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Vangelo di Maria Loghion 10
di Filippo Goti


(10)... Pietro gli disse: < Giacchè ci hai spiegato ogni cosa, spiegaci anche questo. Che cosa è il peccato del mondo ?> Il Salvatore rispose: < Non vi è alcun peccato. Siete voi, invece, che fate peccato allorchè compite (azioni) che sono della stessa natura dell'adulterio, che è detto il peccato >.

Il Loghion sopra riportato ruota alla domanda di Pietro che chiede al Salvatore qual'è il peccato del Mondo. Notiamo una forte contraddizione in questo passo del Vangelo di Maria, in quanto se è vero che il Salvatore ha spiegato ogni cosa, questo sono le parole di Pietro, non si comprende come mai il peccato del mondo non sia stato spiegato. La risposta a questa apparente ambiguità ci è data dal concetto stesso di peccato inteso come trasgressione a Dio, tale dimensione del termine contestualizza la domanda di Pietro in un ordine escatologico, e non più moralistico. Il Mondo, il cosmo, è un atto di trasgressione al Volere Divino, a espressione di Pietro, e il Mondo, qui inteso, altro non è che quella materia, di cui al loghion precedente, che ha preso forma distintiva e distinguibile, nel raccordo spazio/temporale in cui gli altri Apostoli, si trovano ad interagire. Quindi Pietro che ha compreso le parole del Salvatore sul mondo del Padre, sulla natura delle cose, chiede sul perchè delle cose: del perchè dalla radici della natura, siamo giunti alle manifestazioni della natura.

La risposta del Salvatore è che non vi è nessuna trasgressione al volere di Dio, da parte di Dio. Si Deus est, unde malum ? Se Dio ha creato tutte le cose, come mai ha creato la trasgressione al volere di Dio ? Dio è l'Essere, la Creazione è la manifestazione dell'essere. La risposta che ci giunge dal Salvatore indica nell'agire dell'uomo la trasgressione al volere di Dio. In tutte le azioni ? No solamente in quelle azioni che sono adulterio, il quale è l'altro nome della trasgressione. Ma cosa intendiamo qui per adulterio ?  L'adulterio è l'unione di un uomo o di una donna, con altro compagno rispetto a quello riconosciuto dal sacramento del matrimonio, oppure, in senso letterale, un amore illecito. L'unico amore lecito è quello verso la Conoscenza ( Gnosis ) che rappresenta la manifestazione dinamica di Dio, ed è redenzione e forma di redenzione. La Gnosi discende dall'intelletto divino, il secondo all'uomo. Qualora l'uomo si discosta dalla Gnosi ( unificante per sua stessa natura ), verso una percezione dualistica delle cose, compie adulterio, in quanto è infedele all'intelletto divino. Questo è il vero adulterio, da cui discendono delle azioni che rappresentano il peccato del mondo. E' l'agire non in sintonia con l'intelletto divino, che causa la generazione delle manifestazioni. Il Salvatore rappresenta  colui che dispone e dispiega la Gnosi, in modo tale che il cristiano possa penetrare nella realtà divina

Rimane aperto i seguenti interrogativi:

Chi conferisce la Gnosi all'Uomo ?

Come può l'uomo agire non in sintonia con Dio, trasgredendo quindi alla volontà di Dio ?

  


Approfondimenti

S. Agostino: Il Male non è una sostanza, perché se fosse una sostanza sarebbe un bene" (Confessioni, VII, 12). Il male non ha natura ontologica, in quanto se avesse tale natura, sarebbe bene. Quindi il male attiene alla sfera del non essere, dell'apparenza, e in conclusione è deprivazione dell'essere. Notiamo una forte coincidenza con la visione Valentiniana.

San Paolo (Romani 5, 19 e 12): "Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori. Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato

Valentino ( Maestro Gnostico): la materia è frutto delle quattro primitive passioni che ha sopportato la Sophia ( timore, angoscia, supplica, e confusione ), separate dalla stessa e rese stati abituali ed effettivi. Esse sono delle ipostasi della Sophia, solidificati e rese esterne ad essa. Perchè la Sophia ha sofferto ? A causa della sua colpa: l'adulterio nei confronti del legittimo consorte.

C.G.Jung: sostiene che il male precede l'uomo, in quanto il serpente è già presente nel giardino dell'Eden, e quindi la causa prima del male è da ricercare altrove.

William Blake:  In seguito al peccato originale l'uomo avesse perduto la propria interiore unità e che le singole componenti del suo essere (l'immaginazione, la ragione, l'emozione e i sensi) fossero in perenne lotta tra loro.

 

 



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