E' interessante
come la
speculazione di
Basilide nasce
apparentemente
dal problema del
male; dico
apparentemente
in quanto è il
risultato di una
riflessione
attorno alla
radice delle
cose. Dei legami
che legano la
creazione, la
creatura e il
creatore; del
perchè della
caducità delle
cose, e del
perchè della
fallacità umana.
Basilide non può
accettare una
visione
religiosa e
creazionista, in
quanto tale
funzionalità non
assume senso
alcuno ne
filosofico, ne
soterologico.
Che senso ha una
legge che deve
essere
rispettata in
modo
inconsapevole?
Ecco quindi la
rottura della
filosofia di
Basilide con la
legge e il Dio
tetragrammatico,
e la conseguente
intuizione di
come il "male"
sia contingente
alla dimensione
della creazione,
e al suo
involucro
grossolano il
fisico e la
mente. JHVE
viene quindi
visto come il
dominatore
dell'Ebdomade o
cielo dei sette
pianeti; egli è
il Dio della
Creazione, della
Legge (il numero
7 ancora oggi
rappresenta la
legge che
governa la
creazione),
sopra a tale
governo (che
ritroviamo in
numerose scuole,
e testi quale il
Libro di Enoch)
abbiamo altri 8
cieli retti dal
vero Demiurgo
(ancora verrebbe
di spender due
parole attorno
al numero 15 ).
L'Ogdoade, è il
cielo delle
stelle fisse, e
ancora troviamo
un forte
corrispondenza
sia con la
sapienza
zoroastriana,
sia con testi
mistici del
secondo e terzo
secolo che
precede il
fatidico anno
zero. Qualche
tradizionalista
legato alle
teorie dei cicli
cosmici,
potrebbe
sicuramente
trarre
considerazioni e
riflessioni.
Se i sette
governano le
acque astrali, e
gli otto le
stelle fisse
ponendo così
completezza al
sensibile e
all'ultrasensibile,
al mondano e
all'ultra
modano: che
assieme danno
senso compiuto
alla
manifestazione,
oltre ai 15 (Bafometto
Tifone), abbiamo
il limite
esterno
delimitato dallo
Spirito Santo.
Tale potenza è
spirituale,
niente ha da
dividere con la
corporeità e la
psichicità.
Siamo nell'Ipercosmo,
nella regione
posta oltre la
manifestazione.
Qui dimora
l'Ente
misterioso,
occulto,
ineffabile e
inesistente (
potenza della
potenza). Da
esso tutto ha
origine, in
quanto esso è la
radice assoluta
del tutto, e del
tutto che dal
tutto si
snoda.Ciò che
esiste è per sua
emissione
(consapevole o
meno ) ricaduta
nello spazio
sottostante, in
quanto rispetto
ad esso è
grossolana e
pesante. di un
ammasso seminale
contenente tutte
le cose
conosciute e
sconosciute.
La parte pesante
di questa
emissione,
tramite
sacrificio e
purificazione,
ritorna al
Padre, passando
per lo Spirito e
in virtù
dell'azione
salvifica del
Figlio. Figlio
che rappresenta
la discriminate,
che permette il
ritorno del
sottile,
elemento del
separando
alchemico. La
parte grossolana
forma le potenze
inferiori, gli
Arconti a loro
volta formatori
dei 15 cieli
sottostanti:
ognuno per
propria
competenza.
Possiamo vedere
tutto ciò come
una ricca e
complessa
cosmogonia,
oppure come il
processo di
decadenza e di
ascesa che porta
il pensiero
puro, a perdersi
nelle regioni
del fare.
da consultare:
La Dottrina di
Basilide -
Basilide e il
Male -
Basilide e la
Lettura
Allegorica
-
Basilide
Articolo
pubblicato nella
rivista Abraxas
5 ,
si prega di
contattare la redazione per
ogni utilizzo.
www.paxpleroma.it