Come espressione
della cultura
europea non
posso che essere
uno studioso del
cristianesimo, e
nelle sue varie
forme
prediligere
quella che ebbe
modo di unirsi
allo gnosticismo
alessandrino. In
se il
cristianesimo
raccoglie
elementi
provenienti da
un ambito ancora
più antico, che
va ben oltre i
suoi duemila
anni di età. Del
resto il
sottoscritto
neppure tende a
far coincidere
il cristianesimo
con la figura di
Gesù, e neppure
a collocarlo in
ambito ebraico.
Attorno a noi si
fa largo l'idea,
anche in ambito
accademico, come
il cristianesimo
sia un fenomeno
più esteso e
profondo di
quando siamo
abituati a
ipotizzare,
raccogliendo
un'eredità che
proviene sia
dalle culture
del bacino del
mediterraneo,
sia dal profondo
Europa
settentrionale.
Saper leggere la
simbologia
cristiana, è
come saper
leggere tutto
quanto i nostri
avi hanno
ritenuto sacro,
magico, e ponte
fra questa terra
e una rinascita
futura.
Rifiutarsi di
leggere il
cristianesimo
tramite
l'allegoria,
l'anagogia, il
simbolismo
significa
condannarci alla
cecità.
Durante il
Solstizio
d'Inverno la
novella delle
religioni
cristiane
colloca la
nascita del
Dio-Fanciullo
destinato a
ricomporre la
frattura fra
l'umano e il
divino. Così
come gli antichi
popoli europei e
mediterranei
festeggiavano la
vittoria della
Luce sulle
Tenebre,
l'inizio
dell'ascesa del
Sole sul trono
celeste, la
ripresa del
ciclo naturale,
così i cristiani
festeggiano
l'Epifania del
Sacro, il Sole
Salvifico e
Redentore
disceso sulla
terra per tutti
gli uomini di
buona volontà.
Un "Sole
Invincibile" che
sebbene le
avversità di
natura e uomini
si mostra debole
nella forma, ma
forte
nell'essenza,
tanto da essere
atteso dagli
umili, come dai
sacerdoti
iranici ed
egizi.
Matteo 2:1
Gesù nacque a
Betlemme di
Giudea, al tempo
del re Erode.
Alcuni Magi
giunsero da
oriente a
Gerusalemme e
domandavano:
Personalmente
ritengo che la
nascita di Gesù
non sia altro
che un elemento
simbolico, che
pone l’accento
sul passaggio di
una cultura
profondamente
iniziatica, ad
una sua forma
divulgativa,
senza che la
seconda abbia il
sopravvento
sulla prima che
continuerà
carsicamente a
vivere fino ai
giorni nostri.
Comunque
dobbiamo notare
come già prima
della necessità
di sostituirsi
al Mitraismo e
al culto
luni-solare di
Iside il
cristianesimo è
fortemente
associato agli
astri e al loro
moto.
Matteo 2:2
«Dov'è il re dei
Giudei che è
nato? Abbiamo
visto sorgere la
sua stella, e
siamo venuti per
adorarlo».
Ancora vi è un
passo sempre nei
vangeli dove
Gesù parla dei
giusti, di
coloro che hanno
seguito la sua
novella, e che
si ritrovano nel
Regno del Padre
splendenti come
il Sole.
Matteo 13:43
Allora i giusti
splenderanno
come il sole
nel regno del
Padre loro. Chi
ha orecchi,
intenda!
A prefigurare
come questa
redenzione e
salvezza, altro
non sia che
un'ascesa
celeste di ciò
che è oramai
privo di ogni
detrito,
sedimento,
sporcizia, di
quanto è stato
raccolto durante
il transito
terreno.
Ed infine come
non ricordare la
coincidenza fra
la morte di Gesù
e l'eclissi
solare, ad
indicare la
scomparsa del
Sole divino da
esso
rappresentato, e
la necessità di
ogni uomo di
ricercare tale
Luce di verità
in se stesso.
Certamente,
questa ricerca,
non potrà più
avvenire fra le
colonne del
tempio di
Gerusalemme, con
l’ausilio della
classe
sacerdotale. In
quanto il tempio
è in rovina per
il cataclisma
che segue alla
morte di Gesù,
con la
conseguente
lacerazione del
drappo e lo
svelamento del
niente che fino
a quel momento
nascondeva.
Matteo 27:51
Ed ecco il velo
del tempio si
squarciò in due
da cima a fondo,
la terra si
scosse, le rocce
si spezzarono,
Marco 15:37
Ma Gesù, dando
un forte grido,
spirò.
Marco 15:38
Il velo del
tempio si
squarciò in due,
dall'alto in
basso.
Luca 23:44
Era verso
mezzogiorno,
quando il sole
si eclissò e si
fece buio su
tutta la terra
fino alle tre
del pomeriggio.
Luca 23:45
Il velo del
tempio si
squarciò nel
mezzo.
Abbiamo quindi
visto come il
cristianesimo si
lega fin dal suo
svelamento al
simbolismo
solare, alcune
volte in modo
evidente, altre
più sottilmente
(Il velo del
Tempio, Il
Tradimento di
Pietro, ecc...),
identicamente
anche le scuole
iniziatiche di
stampo cristiano
e lo gnosticismo
hanno posto al
centro della
propria docetica
tale simbolo da
sempre associato
a concetti quali
la bellezza, la
vita,
l'intelligenza,
la rinascita e
l'immortalità.
La stessa arte
sacra cristiana
continuamente ci
offre il
simbolismo
solare in varie
forme, e ancora
oggi possiamo
apprezzare
l'ideogramma di
Gesù in greco
racchiuso in un
disco solare e
posto in pietra
sulla sommità di
vecchie case e
chiese.
La domanda che
ci poniamo, e
che
implicitamente
trova in me
risposta
affermativa, è
se possiamo
individuare nel
cristianesimo
svelato un
percorso solare,
un ardente e
luminoso viatico
che porta l'uomo
dalla propria
condizione
naturale al
ritorno nella
casa del Padre
Celeste.
Sicuramente non
siamo agevolati
da una lettura
morale dei
vangeli, dove il
simbolismo è
quasi soffocato
da precetti e
norme
comportamentali
che risentono
dell'influenza
ebraica.
Possiamo però
individuare
nella novella di
Gesù quel
percorso
fondamentale che
porta l'uomo
alla
cristificazione,
attraverso le
ardue prove
iniziatiche.
E' detto nel
vangelo di più
alto spessore
simbolico:
Giovanni 10:9
Io sono la
porta: se uno
entra
attraverso
di me,
sarà salvo;
entrerà e uscirà
e troverà
pascolo.
Questa
Imitatio Christi
deve essere
profondamente
compresa, onde
trascenderla dal
suo involucro
devozionale e
morale. La
Chiesa
Cattolica, così
come altre
religioni
cristiane,
raccoglie nella
figura di Gesù e
della Madonna
sia simboli da
imitare, che
mediatori.
Entrambi sono al
contempo umani e
ultraumani.
Per le Chiese
Gesù è figlio di
Dio, a
prescindere
della
consapevolezza
iniziale o
progressiva di
questa sua
natura, mentre
la Madonna è
preservata dal
peccato fin
dall'origine dei
tempi ed è colma
di grazia. Come
simboli da
imitare sono in
se e per se
ablativi,
giacché giammai
raggiungibili
nella condizione
umana (e
sappiamo come la
teologia della
deificazione è
stata
abbandonata),
allora essi
divengono
simboli di
mediazione
imponendo quindi
un rapporto
esclusivamente
devozionale, e
una lettura
morale della
loro novella.
La nostra
Imitatio Christi
deve liberarsi
dal giogo di
questa
costrinzione, in
ciò siamo
sicuramente
agevolati
comprendendo
come il
cristianesimo
raccolga
elementi
precedenti, e
sia a sua volta
nient’altro che
una
denominazione
particolare a un
insegnamento
antico.
Mondandoci dalla
cristallizzazione
del messaggio
nella morale,
del simbolo
nell'uomo,
possiamo operare
con questi
simboli,
attraverso un
lavoro
d’interiorizzazioni
degli stessi, e
di
rivitalizzazione
del mito
rappresentato
nell'intimo del
nostro LOCUS
psichico.
Ancora
mediatore, ma
non più come
Lume tutelare,
non più come
qualcosa di
estraneo ed
esterno, bensì
come elemento
simbolico da
comprendere in
noi.
Horus, Dioniso,
Osiride, Mitra,
Apollo, e una
molteplicità di
miti antichi
testimoniano la
necessità
dell'uomo
iniziato, di
ogni tempo e
ogni luogo, di
preservare un
patrimonio
immaginifico da
donare ai suoi
posteri.
Un percorso di
rinascita che
necessariamente
attraversa le
fasi della
comprensione
dello stato
dell'essere, nel
suo dolore
straziante che
l’uomo cerca di
alleviare e
dimenticare
immergendosi
nella
sensorialità.
Dissipando se
stesso,
frammentando la
propria
attenzione,
proiettandosi
all’esterno.
Matteo 26:38
Disse loro: «La
mia anima è
triste fino alla
morte; restate
qui e vegliate
con me».
Il passo
successivo
risiede nella
comprensione che
ogni dolore è
riconducibile ad
un’unica radice,
la quale è
causata dalla
separazione
dello spirito
dell'uomo, con
la radice
metafisica: La
casa del Padre
Celeste, il
Pleroma, Ayin….
Luca 23:46
Gesù, gridando a
gran voce,
disse: «Padre,
nelle tue
mani consegno il
mio spirito».
Detto questo
spirò.
Alla morte
fisica,
all’immaginario
che essa
raccoglie,
all’annullamento
di ciò che
erroneamente
chiamiamo
individualità, e
che in realtà è
negazione
dell’essenza,
succede la
rinascita
spirituale.
Marco 16:6
Ma egli disse
loro: «Non
abbiate paura!
Voi cercate Gesù
Nazareno, il
crocifisso. È
risorto, non
è qui. Ecco il
luogo dove
l'avevano
deposto.
Comprendo che
oggi dove il
simbolo è
decaduto a
segno, l'idea a
idealizzazione,
e il rito in
semplice
commedia è arduo
suggerire come
tale Imitazione
altro non sia
che il processo
di deificazione
dell'uomo.
Del resto la
teologia della
deificazione
dell’uomo, come
già indicato, è
stata
abbandonata
dalla Chiesa
delle Origini in
quanto
probabilmente
influenzata dal
pensiero
Aristotelico e
dalla
scolastica. In
tale ambito Dio
è un’entità
inconoscibile ed
assestante,
comunque
estranea
all’uomo. Mentre
la deificazione,
prossima al
pensiero
platonico, vede
una confluenza
dell’uomo
santificato in
Dio. Solamente
nello
gnosticismo, e
limitatamente
nelle
espressioni
esoteriche del
cristianesimo,
permane la via
della
deificazione
dell’uomo, ove
il Cristo non è
più realtà
irripetibile ma
approdo
necessario per
il ritorno
all’origine.
Superare la
formazione
culturale
religiosa, non
significa
ripudiare quanto
di utile è
racchiuso in
essa, e
comprendere che
non vi è impresa
più titanica che
la lotta
interiore sono
già sicuramente
un ottimo inizio
d’Opera.