofonda in
un'illusione
sottile. La
quale suggerisce
che stiamo
procedendo lungo
una via di
libertà, mentre
solamente stiamo
lottando contro
delle ombre
infinite. Colui
che è nel
deserto non deve
con un cucchiaio
lanciare alle
proprie spalle i
granelli di
sabbia, ma
camminare quanto
più rapidamente
possibile per
uscire dalla
landa desolata
ed assolata.
Allo gnosticismo
dobbiamo aderire
con un atto di
integrale
coraggio che si
consuma in chi
ha connaturale
propensione,
educazione,
cultura,
esercizio, a
percorrere la
faticosa e irta
via lungo la
quale si
incontrano pochi
viandanti che
l'unico conforto
che offrono è la
loro fedele
testimonianza.
Affinità
spirituale che è
ben diversa
dall'affinità
psicologica di
coloro che a
causa di traumi
infantili legati
alla sfera
dell'abbandono o
della violenza,
si rifugiano in
queste scuole in
cerca di figure
paterne o di
amanti ideali
che sappiano
condurle laddove
non esiste più
la sofferenza.
Purtroppo per
loro da noi
stessi non si
fugge.
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