Serpente
Lo gnosticismo profondamente si è interrogato sui reali misteri del serpente all’interno del mito del Paradiso terrestre. Dove il Femminile e il Maschile, disubbidendo ad un imperativo categorico, grazie alla persuasione del serpente, si nutrono dell’albero della conoscenza del bene e del male. Rompendo quindi una situazione statica, e di asservimento, dove buono e conoscenza erano disgiunti. Al serpente viene riconosciuto valore di Logos Pneumatico, in opposizione al demiurgico creatore e alla sua oppressione cosmica. Numerosi furono i gruppi gnostici che trassero nome dal serpente («Ofiti» dal greco "ophis"; «Naasseni» dall'ebraico "nahas”).
(I, 30, 7): la Madre oltremondana, Sophia-Prunikos, che cerca di contrastare l'attività demiurgica del figlio apostata Ialdabaoth, manda il serpente a «sedurre Adamo ed Eva e indurli a disobbedire al comando di Ialdabaoth». Il piano riesce, entrambi mangiano dell'albero «del quale Dio [cioè il Demiurgo] aveva proibito loro di mangiare. Ma dopo che essi ebbero mangiato, conobbero il potere dell'al di là e si allontanarono dai loro creatori».
I Perati, altra comunità gnostica, hanno identificato nel serpente il Redentore Universale, il portatore del trascendente, e nel Gesù-Cristo storico una sua particolare e contingente incarnazione.
egli «divenne un Frutto della Conoscenza del Padre, che tuttavia "non" portò rovina a coloro che ne mangiarono» (E. V. 18, 25 s.)
Riporto infine quest’ultimo commentario ai Perati.
Perati (Refut. V, 16, 9 s.): «Questo serpente universale è anche la Parola sapiente di Eva. Questo è il mistero dell'Eden: questo è il fiume che scorre dall'Eden….».
Questa copresenza del maschile e del femminile, che compiono atto di rivolta, al fine di ottenere la conoscenza, contro il principio imperativo e categorico del creatore, è attuato tramite il potere del serpente. Nella sua duplice veste di principio tellurico atavico, ma anche di logos pneumatico.
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