Quale interpretazione dare alla resurrezione di Lazzaro, all'interno di un paradigma gnostico ?
Indubbiamente
possiamo
osservare tale
accadimento
attraverso due
ottiche diverse,
una profana e
una simbolica.
La prima prevede
che Gesù Cristo
effettivamente,
attraverso la
volontà del
Padre, ha
riportato alla
vita carnale e
mentale Lazzaro,
ma è ovvio che
questa non può
essere una
lettura
esoterica, ne
tanto meno
gnostica, di
tale evento.
Invero
personalmente
dubito di tale
fatto, in quanto
come potrebbero
gli altri
evangelisti non
menzionarlo nei
loro scritti ?
Se
effettivamente
Gesù ha
resuscitato
Lazzaro, non
sarebbe stato
questo un
episodio
miracoloso tale
da fugare ogni
sospetto in
merito alla
discendenza
divina di
Cristo, e
costituire un
indubbio
vantaggio per la
nascente Chiesa
? Ricordiamoci
che hai tempi
della stesura
dei vangeli, il
cristianesimo (
movimento
magmatico e
variegato )
altro non era
che una delle
tante
confessioni
misteriche
presenti
nell'Impero di
Roma, e come
tale in continua
contessa con le
altre per
trovare nuovi
adepti, e quindi
linfa vitale, e
non come oggi
che gode di
dubbia posizione
egemone e quindi
autoreferenziale.
In chiave
esoterica
inoltre la
resurrezione
fisica di
Lazzaro si
scontra con il
messaggio di
Gesù, una
novella protesa
a ricordare che
esiste un Regno
che non è di
questo mondo,
che trascende la
mente e la
carne, e che è
comprensibile
solamente
attraverso il
cuore.
Giovanni 18:36
Rispose Gesù: «Il
mio
regno non è
di questo mondo;
se il
mio regno
fosse di questo
mondo, i miei
servitori
avrebbero
combattuto
perché non fossi
consegnato ai
Giudei; ma il
mio
regno non è
di quaggiù».
Chiara
l'immagine, e
quanto
trasmette.
Dall'alto il
messaggio di
vita discende
sulla terra, in
modo tale che le
anime elette, e
ricettive
potranno
scorgere il faro
che le guiderà
alla risalita,
al ritorno al
Padre.
Può colui che
parla di
immortalità
dell'anima,
legarsi al
ricordo di una
prodigio volto
al perpetuare la
carne ?
Matteo 22:21
Gli risposero:
«Di Cesare».
Allora disse
loro: «Rendete
dunque a
Cesare
quello che è di
Cesare e
a Dio quello che
è di Dio».
La carne, la
mente, tutto ciò
che trova radici
in questo mondo
è di Cesare ( il
Re del Mondo )
in opposizione
al Regno del
Padre Divino. Un
Regno dove i
patemi della
vita terrena,
dell'eterno
ciclo vizioso
del desiderio
sono sconfitti e
di cui non vi è
neppure lontana
memoria: dove
tutto sussiste e
niente insiste.
Allora se non è
percorribile
questa
soluzione, in
quanto contraria
al messaggio
cristico che si
desume da una
lettura di fondo
di tutti i
vangeli, e
proponibile
l'ipotesi che il
Maestro doni la
luce della nuova
vita al fratello
Lazzaro ?
In chiave
gnostica
assolutamente
no. La gnosi è
Conoscenza ( del
Se e del Divino,
in quanto il Se
è propaggine di
Dio ), tale
"realtà"
ultramondana è
acquisibile
attraverso il
ciclo degli
accadimenti,
sottoposti
all'assimilamento
di una Coscienza
Sensibile e
Ultrasensibile,
in virtù
dell'Intelletto
( la capacità di
comprendere il
Divino, concessa
all'Uomo di Luce
da Dio ), in un
processo di
continuo
rapporto di
interazione.
Quindi discende
che in gnosi la
Conoscenza non è
solo salvezza (
dall'Illusione/Ignoranza,
generata dalla
mancanza di
Conoscenza ), ma
anche
trasmutazione
fisica/mentale/animica
dello gnostico.
Tale processo
non può essere
indotto o
diretto da altri
che non il
singolo, che è
attore della
propria risalita
al divino.
Infatti lo
gnosticismo si
contrappone al
messaggio di
tutte le Chiese
Struttura in
virtù della sua
individualità e
reattività, che
pone il rapporto
uomo/Dio
all'interno del
primo e
rivelabile
solamente
attraverso una
chiara opera di
comunione, e non
in virtù di una
passiva e
universale
salvificazione
ad opera di un
Dio posto oltre
l'uomo, e che
viene
amministrato da
una casta
sacerdotale.
Ogni gnostico è
al contempo
fedele,
sacerdote, e Dio
in divenire
verso Dio.
Tornando al
racconto
simbolico di
Giovanni mi
accingo
all'enucleazione
di alcuni
elementi, e al
commento di
alcuni passi.
Gesù Cristo
rappresenta il
Cristo.
L'aspetto
dinamico del
Logos Divino e
quindi in ultima
istanza
l'Intelletto,
quale strumento
di comprensione
e di svelamento
del Mistero
Divino, capace
di portare a
nuova vita, alla
resurrezione
psicologica, in
virtù
dell'abbattimento
e sdradicamento
dell'ego (
arconti-demoni
rossi di Seth -
diavoli - nigro
- ecc..). La
cristificazione
è uno stato
dell'essere, e
rappresenta
l'AMORE di
REDENZIONE che
brucia la
materia e porta
nuova vita nella
natura.
Gloria di Dio
.
La Gloria di
Dio, è
l'acclamazione
il trionfo di
Dio attraverso
l'opera
dell'Uomo. E'
l'Uomo Gnostico
che glorifica
Dio attraverso
l'opera continua
nel tendere
verso il divino,
e quindi nella
edificazione del
TEMPIO.
La
Caverna/Sepolcro
.
Immagine tesa a
rappresentare
l'impedimento
verso la LUCE
divina, la
CONOSCENZA, da
parte del potere
di Illusione
dell'Ignoranza.
Che separa sia
attraverso una
contro opera
attiva (
dinamica ) che
di ostacolo (
passiva ), il
lavoro di colui
che vuole
tornare alla
luce.
Maria e Marta
.
Maria e Marta
rappresentano
due aspetti
difformi della
Madre Divina che
alberga in ogni
uomo, e che è
particola della
Madre Divina
Celeste. La
prima è il fuoco
igneo, la
seconda
l'aspetto
compassionevole
che intercede
con il figlio di
Dio, con il
venuto dal
Cielo, e che
invoca il suo
intervento.
Tutti questi
aspetti, è bene
precisare non
sono svincolati,
avulsi, o
esogeni, alla
dinamica animica
dell'adepto ma
rappresentano
componenti a lui
intrinseche:
potenze con cui
interagire
Giovanni 11:4
All'udire
questo, Gesù
disse: «Questa
malattia non è
per la morte, ma
per la gloria di
Dio, perché per
essa il Figlio
di Dio venga
glorificato».
Esistono due
morti in
esoterismo in
chiave gnostica.
La morte
dell'anima e la
morte
psicologica. La
prima si
verifica quando
i "veleni" di
questo mondo
dissolvono
completamente,
corrompendolo o
deprivandolo
energeticamente,
il nostro
veicolo di
congiunzione con
lo Spirito:
l'anima. Infatti
l'uomo non nasce
con l'anima già
formata, ma deve
essere in grado
di costruirla
mattone dopo
mattone, in
virtù di un
nutrimento
supersostanziale.
Ma come vi è
cibo di vita, vi
è anche cibo di
morte. La
seconda è la
morte che
precede la
rinascita. Essa
è la morte
dell'iniziato,
quando questo
dismette la
veste
psicologica
mondana e assume
la veste di
luce, con cui
presentarsi (
navigando sulle
acque della vita
e della morte )
al cospetto del
Gran Tribunale.
Il Cristo espone
ai suoi fratelli
che tale morte,
di Lazzaro, non
è per il trionfo
del Signore di
questo Mondo, ma
per la Gloria di
Dio. Notiamo
come quindi
Lazzaro è
artefice della
Gloria Divina
attraverso la
morte della
struttura egoica
e la rinascita
nella luce
splendente. Dio
ha bisogno
dell'uomo,
l'uomo necessita
di tornare a
Dio.
Giovanni 11:9
Gesù rispose:
«Non sono forse
dodici le ore
del giorno? Se
uno cammina di
giorno, non
inciampa, perché
vede la luce di
questo mondo;
Giovanni 11:10
ma se invece uno
cammina di
notte, inciampa,
perché gli manca
la luce».
Giovanni 11:11
Così parlò e poi
soggiunse loro:
«Il nostro amico
Lazzaro s'è
addormentato; ma
io vado a
svegliarlo».
Quando lu Luce è
presente le
tenebre
arretrano, ma
quando la Luce
si mischia alle
tenebre allora
si genera una
"realtà" dove
non vi è Luce
vera ne tenebre
vere. In questo
nostro mondo,
dominato dalla
figlia
degl'Ignoranza (
l'Illusione )
tutto quanto è
palese è
erroneo, caduco,
e fallace, ma
attorno a noi
esistono delle
soglie, che ci
permettono di
trovare la Luce
del Padre. Gesù
ci ricorda con
questi mirabili
passi, che è
necessario
camminare
durante le ore
di luce affinchè
le tenebre non
ci inducano in
errore. Il
Cristo,
sollecitato,
dall'aspetto
compassionevole
della Madre
Divina, va a
svegliare
Lazzaro.
Giovanni 11:16
Allora Tommaso,
chiamato Dìdimo,
disse ai
condiscepoli:
«Andiamo anche
noi a morire con
lui!».
Tommaso DIDIMO (
Deriva dal greco
dídymos
'gemello' ).
Tommaso
rappresenta il
gemello animico
di Gesù, il suo
discepolo
prediletto,
colui, assieme a
Giovanni, ci ha
lasciato
l'autentica
novella di colui
che si è
Cristificato
manifestandosi
al mondo.
Andiamo a morire
con lui. Moriamo
come figli degli
uomini e
rinasciamo come
figli di Dio
Giovanni 11:25
Gesù le disse:
«Io sono la
risurrezione e
la vita; chi
crede in me,
anche se muore,
vivrà;
Giovanni 11:26
chiunque vive e
crede in me, non
morrà in eterno.
Credi tu
questo?».
Giovanni 11:27
Gli rispose:
«Sì, o Signore,
io credo che tu
sei il Cristo,
il Figlio di Dio
che deve venire
nel mondo».
E' interessante
notare come
Marta, sorella
di Maria, e di
Lazzaro non
risponde, come
sarebbe logico
attendersi: Il
Figlio di Dio
venuto nel
mondo. Ma che
deve venire.
Essa quindi pone
una differenza
sostanziale di
forma e di
contenuto fra
Gesù e il
Cristo. Gesù è
manifestazione
terrena di colui
che si è
Cristificato,
che è già figlio
di Dio. Il
Figlio di Dio
che deve venire
è la
Cristificazione
individuale che
noi tutti
dobbiamo
raggiungere.
Infatti e' lei
che deve credere
al Cristo
intimo, e chi si
congiunge al
Cristo troverà
la vita eterna
oltre questo
mondo, che per
opposizione
implicita non
può esserne
dispensatore
Giovanni 11:40
Le disse Gesù:
«Non ti ho detto
che, se credi,
vedrai la gloria
di Dio?».
Ancora si
rimarca che
solamente un
atto di volontà
del singolo,
nella giusta
direzione, sarà
manifestazione
della Gloria di
Dio. Dio che si
glorifica
attraverso
l'opera
dell'uomo, che
con tale atto
"comunica" con
Dio.