Papa: Vangeli
apocrifi
importanti per
studio
cristianesimo
27 settembre
2006 alle 11:32
- Fonte:
repubblica.it
"Gli Atti e il
Vangelo di
Tommaso sono
ambedue apocrifi
ma comunque
importanti
per lo studio
delle origini
cristiane".
Benedetto XVI lo
ha detto ai
fedeli nel corso
dell'Udienza
Generale di
oggi. In ogni
epoca la figura
di Gesù ha
ispirato anche
ricostruzioni
fantastiche
della sua vita,
alcune delle
quali, come
quelle citate
oggi dal Papa,
contengono
elementi di
interesse
storico. Secondo
un'antica
tradizione, ha
ricordato ancora
il Pontefice,
"Tommaso
evangelizzò
prima la Siria e
la Persia e poi
si spinse fino
all'India
occidentale, da
dove poi il
cristianesimo
raggiunse anche
l'India
meridionale".
Una
sottolineatura
delle
"prospettiva
missionaria"
della Chiesa
dalla quale Papa
Ratzinger ha
tratto
"l'auspicio che
l'esempio di
Tommaso
corrobori sempre
più la nostra
fede in Gesù
Cristo, nostro
Signore e nostro
Dio".
Ha suscitato un
vivo interesse
l'apprezzamento
da parte di
Benedetto XVI,
verso il Vangelo
di Tommaso, uno
scritto
considerato
apocrifo ( non
di ispirazione
sacra ), e
quindi non
inserito nel
canone della
Chiesa Cattolica
Romana. Vivo
interesse perchè
tale pubblica
dichiarazione
inverte
completamente il
giudizio
negativo che per
secoli è stato
riservato agli
apocrifi da
parte della
Chiesa, indicati
come
mistificanti e
fuorvianti per
il cristiano. Seppur
è vero che
Benedetto XVI si
è limitato a
due, dei molti,
testi apocrifi,
è altrettanto
vero che è
un'apertura che
implicitamente
ammette
l'esistenza di
una fervente e
varia
cristianità
delle origini,
che non
necessariamente
si esprimeva in
un'unica voce.
Se a ciò
aggiungiamo come
Papa Benedetto
XVI è oltre al
Padre della
Chiesa
Cattolica, anche
un dottore della
chiesa, allora
l'apertura non
investe
solamente un
interesse
storico o
emotivo, ma può
avere, nel medio
e lungo periodo,
interessanti
risvolti sotto
il profilo
teologico.
Sicuramente la
breve
dichiarazione è
incentrata
attorno
all'aspetto
missionario,
apostolico,
evangelizzatore
di Tommaso in
terra di
oriente, ma non
di meno investe
anche l'opera
apocrifa ad esso
attribuita.
Un'opera che è
molto più
prossima al
Vangelo di
Giovanni, come
intensità
poetica e
mistica,
rispetto che a
Marco, Luca e
Matteo, come del
resto Tommaso e
Giovanni furono
accomunati per
il loro percorso
di
evangelizzazione,
non interamente
inserito
all'interno dei
confini
dell'Impero
Romano.
L'impressione
che uno gnostico
può ricevere da
tale "messaggio"
non è solo
quella di
un'apertura da
parte della
Chiesa
Cattolica,
apertura nei
confronti di se
stessa, ma di
una ricerca di
elementi ed
immagini, che
sappiamo
rinfocolare
"l'ardore" della
fede cristiana,
forse troppo
soffocata da
riti, dogmi, e
cerimonie frutto
di un retaggio
regolatore
greco-romano,
per assurdo
quasi
razionalistico,
incapace di
suscitare
"emozione" e
"pathos" nel
cristiano
moderno. Il
quale risulta
essere sempre
più distratto
dal mondo
positivista, o
attratto da
esotici culti, o
monolitiche
religioni.
Quindi un
riposizionamento
verso la parte
più viva del
pensiero
cristiano, che
fu capace di
conquistare a se
popoli e stati,
con la stessa
velocità con cui
un fuoco si
propaga d'estate
nel sottobosco.
Un'apertura
coraggiosa, o
avventurosa,
quella del Papa,
visto come il
Vangelo di
Tommaso mal si
integra,
apparentemente,
con la rigida
ortodossia, o la
struttura
sacerdotale,
propugnano una
visione
individuale,
eroica, e non
comunicabile,
neppure dallo
stesso
Salvatore, della
via da seguire
per ritornare al
Regno Celeste.
Il Vangelo
di Didimo Thoma,
o conosciuto dal
grande pubblico
come il Vangelo
di Tommaso,
è uno dei testi
ritrovati nel
1945 nel deserto
di Nag Hammadi
(Egitto) . Il
testo ritrovato
è in lingua
copta ed è
attribuito al
IV secolo d.c.,
ma gli studiosi ritengono
che sia la copia
di un originale
del primo o del
secondo secolo
d.c. Quindi un
testo frutto di
uno scrittore
che ha vissuto
al tempo di Gesù
Cristo, oppure
negli anni
immediatamente
successivi, e
che comunque ha
goduto di fonti
prossime ai
fatti descritti
nella sua opera.
La copia
tradotta del
Vangelo di
Tommaso è
composta da
circa 110
Loghion, numero
variabile a
seconda degli
esperti, e
numerosi passi
sono coincidenti
con quelli dei
canonici,
facendo
presagire
un'unica e
comune fonte. Il
testo si apre
con queste
parole: "Questi
sono i detti segretipronunciati da Gesù,
il Vivente,
e scritti da Didimo Giuda Tomaso.
"
Ciò che emerge è
quindi un
insegnamento
segreto che si
contrappone,
oppure integra,
il messaggio
universale del
cristianesimo, o
come
quest'ultimo non
sia altro che
una versione
essoterica del
primo, ma anche
come Didimo
significhi
fratello o
gemello, in
questo caso
spirituale. Ciò
quindi
suggerisce come
vi fossero dei
cerchi più o
meno prossimi al
Maestro, come
del resto è
riscontrabile in
ogni messaggio
tradizionale che
viene
"trasmesso" da
bocca ad
orecchio.
Del resto il
"vangelo" sposta
la salvezza dal
"fare" o
"osservare"
all'interpretazione
mistica del
messaggio, in
questo modo pone
il ricercatore
oltre ogni
ortodossia o
ortoprassia,
aprendo quindi
ad una
molteplicità di
vie, quanto
molteplici sono
le espressioni
dell'animo e
dell'intelletto
umano.
[1]
Egli disse:
"Colui che scopre l'interpretazione di
queste parole non gusterà la morte".
[3] Gesù disse:
"Se coloro che
vi guidano vi dicono:
Ecco il Regno (di Dio)
è in cielo!
Allora gli uccelli del cielo vi precederanno.
Se vi dicono:
E' nel mare!
Allora i pesci del mare viprecederanno.
Il Regno è invece dentro
di voi e fuori
di voi. Quando
vi conoscerete,
allora sarete conosciuti e saprete che
voi siete i figli del Padre che vive.
Ma se voi non vi conoscerete,
allora dimorerete nella povertà,
e sarete la povertà".
Parole che ci
giungono da un
uomo vissuto
circa 2.000 anni
fa, e ridotto al
silenzio negli
ultimi 19
secoli, ma che
sicuramente
rappresentano
oggi una delle
possibili via di
salvezza del
pensiero
cristiano.
Prima
pubblicazione
sulla rivista
Abraxas numero
1, ( ABRAXAS
numero 1 )