Ciò che è sempre
fonte di
profonda
riflessione, è
l'assoluta
incapacità umana
di interrogarsi
profondamente
attorno alla
reale radice, e
significato dei
gesti, delle
parole, e delle
azioni che pone
in essere.
Spesso si ha
modo di udire e
di leggere che
la massoneria è
giovannita, che
i templari
seguivano il
vangelo di
S.Giovanni, che
sono stati
edificati dei
cenacoli
gioanniti, che
esiste la Chiesa
Spirituale di
Giovanni e
quella di
mattoni di
Pietro, che i
fedeli
dell'Amore erano
custodi
dell'insegnamento
esoterico di
Giovanni, che lo
stesso Giovanni
era il discepolo
preferito,
ecc...
Tale mole di
accostamenti fra
realtà più o
meno
iniziatiche,
edificate in
modo e tempi
diversi nel
tempo, e
sopravvissute
agli errori ed
inadeguatezze
degli uomini che
hanno accolto,
farebbe supporre
che buona parte
dell'esoterismo
occidentale sia
di matrice
giovannita. In
una lunga teoria
che
abbraccerebbe
gnostici,
circoli di poeti
e filosofi
medioevali, i
catari, le
corporazioni di
armi e mestieri,
fino a giungere
ai tempi moderni
raccogliendo le
nuove
espressioni
alchemiche e
rosacrociane.
Tutto ciò ha
senso ? Esiste
una reale
tradizione
giovannita, e
questa
tradizione si
incarna ancora
oggi ? Oppure
siamo innanzi
alla
constatazione
che il binomio
San
Giovanni-Esoterismo
viene ridotto ad
una lettura
simbolica di un
vangelo,
ritenuto a torto
o ragione più
spirituale degli
altri ? Il nodo
della questione,
semmai è colto o
solamente
ipotizzato,
risiede
nell'inclusione
di simbolismi
cristiani
all'interno di
Logge o
Comunità, di un
apparato
docetico che
parli del
Cristo; oppure
su di una
contrapposizione
psicologica,
dialettica,
ideale su
scritti e
fantastorie con
la Chiesa di
Pietro; o
veramente c'è
altro su cui
vivere e
condividere una
fiamma di
spiritualità ?
La Chiesa di
Pietro (sia essa
Cattolica
Romana, o
Ortodossa, o
altro) seppur
con le sue
molteplici
differenze e
forme, ha
proposto:
1. Una visione
spirituale
basata sulla
fede e non sulla
conoscenza,
2. Una forma
organizzativa
con la sapienza
sacerdotale
separata da
quella dei
fedeli,
3. Una
prospettiva
storica che lega
la propria
visione
cristiana
all'Antico
Testamento.
E' quindi
sull'analisi di
questi tre
elementi
(fede,organizzazione,
prospettiva
storica) che
dobbiamo o non
dobbiamo trarre
conclusioni
attorno alla
tradizionalità
che essa
incarna,
all'espressione
metafisica che
raccoglie o
vorrebbe
raccogliere, e
sulla direzione
che essa
traccia. Tutto
ciò non
astrattamente
intenso, ma
relato alla
nostra
espressione
dell'essere, al
nostro sentire
sottile.
Oppure
veramente
vogliamo che
centinaia di
migliaia di
persone sono
morte, o sono
state
perseguitate, o
sono ancora oggi
emarginate in
virtù di una
"libertà" un
poco naif
attorno
all'interpretazione
di testi sacri
vecchi circa di
duemila anni?
Ancora veramente
si pensa che
determinati
rituali siano
un'alternativa
comunque nello
stesso ambito,
comunque più o
meno ragionata,
rispetto a
quelli della
Chiesa Pietrina
(Cattolica
Romana o
Ortodossa che
sia?). O
personaggi come
Willermoz,
Zinnendorf,
Swedenborg,
L.C.S.M. ),
altro non
fossero che
degli scrivani
alla Oswald
Wirth, impegnati
a dire comunque
qualcosa di
diverso ?
Riteniamo che un
rito e una
cerimonia,
qualsiasi esso
sia all'interno
di una struttura
tradizionale
reale o di
metodo, sia
comunque uno
strumento di
conoscenza a
prescindere
l'interrogativo
sulla Causa
Prima o Seconda
da cui esso è
germinato, o con
cui esso si
vuole
ricollegare ?
Perchè e così è
forse siamo alla
recita teatrale
più totale, e
certo non
possiamo
lamentarci se
all'incomprensione
è sopraggiunta
la noia, e con
essa la
necessità di
cercare altro, e
neppure sul
potere "magico"
che altrove
risiede, e
altrove manca.
Senza scendere
in particolari,
che del resto
abbondano nella
nostra opera e
del resto
dovrebbero
essere
patrimonio già
del lettore,
attorno alle
questioni
spirituali-storiche-organizzative
e metafisiche
posso dire che
la reale portata
della questione
Giovannita
risiede in una
scelta, e come
tutte le scelte
si manifesta in
modo duplice: in
un'accettazione
e in un rifiuto
categorici, non
mediati.
Il rifiuto di
una dimensione
unitaria della
tradizione, di
un'espressività
concentrica
delle tradizioni
religiose, della
progressione
abramitca, e
dell'eccezionalità
cristica.
L'accettazione
di un'ipostasi
cristica
astorica,
atemporale,
individuale e
ripetibile, e la
comprensione che
le Idee sono in
lotta fra di
loro, generando
i cicli
temporali e
forgiando gli
ambiti spaziali.
La reale portata
della questione
Giovannita
implica una
tradizione del
"fuoco" che
prende le mosse
da quelle
protoreligioni e
protoiniziazioni
che furono e
sono lo
zoroastrismo e
il mandeismo,
che passono da
Alessandria di
Egitto, che
giungono in
Grecia con Orfeo
e il culto di
Apollo, e che si
incarnano in
modo diverso
nello
gnosticismo
alessandrino e
manicheo, fino a
giungere in
europa
medieovale
attraverso i
Bogumili, e i
Catari, fino
alle antiche
confraternite di
maestranze
operative
(spazzate via
dell'incendio
del 1666 a
Londra). Una
reale e
significativa
fratellanza
spirituale, non
legata ad una
sfera di un
fare, o di un
mosaico del
fuoco, e neppure
sull'alternatività
da identica
radice; ma bensì
da
un'accettazione
e da un rifiuto
"elementare".
Accettare questa
visione,
significa
interrogarsi sul
significato
delle
iniziazione e
sulla necessità
di considerare
assolutamente
inadeguati gli
attuali
requisiti
formali che sono
richiesti ai
bussanti,
assolutamente
deficitaria la
trasmissione e
la comprensione
docetica, la
necessità di
escludere e
delimitare le
iniziazioni a
chi presenta dei
requisiti
sostanziali.
Insomma avere il
coraggio di
scegliere, di
accettare e di
rifiutare. In
altre parole di
aderire
irrevocabilmente
ad una
dimensione
spirituale che
il nostro essere
profondo anela,
e che la nostra
sfera
psicologica e
mondana invece
teme.
Rito Johannita:
Denominato anche
Rito Giovannita
o di Zinnendorf,
sorse nel 1770
per volontà di
J.W. von
Zinnendorf, una
grande figura
della Massoneria
tedesca,
implacabile
avversario della Stretta
Osservanza,
di cui era stato
membro con il
nome di Eques
a Lapide Nigro.
Seguace di
Swedenborg,
riformò i
contenuti della
sua dottrina
attraverso
l’accentuazione
del carattere
mistico del
sistema svedese,
che impregnò di
teosofia
swedenborghiana
e di gnosticismo
johannistico.
Fin dalle
origini il R.J.
seguì un
indirizzo
prettamente
luterano. La
precedente
distribuzione
dei Gradi del
Rito di
Swedenborg vi
venne mutata con
la riduzione ad
un totale di
sette, mediante
la soppressione
della sezione
amministrativa
(10°, 11° e 12°
Grado), mentre i
tre Gradi
Rosacrociani
(7°, 8° e 9°
Grado) furono
raggruppati in
uno solo,
chiamato Adeptus
Coronatus o
Fratello Eletto.
Il 6° Grado
(Cavaliere
d’Oriente) fu
cambiato in
quello di Intimo
di San Giovanni,
mentre gli altri
cinque
conservarono la
loro
disposizione e
nomenclatura
precedenti, di
cui i primi tre
sottoposti alla
giurisdizione
della Gran
Loggia
d’Inghilterra.
Per cui la
struttura finale
comprendeva: dal
1° al 3° Grado
equivalenti ai
tre classici
Gradi Simbolici;
4°) Maestro
Eletto,
Apprendista e
Compagno di
Sant’Andrea; 5°)
Maestro Scozzese
di Sant’Andrea;
6°) Intimo di
San Giovanni;
7°) Adeptus
Coronatus o
Fratello Eletto.
Il 2 dicembre
dello stesso
anno 1770, von
Zinnendorf
fondava a
Berlino la Gran
Loggia Nazionale
n° 2, alla quale
faceva adottare
la pratica di un
sistema di dieci
Gradi simili al
Sistema svedese,
che ancora oggi
gode di grande
prestigio presso
i Massoni
tedeschi. Il
R.J. viene
tuttora
praticato in
Germania e
nell’Europa del
Nord i Massoni
tedeschi. Il
R.J. viene
tuttora
praticato in
Germania e
nell'Europa del
Nord."
(dizionario
esoterico di
Bruno Chiassotti)